Se la politica è l’arte del compromesso il taglio delle province voluto dal governo Monti è un brutto compromesso. Infatti o un Ente è inutile per cui lo si abolisce “tout court”o è necessario alla collettività per cui lo si mantiene.
Invece si lasciano in vita ancora 43 province mentre 64 (tra cui la nostra) saranno cancellate o accorpate.
A rafforzare la convinzione che la soluzione più auspicabile sarebbe stata quella di cancellarle tutte è la profonda limitazione economica e decisionale che questo ente intermedio subisce.
Infatti si ridurranno notevolmente i già esigui trasferimenti statali e le competenze future saranno limitate al solo ambiente, viabilità e trasporti lasciando il resto delle funzioni precedentemente esercitate ai Comuni.
I presidenti delle provincie inoltre non saranno più eletti dai cittadini ma dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio di appartenenza. Insomma un ridimensionamento ai minimi termini di fronte al quale valeva la pena di essere coraggiosi fino in fondo e chiudere definitivamente la pratica.
Per Brindisi in particolare l’accorpamento con Taranto suona oltremodo innaturale in quanto la nosta storia, le nostre tradizioni, il nostro dialetto e non ultima la distanza chilometrica ci avvicinano di gran lunga più a Lecce ed al Salento che non all’area jonico-metapontina.
Nei prossimi 40 giorni la Regione Puglia in collaborazione con l’ANCI e l’UPI dovrà formulare una proposta finale di accorpamento da trasmettere poi al governo.
La nostra classe politica ha adesso il dovere morale di ragionare serenamente sull’argomento e trovare una strategia unitaria da sostenere collettivamente.
Certo decidere se essere provincia di Lecce o Taranto è un po’ come scegliere se morire fucilati o impiccati ma se la nostra provincia deve proprio morire almeno facciamolo con onore e nel rispetto della sua storia e delle sue tradizioni.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE VALENTINO - CONSIGLIERE COMUNALE PARTITO DEMOCRATICO