Brindisi, 19/03/2012
Al via il Progetto Androlife: visite gratuite per la procreazione
Dal 19 marzo partirà il Progetto Androlife dedicato ai giovani futuri padri e alla salvaguardia della fertilità maschile. In tutte le città d'Italia per una settimana sarà possibile sottoporsi a visite andrologiche gratuite.
Androlife è organizzato dalla Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) e della Fondazione per Benessere in Andrologia – Amico Andrologo, con il patrocinio del Ministero della Salute.
A Brindisi ha aderito al progetto anche la ASL, con l'Unità Operativa di Endocrinologia dell'Ospedale "Perrino": per essere visitato gratuitamente si deve telefonare al numero verde nazionale 800 100 122.
PROGETTO ANDROLIFE:
Per tanti uomini riuscire ad avere un figlio significa vincere la propria, personale, Coppa del Mondo. Studi epidemiologici della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), in accordo con proiezioni internazionali, hanno evidenziato che in Europa 1 maschio su 3 è a rischio di infertilità. Si stima in particolare che in Italia oltre 5.000.000 di uomini siano incapaci di procreare: l’infertilità - definita come il fallimento al concepimento di una coppia dopo almeno 12 mesi di rapporti regolari non protetti - rappresenta dunque un grande problema di salute sociale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, considerando entrambi i partner circa il 15% delle coppie in età fertile nei paesi occidentali ne è affetta. In circa il 30% delle coppie si riconosce un fattore maschile, nel 35% una componente femminile nel 20% dei casi entrambi i fattori ed infine nel 15% delle coppie l’eziologia rimane sconosciuta.
I principali agenti di rischio attualmente riconosciuti sono: criptorchidismo, varicocele, malattie sessualmente trasmesse, cause iatrogene, torsioni testicolari, tumori, doping, patologie genetiche, obesità, malnutrizione, scarsa attività fisica, alcol, droghe caffè e fumo. La precoce individuazione di una ridotta fertilità può risolvere il problema individuando ed eliminando i fattori di rischio, quando possibile, oppure, intervenendo con adeguate terapie, per evitare che l’alterazione progredisca fino all’infertilità.
Le tecnologie di fecondazione artificiale sono sempre più avanzate e, nell’immaginario comune, vengono proposte come soluzione definitiva all’infertilità, ma l’esito non sempre è garantito e i problemi psicologici, etici ed anche economici che derivano da queste soluzioni sono di grande rilevanza.
Ventenni, maschi, vivono nelle metropoli ed hanno un calo di spermatozoi del 25%.
Il potenziale di fertilità maschile si è ridotto e, su 1000 ragazzi dai 18 ai 20 anni di età, 334 (33,4%) sono già ipofertili e 117 (11,7%) lo sono gravemente. Il potenziale di fertilità dei giovani che vivono nelle grandi città è anche più basso del 30 % rispetto a quello dei loro coetanei residenti in provincia: 170 milioni di spermatozoi per i ragazzi delle metropoli verso i 240 milioni per i giovani che vivono lontano dalle città. Partire da un livello più basso di spermatozoi rispetto ai quarantenni, così come dei loro coetanei che vivono in aree rurali, li rende molto più vulnerabili alle altre cause che con l’età indurranno ad un ulteriore calo mettendoli a rischio di infertilità quando vorranno diventare padri.
Questi i risultati di tre nuove ricerche italiane di ambito nazionale e regionale che, per la prima volta, analizzano il potenziale di fertilità dei giovani.
Fra le cause, incriminata l’esposizione ambientale a pesticidi, inquinanti e altre sostanze chimiche che agiscono come “endocrine disruptors” (distruttori endorcrini) che alterano le fini regolazioni ormonali che modulano lo sviluppo dell’apparato riproduttivo nelle prime fasi dell’embriogenesi. In particolare l’esposizione cronica ai gas di scarico e ad altre sostanze esogene volatili, provoca una marcata riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi. A seguire: obesità, sedentarietà, consumo di alcol, fumo e droghe. Ma anche infezioni e patologie che colpiscono l’apparato riproduttivo maschile.
Dedicato ai giovani futuri padri e alla salvaguardia della fertilità maschile dal 19 marzo si svolgerà il Progetto ANDROLIFE, pensato in occasione della Festa del papà: in città di tutta Italia per una settimana sarà possibile sottoporsi a visite andrologiche gratuite. ANDROLIFE è organizzato dalla Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) e della Fondazione per Benessere in Andrologia – Amico Andrologo, con il patrocinio del Ministero della Salute.
