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Brindisi, Lettera aperta di Sarino Rinaldi a Mimmo Consales



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Brindisi, 30/01/2012

Lettera aperta di Sarino Rinaldi a Mimmo Consales

Caro Mimmo,
quando ho visto apparire per la prima volta sulla stampa il tuo nome quale sindaco di Brindisi, non ti nascondo ho provato la stessa sensazione di stupore che si avvertirebbe vedendo uscire dal cilindro di un mago non già il classico “coniglio”, ma addirittura un vero “uomo”, in carne ed ossa.
Lo stupore era determinato non certo dalla incredulità verso le tue capacità ad interpretare il ruolo di “Primo cittadino” per quanto, converrai con me, oggettive riserve potrebbero porsi, anzi si pongono, visti, in questa nostra città, quali e quanti marosi e scogli si son dovuti superare, non sempre agevolmente, e talvolta anzi proprio per niente, da personaggi sicuramente più esperti, molto più “scafati” come si usa dire, di quanto possa esser tu semplice, seppur brillante giornalista, non aduso ai cimenti della vita pubblica, se non in quanto visti e raccontati dall'esterno.
In verità qualche giorno dopo, quando la scelta non era stata ancora resa definitiva ed ufficiale, avendoti incontrato casualmente ed esternatoti, con la mia sorpresa, da vecchio amico, i miei più sinceri complimenti, forse intuendo, da persona intelligente quale sei, la mia domanda inespressa ti sei subito affrettato a precisare testualmente “io sono sempre stato, come sai, un uomo di centro”.
“Excusatio non petita accusatio manifesta”, direbbero i latini!
A parte il fatto se le “scuse” non richieste fossero o meno indice di confessione di una tua colpa, e non saprei davvero quale, ti dirò che mi è subito parso di aver ascoltato e recepito la più grande fandonia che potessi aspettarmi.
Non perchè miscredente verso le tue personali vocazioni e convinzioni - pur essendomi talvolta sembrate altre - evidentemente, almeno intimamente, da te ben custodite, ma proprio e soltanto perchè non ho mai creduto, e non credo che abbia mai avuto, o abbia, un qualche senso compiuto la parola “centro”, se non per il riferimento ad una posizione meramente territoriale. Se proprio vogliamo rifarci ad alcuni esempi storici, peraltro contraddittori ed antitetici, dobbiamo riferirci all'allusivo “lavarsi le mani”, di pilatesca memoria, od al proverbiale detto latino “in medio stat virtus”, non sempre veritiero, come invece si suppone.
Nella politica, poi, i riferimenti al “centro” neppure storicamente – se si esclude in Italia il primo periodo successivo alla fine delle due guerre mondiali, e specie nella seconda, influenzato da eventi eccezionali interni ed esterni – ci dicono alcunchè, se al termine suddetto non si aggiunge un trattino, e dopo ancora un'altra parola “destra” o “sinistra”, ammesso e non concesso che anche questi termini abbiano ancora oggi una apprezzabile significato concreto e di reale distinzione.
Non sono attratto, però, caro Mimmo, da tali discettazioni, né il mio interesse è catturato dalle varie “oscillazioni” in cui, proprio come nel “pendolo”, molti uomini politici, soprattutto nostrani, sono soliti cimentarsi, talvolta divenendo autentici “cattedratici”.
A tal ultimo proposito, non mi interessa neppure raccogliere alcune voci in giro secondo cui proprio dell'attuale Presidente della Provincia, potresti essere il prototipo, o come altri malignano, la “longa manus”.
Sia perchè specie quest'ultima espressione, pur senza darvi alcun significato offensivo, a me proprio non piace, e vuoi perchè vero o non vero che fosse, in politica non è questo, non è cioè il poter avere legami o preferenze verso l'uno o l'altro - quando le scelte sono lecite e pulite – che può costituire scandalo e suscitare indignazione. Figurati poi tu, se c'è “qualcuno” che dimostri di avere “idee chiare” e di sapere imporre e portare a compimento le proprie scelte con gli strumenti ritenuti, e rivelatisi, più idonei.
Trovo invero, davvero scandaloso, caro Mimmo, e mi indigna, ciò che sta avvenendo sul versante opposto al tuo, ed è in rapporto proprio a questo che vorrei affidarti alcune riflessioni, e se consenti, le mie confidenze.
Vi vedo radicata una confusione senza precedenti, una incapacità di decisione non riscontrabile neppure nel più modesto condominio. Un perpetuarsi di giochi e giochini spesso ancorati ai più deleteri egoismi, ed anche quando riconducibili a sia pur legittime aspirazioni personali comunque avulse dal contesto di un più generale interesse di partito, e, quel che più dovrebbe contare, dal reale interesse della Città.
Anche l'ultima trovata - quella dell'affermarsi di una presunta prova di scelta democratica interna - mi appare non solo colpevolmente tardiva, ma sostanzialmente inopportuna ed assolutamente inefficace.
Giunti a questo punto, ove questi scenari non dovessero subire quasi miracolistiche variazioni, che sinceramente mi auguro, e non dovesse spuntare una “persona” oltre che seria e perbene, “seriamente” titolata a garantire almeno concrete possibilità vincenti, caro Mimmo, andrò egualmente a votare.
E siccome non mi piace nascondermi dietro il paravento di una scheda bianca o nulla, che considero un vero atto di viltà oltretutto offensivo per la democrazia, né amo ricorrere a scelte diverse - sia pur rispettabilissime per le persone, ma inutili per l'esito infruttuoso scontato - non mi resta che avere il coraggio di votarti.
Naturalmente con sincera sofferenza ed amarezza, non rivolte, comprendi bene, alla tua persona, ma per la costrizione di una rabbia difficile da contenere.
Una città chè, dopo aver conseguito il suo riscatto morale, sembrava finalmente avviata verso limpidi orizzonti di crescita e sviluppo mediante il suo rilancio culturale e la riscoperta e valorizzazione delle sue vocazioni naturali e delle sue risorse tradizionali, nonché il suo ultimo Sindaco, a mio avviso, il più grande di tutti i tempi, Brindisi e Domenico Mennitti, insomma, non meritano l'insulto di una classe dirigente non all'altezza, suicida e masochista, che ha portato in questi ultimi tempi a registrare, passo dopo passo, Comune dopo Comune, solo e soltanto esaltanti “insuccessi”, alcuni dei quali storici.
IO NON CI STO PIU', E TENGO A DIRLO PRIMA!
Scusami, caro Mimmo se ho osato spedire, al tuo indirizzo una lettera aperta, che, certo l'avrai intuito, appare più diretta ad altri.
Scusami se ho usato utilizzare la tua gentile persona per fini forse strumentali, comunque espressi, credo, in maniera civile e corretta, e soprattutto senza nulla togliere alla stima e all'amicizia di sempre.

Un cordiale abbraccio.
Sarino RINALDI






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