Ostuni, 25/05/2012
Smascherata falsa onlus: chiedevano denaro per bimbi disabili
Truffa aggravata e continuata in concorso, false dichiarazioni sulle qualità proprie o di altri, falsificazioni. Con queste accuse gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ostuni hanno bloccato tre persone (due in Ostuni ed una a Brindisi).
L'operazione è stata eseguita ieri pomeriggio e giunge al termine di una complessa attività investigativa che ha consentito di individuare e sgominare una falsa “associazione onlus”.
Arcobaleno: questo il nome scelto da Massimo Stano (40 anni), Carmen Greco (44 anni) ed il compagno di quest’ultima, Angelo Capriglia 33 anni, per una falsa associazione - mai registrata - che permetteva loro di aggirarsi in quasi tutti i comuni delle province di Brindisi, Bari e Taranto chiedendo ed ottenendo da un numero impressionante di cittadini varie somme di danaro.
L'attività illecita, perpetrata da quattro-cinque anni, consisteva nel presentarsi a diverse persone e chiedere somme di denaro sostenendo di che fossero destinate a curare bambini portatori di gravissimi handicap o malattie genetiche.
I tre, muniti di tesserino con foto apposto alla giacca, si presentavano presso abitazioni, negozi, studi professionali ed in ogni altro luogo ritenuto idoneo e, dopo aver impietosito gli ignari interlocutori mostrando appositi book fotografici contenenti fotografie a colori, dal forte impatto emotivo, si facevano elargire i fondi, ringraziavano con calore e rilasciavano ai donatori regolare ricevuta, numerata, di pari importo, recante tutti gli estremi (falsi, ivi compreso il numero di telefono) della onlus.
Ai donatori più esigenti, desiderosi di sincerarsi in merito all’effettiva finalità benefico-filantropica della richiesta di contributi, i malfattori mostravano fotocopie di una vecchia circolare del “Ministero dell’Interno” ed esemplari originali di “comunicazioni” preventivamente effettivamente depositate (via fax ovvero di persona) presso Municipi, Comandi di Polizia Municipale, Comandi Stazioni Carabinieri o Commissariati di Pubblica Sicurezza, attraverso le quali si comunicava che operatori di quella onlus, in determinate giornate, “sarebbe stato presente” per svolgere l’attività di raccolta di fondi.
Proprio queste comunicazioni hanno tradito i tre imbroglioni. L’indagine, infatti, è partita dopo che Scano ha depositato la “semplice comunicazione” in Comune ed in Commissariato, riuscendo, così, ad ottenere dagli ignari addetti l’apposizione di timbri attestanti il mero avvenuto deposito (con sigla a margine) sul foglio (identico) presentato con funzione di “ricevuta”.
I seguenti accertamenti eseguiti dalla Squadra di Polizia Giudiziaria e dalla Polizia Amministrativa e Sociale, in collaborazione degli esperti delle Banche Dati del Ministero dell’Interno, hanno fatto emergere la radicale falsità di tutto il complicato apparato sotteso alla falsa onlus.
Stano è stato bloccato all’interno di uno studio professionale del centro cittadino di Ostuni mentre, avendo ottenuto un “contributo di 10 euro”, stava rilasciando la “regolare” quietanza di pari importo, con tanto di firma del volontario cui aveva riferito che quel contributo era destinato ad aiutare “un bambino in difficoltà, in Latiano”.
Le successive perquisizioni domiciliari hanno consentito di rinvenire e sequestrare tutto il materiale occorso per falsificare i tesserini dei vari volontari (atti vari, fotografie, moduli di tesserini da compilare, etc.), numerosissimi bollettari per il rilascio di ricevute (regolarmente cronologicamente numerati, in parte esauriti), i timbri automatici della falsa associazione onlus, i falsi book fotografici utilizzati per impietosire i truffati, una settantina di copie di “comunicazioni” che risultano essere state “depositate”, anche negli scorsi anni, in Uffici comunali e di Forze di Polizia. Gran parte del materiale è stato rinvenuto e sequestrato all’interno del portaoggetti di una vettura.
E' stata sequestrata anche la somma di circa 50 euro, frutto di alcune precedenti “donazioni” ed è stato acclarato che i proventi dell’illecita attività porta a porta venivano divisi al 50% tra la coppia Greco-Capriglia ed i vari operatori a ciò dedicatisi.
Allorché hanno compreso di essere stati radicalmente smascherati, i tre hanno confessato le proprie responsabilità.
Sono in corso ulteriori indagini anche a carico di altri soggetti che sono stati notati, negli ultimi tempi, in Ostuni e centri limitrofi, contattare cittadini in alcuni simili “porta a porta”.
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