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Brindisi, Gianluca Nigro sul "Decreto Emersione"



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Brindisi, 19/04/2012

Gianluca Nigro sul "Decreto Emersione"

E' di questi giorni la notizia che il Governo Monti si appresta a varare il decreto di recepimento della direttiva europea n.52/09 che consente anche agli stranieri irregolari di regolarizzarsi a seguito della denuncia di condizioni sfruttamento lavorativo svolto a nero.
Consideriamo questo provvedimento un tassello fondamentale nel contrasto al lavoro nero dei lavoratori migranti.
Dopo il fondamentale sciopero di Nardo' dell'estate del 2011, che ha accelerato l'approvazione di una legge che stabilisce il reato di caporalato, si aggiunge anche il recepimento di questa importante direttiva.
Noi di Finis Terrae, proprio in occasione di un importante incontro istituzionale nel quale si discuteva delle ragioni degli scioperanti di Nardo', illustrammo alla Prefettura di Lecce l'importanza di far presente all'allora Governo Berlusconi la necessità di recepire la direttiva 52/09, proprio perché essa definiva un quadro più chiaro nella lotta alla moderna schiavitù dei lavoratori braccianti migranti e dava il sostegno ai lavoratori irregolari di denunciare senza cadere nella trappola del reato di clandestinità.
Ad oggi non si conosce l'articolato della norma messa in campo dal Governo. Naturalmente ci si attende una interpretazione non minimale dei contenuti fondamentali della direttiva stessa.
Da un recente rapporto dell' Eurispes emerge che la ricchezza prodotta a nero dal lavoro migrante è pari a circa 22,5 mld di euro. Da questo rapporto emerge anche che la regione Puglia e' quella maggiormente investita dal fenomeno del lavoro nero, sia quello prodotto da migranti sia quello prodotto da italiani.
Se si aggiunge che il CNEL ci dice che la stessa Puglia è fra le regioni con il piu' basso tasso di integrazione dei cittadini migranti in Italia, ne deduciamo un quadro di assoluto pericolo, sia per le condizioni sociali e lavorative dei migranti, sia per gli effetti perversi sul sistema economico che questi dati ci mostrano.
Auspichiamo che il testo che verrá approvato tenga conto di quali sono le reali condizioni di lavoro dei migranti in settori fondamentali come l'agricoltura e l'edilizia. Abbiamo verificato nel corso degli anni che le interpretazioni premiali per il sostegno alle indagini della magistratura non sono efficaci e non considerano le reali dimensioni del fenomeno e soprattutto non definiscono il quadro di tutele necessarie di un importante pezzo di lavoro nel sistema produttivo italiano: il lavoro migrante.
Sarebbe necessario svincolare l'emersione dal lavoro nero dagli interessi precipui della magistratura, che quasi in solitudine in questi anni ha affrontato il tema.
Questo tipo di approccio lo si puo' verificare nella prassi, ormai consolidata, messa in atto dall'art.18 del T.U. Sull'immigrazione e dai successivi provvedimenti che ne indicano gli aspetti procedurali. Non è l'approccio adatto ad affrontare un fenomeno di cosi' vaste proporzioni come quelle che investe il lavoro nero dei cittadini migranti. Il recepimento di questa direttiva è una occasione molto importante per porre,invece, degli aggiustamenti nello sdoppiamento del mercato del lavoro: quello degli italiani e quello dei migranti.
Ci aspettiamo che sia la legge sul caporalato sia l'approvazione di questa direttiva non rimangano lettera morta, ma trovino una immediata applicazione proprio a partire dalle campagne pugliesi e che gli effetti della crisi, che pure sono visibili, non giustifichino un'assenza totale degli ispettorati del lavoro e degli organi di controllo, come purtroppo siamo abituati ad assistere negli ultimi anni nel paese.
Noi continueremo a seguire il fenomeno portando in giro nel paese i contenuti della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero”, lanciata con le Brigate di Solidarietà Attiva e alla quale hanno aderito molte realtà associative locali.

Gianluca Nigro
Ass.ne Finis Terrae






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