Brindisi, 19/03/2012
Enel toglie la luce alla zona industriale: le doglianze delle aziende
Non solo la crisi economica, anche l’Enel penalizza le aziende brindisine.
Nella zona industriale di Brindisi operano imprese che, malgrado i tempi di ristrettezze, continuano a garantire i posti di lavori.
Ce se sono altre che addirittura, controtendenza, assumono nuovi dipendenti. E’ il caso di alcune aziende virtuose come la Fael, azienda leader nella produzione di porte tagliafuoco. Esse stanno applicando, con successo, la loro ricetta anticrisi fondata sulla qualità del prodotto e sulla puntualità nelle consegne, resistendo tenacemente in un territorio in cui le imprese soffrono per la carenza cronica di servizi e logistica.
Se i mali dell’economia pare possano essere affrontati con alcuni accorgimenti concreti, nulla si può invece per contenere i disagi e gli inevitabili danni causati dall’Enel che ha programmato l’interruzione dell’energia elettrica per ben otto ore in un giorno feriale.
La sospensione di questo fondamentale servizio è stata debitamente annunciata con un avviso affisso nella zona industriale: niente corrente elettrica dalle ore 8.30 alle ore 16.30 di mercoledì 21 marzo nell’area di via Ettore Majorana.
Tassativa la comunicazione, altrettanto irremovibile la posizione dei responsabili locali del servizio che, raggiunti dagli imprenditori, non hanno voluto ascoltare ragioni.
La corrente elettrica sarà interrotta nel giorno e negli orari fissati.
La comunicazione data per tempo solleva l’azienda elettrica da ogni responsabilità e, insomma, a nessuno importa se per un giorno intero le aziende dovranno tenere i cancelli chiusi, interrompere la produzione e rinviare le consegne rischiando d’incorrere in sanzioni e penali per gli ovvi ritardi.
Eppure almeno una soluzione ci sarebbe: programmare i lavori di manutenzione ordinaria sulla rete elettrica nei giorni di fine settimana o in orari compatibili con quelli dell’attività produttiva.
Abbandonati e senza diritto a essere ascoltati, gli imprenditori brindisini oltre al freno della produzione devono abituarsi, con preavviso e senza fiatare, a tirare continuamente la cinghia.
C.S.
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