Francavilla F.na, 20/03/2012
PUG: le considerazioni del Partito Democratico
Il Partito Democratico di Francavilla Fontana , ritiene la redazione del Piano Urbanistico Generale, una occasione per partecipare alla “scrittura delle regole”, che è un dovere per un partito che aspiri al governo ed alla amministrazione della città.
Si è deciso quindi di intraprendere un percorso di collaborazione-opposizione costruttiva riguardo questo argomento, e l’auspicio è che da parte dell’amministrazione vi sia un atteggiamento similmente responsabile , per dare a questa città l’opportunità che da troppo tempo aspetta per il suo sviluppo ordinato e sostenibile.
pertanto a seguito della pubblicazione delle “previsioni strutturali” del PUG, dopo una prima analisi, Il Partito democratico si sente di esprimere un primo commento e in alcuni casi di suggerire delle modifiche che contribuirebbero al miglioramento di un piano che peraltro presenta molti aspetti positivi e condivisibili.
Per brevità non ci soffermeremo sulle parti che condividiamo, invece sottolineeremo quelle che a nostro parere sono poco chiare, o non ci trovano d’accordo, o che vanno rimarcate e più fortemente delineate.
Centro di carico intermodale
Ci sembra insufficiente la programmazione e la pianificazione riservata al Centro di Carico Intermodale, che certamente tutti, nessuno escluso, intendono recuperare e avviare ad un utilizzo possibile.
Riteniamo necessari opportuni approfondimenti, e più chiarezza sulla previsione degli interventi nell’ottica che il centro venga reinserito nel sistema logistico regionale.
Nuova fiera campionaria
La decisione di “prevedere” una nuova fiera campionaria, una nuova opera pubblica costosissima, di notevole impatto ambientale, e di sicuro impatto economico , per inserirla in un fantomatico circuito fieristico regionale, nazionale ed internazionale ci pare francamente accanimento terapeutico!
Le strutture fieristiche medio piccole tendono sempre più ad essere flessibili, addirittura smontabili, multifunzionali, e tendono ad occupare spazi destinati anche ad altre destinazioni.
Piuttosto in quella localizzazione avremmo apprezzato un centro servizi per la zona PIP.
un luogo ove concentrare servizi e funzioni per le imprese che non hanno la possibilità di ospitarli al loro interno; una struttura insomma dimensionata per l’uso quotidiano e non per i grandi e sporadici eventi.
Zona PIP
Siamo d’accordo con la proposta di ampliare le attività ammesse nella zona PIP ( quelle commerciali) poiché a parte regolarizzare una situazione di fatto gia esistente, consente più flessibilità e dinamicità al comparto.
Questo farebbe si che altre zone attualmente agricole, a rischio di trasformazione in insediamenti commerciali, possano essere preservate, per perseguire l’intento di tutela del territorio che è punto principale del piano.
La zona PIP piuttosto necessiterebbe di un piano apposito per la localizzazione di piccoli e piccolissimi insediamenti artigianali e microindustriali, per portare fuori dal centro abitato, dalla periferia e dalle campagne funzioni produttive o artigianali che non sono congeniali a questi luoghi.
In questo modo si eviterebbe il “far west” delle destinazioni d’uso nel territorio, e si potrebbero recuperare spazi di città e di campagna attualmente compromessi da ogni tipo di impianto ed officina.
ASI
Anche per quanto riguarda l’area ASI non si può non essere d’accordo con il recupero di questa zona che tanto denaro è già costato alla collettività e tanto più se parliamo di APEA (area produttiva ecologicamente attrezzata); Vorremmo però comprendere in che modo si pensa di riuscire a far trasferire in questa area quegli impianti (Sansificio, Impianti di rottamazione ecc.) che effettivamente pregiudicano la sostenibilità della zona PIP e di altri luoghi nei qual sono insediati. E se non si riuscisse a spostarli prevedere delle contromisure.
Il Campus ITIS
Per quanto riguarda il Campus nutriamo forti perplessità riguardo alla localizzazione “immaginata” , poiché ci pare in contrasto con l’impostazione del piano relativa alla riduzione degli spostamenti con mezzi su ruote.
Immaginiamo che ogni mattina arrivino alla stazione ferroviaria studenti e che appena scesi dal treno debbano prendere vari autobus e attraversare la congestionatissima via per Brindisi attraversando largo Borgo Croce, per raggiungere l’istituto!
