Brindisi, 11/05/2012
Parità di genere in politica, Mariano (Pd): "Consales tenga fede alla promessa"
L’approvazione alla Camera della legge sulla doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative rappresenta un importante passo in avanti per la nostra democrazia e soprattutto un chiaro segnale di attenzione e riconoscimento del ruolo positivo che le donne possono svolgere nelle istituzioni ed al servizio d elle nostre comunità.
Per noi donne, pugliesi e brindisine, questa notizia è ancora più importante a fronte del quadro desolante offerto dai neo-eletti consigli comunali in tutta la Puglia. Un quadro che registra una scarsissima presenza femminile ed, in generale, una difficoltà ad affermarsi delle donne consegnandoci Consigli comunali completamente al maschile o quasi. Nella nostra provincia spicca in negativo l’esempio del Comune di Brindisi che non vede la presenza di una sola donna in Consiglio. Mentre una speranza è legata al ballottaggio di Fasano ed alla auspicata vittoria della nostra candidata Stella Carparelli, che comunque avrebbe di fronte, anche a Fasano, un Consiglio per lo più composto da uomini.
Tornando a Brindisi, come molti si affannano in queste ore a sottolineare, è necessario che la uniforme mascolinità del Consiglio sia efficacemente bilanciata da una composizione paritaria della nuova giunta. Molte donne, in fondo, si sono spese per eleggere questo Consiglio comunale e la sua maggioranza candidandosi, senza però risultare elette, e molte donne elettrici hanno premiato con il loro voto il nuovo Sindaco Consales. Di tutto ciò, non si può non tenere conto. Non si può pensare di cambiare davvero una città senza il punto di vista, il contributo, le competenze delle donne.
Nel rivolgere al Sindaco Consales, quindi, il nostro in bocca al lupo per la sfida di governo che lo attende, gli chiediamo di tenere fede all’impegno, coraggiosamente preso con la sua comunità, di formare una giunta paritaria sfidando quei conservatorismi propri di partiti e singoli che, inutile nasconderlo, di certo si opporranno a questa scelta che inevitabilmente comporterebbe la riduzione di posti in giunta a disposizione degli uomini e degli eletti.
Tuttavia, pensiamo che limitarsi all’osservazione e alla denuncia dell’assenza di parità, e finanche alla rivendicazione di quote rosa (pur necessarie), non sia più sufficiente per cambiare questo stato di cose. O forse non lo è mai stato. E’ giunto il momento di avviare una seria riflessione che si interroghi sulle cause politiche e sociali più profonde di questa completa esclusione femminile dalla vita pubblica istituzionale della nostra provincia (e non solo). C’è bisogno di un’analisi che provi ad andare oltre i luoghi comuni diffusi che, nel migliore dei casi, considerano le donne brave, ma incapaci di tradurre questa bravura in consenso elettorale. Brave, ma incapaci di gestire il potere. Brave, ma scarsamente solidali fra di loro.
E servono risposte, poi, ma per avere quelle giuste dobbiamo prima porci delle buone domande. Magari avendo anche il coraggio di disvelare alcune “verità”, perché l’assenza delle donne dalle istituzioni non “cade dalle nuvole” e non è slegata da ciò che le nostre società ed i sistemi politici, anche nei nostri territori, sono diventati. Quale spazio c’è o può esserci per le donne in un sistema politico che non premia le competenze ma i “portatori di voti”? Quale tipo di radicamento possiamo immaginare in comunità, come le nostre, così indebolite e provate da una sfiancante crisi sociale ed economica? E che legame c’è tra le modalità utilizzate dai partiti per selezionare la classe dirigente (istituzionale e non) e la difficoltà delle donne ad affermarsi? Che rapporto c’è stato, c’è ed è possibile immaginare tra partiti e politica al femminile? Quali strumenti aiutano davvero le donne ad emergere in politica, sarà sufficiente la doppia preferenza quando arriverà? Con quali modalità le donne possono aiutare la rigenerazione dei partiti e della politica? E quando con difficoltà si giunge al governo delle istituzioni, come si rende “politicamente” la diversità di genere nello stile di governo?
Di tutto questo, e di molto altro, forse è venuto il momento di discutere apertamente, donne dei partiti, delle istituzioni (quelle poche), donne impegnate in vario modo nella “società civile”, cittadine. Bisognerebbe ripartire da qui, da una aperta, franca ma comune e pubblica discussione. La strada è ancora lunga e troppo in salita per pensare di percorrerla in solitudine. Insieme avremmo più fiato e forse anche più coraggio. Le donne del PD sono pronte.
ELISA MARIANO -
PORTAVOCE CONFERENZA DONNE PD PROVINCIA DI BRINDISI
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