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Brindisi, Forum Ambiente: "dormitorio per immigrati, un dramma senza fine"



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Brindisi, 27/04/2012

Forum Ambiente: "dormitorio per immigrati, un dramma senza fine"

Con un’ordinanza del 2008 e successivi provvedimenti il Comune di Brindisi disponeva la “destinazione transitoria dell’immobile sito in via Provinciale per S. Vito a luogo di accoglienza minima, nella forma di ricovero notturno, di immigrati stranieri presenti sul territorio comunale, con oggettiva necessità di accoglienza e assistenza” e affidava la gestione del dormitorio alla “Caritas diocesana col sostegno economico del Comune”.
Apprendiamo in questi giorni da notizie rese di pubblica ragione che la citata “gestione provvisoria” si è protratta fino a oggi, che il dormitorio ospita 200 immigrati in condizioni di bisogno, che la Caritas diocesana da qualche tempo non opera più all’interno del dormitorio e che il Commissario prefettizio del Comune di Brindisi ha disposto lo sgombero dell’immobile avendo i tecnici verificato “una grave situazione di pericolo per la integrità fisica delle persone... tanto da integrare concrete ed attuali minacce per la incolumità” nonché “una grave e compromessa situazione igienico-sanitaria”.
Un caso quindi incredibile che presenta aspetti contraddittori e allarmanti tali da giustificare alcune domande. Come mai per tanti anni la soluzione “provvisoria” non è stata trasformata in una adeguata e regolamentata soluzione definitiva? Per quali motivi la Caritas diocesana avrebbe da tempo smesso di gestire la struttura? Chi è responsabile oggi della gestione del dormitorio? Che fine dovrebbero fare i 200 immigrati che dormono nella struttura ai quali non sembra riservata altra sorte se non quella o di essere ospitati in un luogo ritenuto gravemente pericoloso ovvero di essere messi da un momento all’altro in mezzo a una strada? Cosa aspettano i poteri pubblici locali a intervenire per dare al problema, in collaborazione col volontariato interessato, immediate risposte di civiltà e di solidarietà?
Appaiono invero poco coerenti e scarsamente convincenti certi generici discorsi su una graduale attuazione dello sgombero e su fumose ospitalità affidate ad atti di generosità personali o di qualche parrocchia. Il caso del dormitorio per gli immigrati offende la sensibilità di una città che si è sempre distinta per la generosa accoglienza di persone in difficoltà. Si tratta di un problema, verosimilmente aggravato da errori e inerzie, che interpella la responsabilità delle competenti istituzioni le quali hanno il dovere di adoperarsi o per mettere rapidamente in sicurezza il dormitorio affidandolo a una gestione responsabile ovvero per fare in modo che il disposto sgombero e un' adeguata sistemazione delle persone ospitate siano urgentemente effettuati con assoluta e rigorosa contestualità. E ciò perché la prima operazione, in mancanza della seconda, potrebbe apparire finalizzata solo a "sistemare le carte"per evitare possibili responsabilità e risulterebbe comunque in contrasto con le più elementari esigenze di giustizia e gravemente lesiva di diritti fondamentali costituzionalmente tutelati.
Il Parroco della Parrocchia S.Vito Martire, Don Peppino Apruzzi, sulla questione del dormitorio si è di recente così espresso sul bollettino domenicale: “Noi tutti abbiamo un compito supremo: custodire delle vite con la nostra vita. Guai a noi se non troviamo quelli che dobbiamo custodire, guai a noi se dopo averli trovati li custodiamo male”. Parole condivisibili che andrebbero tradotte in impegni immediati e concreti.

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