Vent'anni, maschio
Ha circa venti anni di età, è maschio, risiede in città ed è a rischio di infertilità. Il potenziale di fertilità maschile si è ridotto: il numero di spermatozoi nei giovani italiani (dai 18 ai 20 anni) è calato del 25 %. Inoltre i ragazzi che vivono nelle aree urbane industrializzate possiedono una produzione di spermatozoi ridotta del 30% rispetto ai loro coetanei che vivono in provincia o in aree rurali. Questi i risultati di tre indagini epidemiologiche italiane, appena concluse, che per la prima volta indagano sulla fertilità maschile nei giovani.
Giovani vs quarantenni
La prima ricerca è stata condotta a Padova e riporta, per la prima volta, un confronto tra giovani e adulti di sesso maschile in relazione ai parametri seminali. L’analisi del liquido seminale effettuata su 1.000 campioni seminali di diciottenni e su 1.000 campioni seminali di quarantenni, tutti volontari arruolati in modo randomizzato durante le visite periodiche effettuate dal Centro di Crioconservazione dei gameti maschili dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, evidenzia che nei diciottenni vi è una diminuzione del 25% della conta degli spermatozoi rispetto ai quarantenni. Il 33,4% dei ragazzi sottoposti all’indagine è ipofertile (sotto i 39 milioni di spermatozoi totali), l’11,7% è già gravemente ipofertile (sotto i 15 milioni di spermatozoi totali).
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il valore di 39 milioni di spermatozoi totali per eiaculato è il valore minimo di normale fertilità, al di sotto del quale si è ipofertili.
Giovani di città e giovani di campagna
La seconda indagine è stata condotta sul liquido seminale di oltre 2.000 giovani, fra i 18 ed i 20 anni di età, 1.000 residenti in aree urbane industrializzate e 1.000 in aree periferiche e rurali in occasione delle visite previste nell’ambito dei Progetti di Prevenzione andrologica di ambito nazionale svolti a cura della Società Italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams). Dall’analisi dei campioni risulta che il potenziale di fertilità dei giovani che vivono nelle grandi città è del 30% più basso rispetto a quello dei loro coetanei residenti in provincia: 170 milioni per i ragazzi delle metropoli verso i 240 milioni per i giovani che vivono fuori città.
La terza ricerca conferma la differenza del tasso di fertilità dei ragazzi che vivono in città rispetto a quelli che vivono fuori città riportando la concentrazioni di spermatozoi in 2.100 diciottenni residenti in città ed in provincia di Padova, in Veneto, divisi per area geografica. Condotta dall’università di Padova e appena conclusa, l’indagine conferma la tendenza al ribasso per i ragazzi di città: a Padova la concentrazione di spermatozoi è di 137 milioni totali, ad Abano Terme, comune di 19.000 abitanti, è di 128 milioni; a Cadoneghe, piccolo borgo di 16.000 situato nella cintura nord di Padova è di 147.5 milioni totali; a Cittadella, che dista 31 km da Padova, la conta totale è di 168 milioni; ad Este, piccolo centro nel sud del Padovano, sono 186 milioni.
Fertilità a rischio
Le ricerche si sommano agli studi epidemiologici della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) e della Fondazione per Benessere in Andrologia – Amico Andrologo Onlus, e si sovrappongo alle altre proiezioni internazionali confermando che in Italia 1 maschio su 3 è a rischio di infertilità (oltre 5.000.000 di maschi), il 10-15% della popolazione in età riproduttiva presenta fattori di rischio per l’apparato riproduttivo. Ad oggi, il 50% delle coppie infertili presenta problematiche di origine maschile.
“Vi sono numerosi fattori di rischio in grado di compromettere la produzione spermatica e la fertilità maschile - spiega Carlo Foresta Presidente Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità SIAMS e Direttore del Centro di Crioconservazione dei Gameti all’Università di Padova -. In base ai nostri dati e a quelli internazionali dobbiamo sempre più considerare l’esposizione ambientale a pesticidi, inquinanti ambientali o altre sostanze chimiche che agiscono come “endocrine disruptors”, spiazzando le fini regolazioni ormonali che modulano lo sviluppo dell’apparato riproduttivo durante le prime fasi dell’embriogenesi. Aumentano le ricerche che dimostrano in particolare come l’esposizione ambientale ai gas di scarico e ad altre sostanze esogene volatili, siano in grado di indurre nei soggetti esposti in cronico una marcata riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi”.
Linee guida sul Rischio di infertilità
La precoce individuazione di una ridotta fertilità può risolvere il problema individuando ed eliminando i fattori di rischio, quando possibile, oppure, intervenendo con adeguate terapie, per evitare che l’alterazione progredisca fino all’infertilità. La SIAMS, con la Fondazione per Benessere in Andrologia – Amico Andrologo Onlus ha stilato il primo Manifesto del rischio di infertilità, un indicatore che permette di valutare la probabilità di essere ipofertili o infertili (si rimanda alla lettura del documento completo).
Sito ufficiale dell’evento: www.androlife.it Diventa amico del Progetto Androlife su Facebook
|