Brindisi, 21/05/2012
Ordigno al Morvillo-Falcone, CL: "tra una tragedia e noi"
Anche oggi Brindisi è una città distrutta dal dolore. E' una città vuota, schiantata, annichilita, bruciata. E' una città attonita, basita, incredula, sconvolta. Il fatto è gravissimo. Un ordigno vicino ad una scuola. Ragazzi, dell’età dei nostri figli, dell’età dei nostri giovani. Studenti. Una giornata iniziata con un "Buongiorno mamma! Ci vediamo per pranzo!" e mai finita! Una giornata iniziata per loro con un "Cosa scrivo oggi nel compito di italiano?" o "Speriamo che la versione di greco non sia difficile" o "Chissà se lui c'è.." e per noi, per quasi tutti noi a quell’ora per strada, un poco assonnati, forse per andare a lavorare,… mentre qualcun altro era lì, per strada, a preparare un ordigno…
Tutto è finito con un grido. Nero. Interdetto.
L'attentato ha aperto una crepa nella nostra città.
Ha denudato tutti noi, ci ha fatto vedere quanto siamo inermi, piccoli ed impotenti di fronte ad un dolore così grande, di fronte al silenzio nelle strade, di fronte alle saracinesche abbassate per "lutto di rispetto" fino a Lunedì e forse Martedì, e forse…, di fronte alle lacrime di un padre e di una madre che hanno perso la loro unica, bellissima figlia.
Il dolore ci ha spaventati, ci ha interrogati e ci ha spinti a chiederci: "Cosa ne sarà di me?". Cosa ne sarà di loro? Cosa ne sarà di me e dei nostri amici, dei miei compagni?
Sinceramente non sappiamo, e forse non interessa tanto, chi sia il colpevole: mafia, terroristi, balordi qualunque o il gesto di un folle, non sappiamo.
Ad altri la ricerca delle responsabilità e dei colpevoli.
Ad ognuno la sua responsabilità.
Come ha detto l’Arcivescovo di Brindisi, mons. Talucci: “…Oggi e' stato colpito proprio il luogo simbolo dell'educazione delle giovani generazioni…” ed ancora “… noi dovremmo saper dire ancora oggi ai giovani di avere speranza…”.
Oggi l’unica cosa che sappiamo è che ora noi siamo nudi. Questo è il sentimento tragico di una esistenza senza speranza.
Non per tutti, non per noi: nella circostanza vogliamo abbracciare quella risposta che attraverso la sua compagnia umana, si è fatta conoscere all’uomo, a me, a noi
E’ Gesù Cristo l'unico che può rivestirci.
E' Lui l'unico, il solo che può dire alla mamma di Melissa : "Donna, non piangere!".
E' Lui l'unico che può salvarmi, salvarci, salvare una città, un paese deserto, assetato, completamente in frantumi.
Chiediamo a Gesù, presente qui ed ora, solo questo: di abbracciare il dolore di una madre, quel dolore che ora le sta divorando l'anima, quella sofferenza atroce. Lui dalla croce ha guardato al nostro niente; Lui ora guarda la nostra cenere, e solo Lui può salvarci.
COMUNICATO STAMPA
COMUNIONE E LIBERAZIONE BRINDISI
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