Bari, 23/07/2012

Romano (Pd) su nascita di intergruppo in Consiglio regionale

Ritengo doveroso chiarire direttamente alcuni aspetti della vicenda legata alla ipotetica nascita di un intergruppo in seno al Consiglio Regionale.
E’ sempre attuale il tema di una produzione legislativa moderna e quindi chiara, attinente e di facile applicazione.
Questa esigenza di carattere generale oggi, deve fare i conti con la semplificazione dei procedimenti, con il carattere dipartimentale della decisione quando le competenze e le Istituzioni chiamate in causa sono diverse. I tempi della decisione amministrativa che diventa autorizzazione non possono più essere considerati una variabile ininfluente, soprattutto se il campo di azione è di natura economica.
Cimentarsi sulla qualità della produzione legislativa, mi pare un dovere dell’eletto chiamato a produrre sempre buone pratiche politiche. In questo tempo segnato poi da incertezza, precarietà e confusione politica, una buona pratica può essere funzionale a riannodare le sfilacciate fila del rapporto tra l’eletto e l’elettore.
Nessun fine politico, nessun obiettivo recondito, ma solo l’esigenza di superare particolarismi e recuperare alla funzione legislativa la dimensione generale, e cioè la Puglia ed i suoi problemi e farlo al meglio delle condizioni date.
Altro non mi appartiene né mi interessa. La mia formazione, e se mi è consentito anche la storia personale, mi fa guardare alla politica per la sua funzione “pedagogica”, per la sua capacità di ricondurre a sintesi la rappresentazione di interessi spesso configgenti, avendo sempre un occhio di riguardo verso coloro o che non hanno voce o, se ce l’hanno, si sente sempre meno.
Ho conosciuto i partiti dal di dentro, valutandone i tantissimi difetti ma anche qualche merito; come sto conoscendo, anche qui dal di dentro, la qualità e la competenza generale della rappresentanza istituzionale ai diversi livelli.
Non sono convinto che le classi dirigenti attuali, e per non ingenerare interpretazioni errate, a partire da me, siano un passo avanti rispetto al passato, anzi. Anche se i partiti, in quanto organizzazione, rappresentavano un modello aristocratico di democrazia, sono rimasti al riparo e dalle derive populistiche che dalla esasperazione del leaderismo.
Per questo credo ancora nella loro capacità di autoriformarsi rappresentando tutte quelle pulsioni positive di cui può essere portatrice la società, anche in tempi di vacche magre come questo momento di crisi esposto alla esasperazione di ogni conflitto.
Queste profonde convinzioni mi portano lontano anni luce dall’adesione al civismo di ultima o penultima fattura. Come nel mio passato, anche oggi rimango impegnato in prima linea a riformare dal di dentro i partiti, il loro modo di aderire alle pieghe della società, di promuovere classi dirigenti portatrici di interessi ma mai pregnate di essi.

COMUNICATO STAMPA GIUSEPPE ROMANO - CONSIGLIERE REGIONALE PARTITO DEMOCRATICO