Veramente non comprendiamo in che modo si favorisca il trasporto pubblico allontanando dallo snodo ferroviario una funzione così importante con così tanti utenti.
Siccome si è previsto di localizzare un parcheggio oltre la linea ferroviaria (zona cavalcavia) e di allungare un sottopasso esistente per raggiungerlo, e siccome vi sono in quella area molti terreni non edificati che potrebbero ospitare il campus e che sarebbero raggiungibili “a piedi”, ci pare che tale scelta eviterebbe ulteriore traffico veicolare sulla rete viaria cittadina già sottodimensionata.
La zona è collegata alla circonvallazione ed è vicina all’unico cavalcavia ferroviario esistente, e potrebbe essere collegata con altri sottopassi o ponti pedonali di facile realizzazione all’area dell’attuale fiera mostra, ed ai servizi previsti nel piano per questa.
Le Dimore Rurali di valore storico ambientale
Riguardo il recupero e la valorizzazione a fini turistici delle numerose dimore rurali di valore storico ambientale (masserie, casini, ville), riteniamo che la situazione attuale riduca la possibilità di utilizzo pieno di queste strutture. Attualmente vi è la possibilità di farne dei B&B, o agriturismo.
Ciò che bisognerebbe favorire è l’inserimento di alcune (poche) di queste dimore in un circuito turistico di alto livello, come è avvenuto in alcune località nella stessa provincia, che adesso rappresentano l’eccellenza dell’ospitalità a livello nazionale ed internazionale.
Questo tipo di riuso è assolutamente compatibile con la tutela e la salvaguardia di queste strutture e del territorio circostante, poiché basa su questo aspetto la sua attrattività . Genera posti di lavoro e di fa conoscere la nostra città ed il territorio circostante ad un pubblico qualificato, con ricadute economiche certe .
Tale possibilità, dovrà andare però di pari passo con uno stringente controllo in fase di realizzazione degli interventi per evitare lo snaturamento già perpetuato ai danni di alcuni di questi beni architettonico paesaggistici.
Qualificazione e rigenerazione dei contesti urbani.
Riguardo il recupero del nucleo antico e della città storica, vorremmo che fosse il più vincolante possibile in modo da evitare quello che fino ad oggi è accaduto e cioè la sostituzione di un patrimonio edilizio storicizzato e di pregio, con edifici ed opere assolutamente fuori contesto. Vorremmo anche che questo metodo fosse allargato a porzioni della città non centrali che comunque presentano delle emergenze architettoniche da preservare, compreso pavimentazioni, piazze, spazi verdi, giardini antichi ecc.
Il disagio abitativo
Ci riferiamo alla “risoluzione del disagio abitativo evitando di ricorrere a nuovi insediamenti PEEP”, e al “recupero di aree per la residenza sociale. Questo ci pare un punto di fondamentale importanza, e qualificante del piano stesso. Ci aspettiamo quindi una argomentazione più complessa e meno interpretabile, per far sì che in futuro il piano dia un obbiettivo ed un orizzonte certo e non lasci agli amministratori un margine troppo ampio di discrezionalità.
Qualificare la mobilità e la sosta urbana
La previsione è quasi completamente condivisibile tranne per il fatto che ci sembra necessario un approfondimento su assi viari interni come ad esempio Via san Lorenzo, che oltre a sostenere il traffico di tre quartieri raccoglie anche via Baracca, e le parallele, e che presenta dei problemi non risolvibili con rotatorie o svincoli ma con soluzioni più elaborate che pero non sono evidenziate.
Tra le tante cose non trattate ci preoccupa l’assenza di qualunque riferimento all’insediamento di impianti per la produzione di energie alternative, e le strategie per mitigare l’impatto di queste installazioni sul territorio.
Queste poche righe non sono certo esaustive dell’argomento ma rappresentano una sintesi delle considerazioni sugli aspetti più importanti delle “Previsioni strutturali” che sono scaturite dal dibattito interno ai nostri iscritti.
Il Partito Democratico considererebbe molto importante una risposta a queste osservazioni da parte dell’amministrazione e dei tecnici incaricati per rendere “pratica” la teoria della partecipazione attiva tanto caldeggiata negli ultimi tempi!
COMUNICATO STAMPA PARTITO DEMOCRATICO - FRANCAVILLA FONTANA
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