Roma, 25/05/2012
Tomaselli (Pd): "decreti crediti P.A. penalizzano la Puglia"
Di seguito riportiamo integralmente una Interrogazione urgente a risposta orale prodotta dai Senatori Pd Salvatore Tomaselli, Colomba Mongiello e Alberto Maritati al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell'Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico.
Premesso che:
il Governo è intervenuto sull'annosa questione dei ritardati pagamenti alle imprese approvando, il 24 maggio 2012, quattro decreti che consentirebbero di sbloccare i crediti che le imprese vantano verso la Pubblica Amministrazione;
in particolare due decreti sono riservati alla certificazione dei crediti nei confronti di Amministrazioni statali, enti pubblici nazionali, enti locali, Regioni e enti del servizio sanitario nazionale; un terzo decreto stabilisce le regole per compensare i crediti con i debiti verso il Fisco iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012; infine, il quarto decreto costituisce un fondo centrale di garanzia con decreto del ministero dell’Economia, per offrire garanzia diretta sull’anticipazione dei crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione;
a completare le misure in materia di certificazione e compensazione fiscale, si aggiunge la firma dell'accordo tra Abi e associazioni degli imprenditori per la costituzione di un plafond del valore iniziale 10 miliardi di euro, riservato allo mobilizzazione dei crediti verso lo Stato;
i debiti della PA ammonterebbero a circa 70 miliardi di euro e, sulla scorta delle misure predisposte dal governo e di quanto dichiarato dallo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, già entro la fine del 2012 dovrebbero essere pagati debiti per un ammontare di 20-30 miliardi di euro, attraverso un meccanismo che, previa certificazione dei crediti scaduti da parte delle amministrazioni, consentirà alle imprese di recarsi in banca per farseli anticipare o per cederli, il tutto attraverso la garanzia del Fondo centrale che consentirà anche alle imprese meno forti di essere tutelate;
da questa procedura di certificazione dei crediti, che senza dubbio rappresenta una boccata di ossigeno per le imprese messe in grande difficoltà dalla mancanza di liquidità, restano escluse le amministrazioni commissariate e le Regioni sottoposte ai piani di rientro dei deficit sanitari, e quindi, tra queste, la Regione Puglia;
considerato che:
a seguito dei provvedimenti adottati dal governo, la Puglia al pari di altre regioni rientranti in tali criteri di esclusione, risulterebbero tagliati fuori da questa misura che costituisce una straordinaria opportunità per la ripresa economica, con l'ulteriore grave conseguenza di impedire e negare, a tutte quelle aziende che vantano crediti nei confronti di tali amministrazioni regionali, la possibilità di trovare finalmente il giusto ristoro alle inadempienze e ai ritardi cronici della pubblica amministrazione;
tale esclusione, anche sotto il profilo della costituzionalità, appare una grave ed inammissibile discriminazione a danno delle imprese che operano in quelle aree del territorio nazionale, estromesse dai benefici delle misure di compensazione fiscale varate dal governo, che verrebbero in tal modo penalizzate rispetto a quelle che operano in zone diverse del paese;
è invece necessario garantire maggiore liquidità alle imprese in condizioni di parità, riducendo in modo uniforme e non discriminatorio i tempi di pagamento della pubblica amministrazione e, nel contempo, predisponendo misure dirette a sostenere soprattutto quelle aree del Paese in maggiore difficoltà;
le conseguenze di una estromissione di talune zone del Paese dai suddetti benefici fiscali avrebbero un devastante effetto domino sull'occupazione e su tutto il comparto economico-produttivo, le cui prospettive di crescita verrebbero completamente azzerate;
non si comprendono le ragioni di natura tecnico-finanziaria alla base dell’introduzione di tali parametri che prevedono una così diffusa ed insostenibile penalizzazione di migliaia di piccole e medie imprese per nulla responsabili delle ragioni che hanno prodotto negli anni trascorsi il commissariamento di enti e regioni o l’adozione di piani di rientro dei deficit sanitari;
si chiede al Governo di riferire con urgenza:
se non ritenga opportuno e doveroso apportare al più presto le necessarie modifiche ai provvedimenti di cui in premessa al fine di garantire parità di condizioni a tutte le imprese che operano sul territorio nazionale;
se non ritenga che l'indiscriminata estromissione di cui in premessa sia un’insostenibile sottovalutazione da parte del governo della gravità della situazione socio-economica del Mezzogiorno, in quanto la prevalenza degli enti esclusi interessa proprio in grande parte le aree del centro-sud d'Italia;
se non ritenga che tale discriminazione contribuirebbe in maniera determinante a danneggiare non solo il Mezzogiorno ma lo stesso tessuto economico produttivo nazionale, compromettendone irreparabilmente la ripresa e aumentando il divario che già esiste tra Nord e Sud, e vanificando nei fatti – togliendo con un mano ciò che dà con un’altra - le parziali misure annunciate dal Governo per il cosiddetto Piano Sud.
Sen. Salvatore Tomaselli
Sen. Colomba Mongiello
Sen. Alberto Maritati
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