Brindisi, 14/05/2012

De Michele (Pdl): "ricostruiamo il partito dopo la sconfitta elettorale"

I recenti risultati elettorali aprono non solo ampi spazi di riflessione, ma soprattutto grandi margini di azione politica all'interno del Popolo della Libertà.
E’ opportuno osservare come l'elettorato del PdL si sia in alcune realtà posto in una situazione di attesa; in altre, ha preferito non partecipare alle urne o, in minor parte, votare e sostenere movimenti alternativi o di rottura.
Un sintomo evidente dell'incapacità avuta dal PdL cittadino non solo di dare dinamismo al partito, fornire nuove risposte politiche negli ultimi mesi, ma soprattutto formare una lista all’altezza delle aspettative, forte e competitiva, preferendo un atteggiamento personalistico di rendita e di stallo organizzativo.
Ricordo, quale figlio nostalgico della prima repubblica come , a seguito di una sonora sconfitta politica cittadina, fosse conseguenza immediata e dignitosa dimettersi da incarichi di partito, nello specifico da segretario, mettendo in discussione, come in ogni democrazia moderna, il proprio operato.
La prima regola è non raccontare falsità o verità strumentali ai cittadini poichè le urne sono state chiare e inequivocabili: il Pdl a Brindisi non è più l’alternativa alla sinistra!
Lo sconfortante dato politico che emerge è la marginalità mista a superficialità di quello che in passato era l’antagonista principe di tutto il centro-sinistra.
Risalire la china non sarà facile a livello nazionale, ma rischia di essere una missione quasi impossibile a livello locale, cittadino.
E’ troppo comodo dare la colpa ai nostri elettori o ai dirigenti provinciali e regionali del partito; la verità è un’altra: il Pdl a Brindisi città non viene votato perché non ha un’anima, una linea politica chiara e unitaria, un partito dove tutti si sentono legittimati a Generali o a capo assoluto, a dire tutto ed il contrario di tutto, a redigere programmi politico-amministrativi del tutto individuali e personali, è un partito che non incarna il cambiamento ma il consolidamento di posizioni di rendita.
Così come, scoprire che qualcuno, dopo essersi sottratto volontariamente al confronto elettorale, lavorando cinicamente all’affossamento del Pdl invitando al “non voto”, o qualcun’altro convertito sulla via congressuale o di Damasco, possa argomentare sull' antipolitica, bacchettare dirigenti partitici e dare lezioni di partecipazione, è stato veramente troppo.
Ragione per la quale ritengo urgente e prioritario ripartire da un profondo rinnovamento della classe politica locale e delle dinamiche che la alimentano: è necessario lavorare sul territorio, con in nostri rappresentanti, tesserati, eletti, perchè c’è un popolo di centrodestra deluso, mortificato e magari arrabbiato, ma che comunque c’è; così come c’è una intera, giovane generazione politica ferita e sfiduciata.
Dobbiamo, ora ancor di più, dare punti di riferimento chiari, certi e imprescindibili, e ricominciare a parlare con tutti; non è più pensabile chiudersi nella stanza del potere scegliendo strategie poco lungimiranti e poco condivise.
Bisogna iniziare a lavorare possibilmente in maniera diversa e propositiva: partendo dalla condivisione dell’esame di un risultato elettorale certamente disastroso, di cui farsi carico: perché così si comporta responsabilmente una matura classe dirigente, anche a livello locale.
Pertanto mettiamo da parte le accuse, le polemiche e le divisioni: un partito si ricostruisce, soprattutto, partendo da ciò che ci accomuna.

AVV. COSIMO DE MICHELE COMPONENTE REGIONALE PDL