Brindisi, 16/02/2012
Uil: la crisi non è solo economica ma anche di idee
Non passa giorno che gli sfortunati brindisini siano costretti a sentire o leggere che i problemi che
attanagliano la nostra città aumentano ogni giorno: disoccupazione, chiusura di aziende e di esercizi
commerciali, azzeramento del traffico portuale, situazione sanitaria è ai piedi di Cristo. Non ci si
raccapezza più!
Di fronte a tutto ciò si continua a tergiversare sulle responsabilità senza mai discutere con serietà di quello
che la nostra città e la provincia ha bisogno per fermare questa emorragia di chiusure di impianti e di piccole
imprese. La EDIPOWER rischia di chiudere la centrale, la L.N.G. continua ad avere grossi problemi con gli
Enti locali con un aumento sproporzionato dei disoccupati forte utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Siamo convinti che la crisi che stiamo vivendo non è solo economica, ma sopratutto una crisi di idee, progetti
e programmazione.
Quando troveremo la forza ed il coraggio di fare in modo che questa situazione possa essere affrontata per
consentire alla città di uscire fuori dal torpore che le impedisce di determinare iniziative atte a fermare
questa perdita di pezzi importanti della nostra economia?
Anche il porto ha visto azzerare i traffici, mentre il progetto della città d'acqua, volano del nuovo modello di
sviluppo, ha fatto FLOP!
La collettività deve assumersi in prima persona la responsabilità di attivarsi nei confronti dei livelli istituzionali
importanti a partire dalla regione Puglia per conquistare un TAVOLO MINISTERIALE, così come è già
accaduto in altre città della nostra regione, vedi Taranto e Bari..
Se non si fa questo, come possiamo rispondere ai nostri giovani che hanno bisogno di lavorare per
programmare il loro futuro?.
In assenza di ciò diventeranno anziani senza aver avuto la possibilità di esprimere le proprie potenzialità
professionali con la conseguenza di diventare vecchi e vivere una difficile vecchiaia.
Siamo tornati negli anni '50, quando l'economia di Brindisi era sostenuta solo dall'agricoltura e dagli artigiani
che oggi sono stati ridimensionati..
All'inizio degli anni '60 i politici fecero scelte con grande coraggio ed intuizione determinando la grande svolta
pensando a Brindisi come una città industriale..
Oggi siamo tornati indietro nel tempo tentando di realizzare un nuovo modello di sviluppo che non ha mai
visto la luce perché privo di contenuti programmatici e di finanziamenti certi.
Eppure, se guardiamo la realtà brindisina, ci sono tutte le condizioni per ridare sostegno al tessuto
economico provinciale e rilanciare lo sviluppo.
È di questi ultimi giorni la presa di posizione della UIL in riferimento alla informazione fornita dall'Enel nella
riunione che si è tenuta a Palazzo Nervegna, alla presenza del Commissario Prefettizio dottor Pezzuto, che
ufficializzava l'affidamento dell'80% dei lavori in appalto ad aziende del nord Italia, mentre il rimanente 20%
a quelle locali. Già allora la UIL aveva espresso la sua contrarietà perché, come al solito, le imprese del
territorio si dovevano accontentare del sub appalto con ulteriori ribassi a discapito dei diritti delle maestranze
e della sicurezza.
Dalla stampa apprendiamo che il tavolo tecnico riunitosi in Confindustria il 15 febbraio scorso, a cui la UIL
non ha volutamente partecipato perché tutto era stato già deciso dall'Enel, ha espresso parere favorevole.
Prendiamo atto della soddisfazione dichiarata anche dall'imprenditoria locale sulle scelte decise dall'Enel ed
auspichiamo che in seguito non ci saranno problemi occupazionali, chiusure di aziende, né ricorsi agli
ammortizzatori sociali.
COMUNICATO STAMPA UIL
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