Brindisi, 23/07/2012
Camassa (Nova Era): "in attesa di vedere cosa sa fare il governo Monti"
Nell’ultimo consiglio dei Ministri non si è proceduto all’accorpamento delle festività previsto nel decreto n. 138 del 2011 in quanto, secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio. Se è vero che accorpare non da sufficienti garanzie di risparmio siamo sicuri che accorpando le province si effettui realmente una spending review?
Vorremmo porre una piccola riflessione che accomuna tutte le province italiane.
Le scuole medie superiori attualmente sono gestite in termini di edilizia e servizi (riscaldamento ad esempio) dalla Provincia di appartenenza. Come sappiamo tali istituti scolastici non sono sempre presenti in tutti i Comuni della Provincia, perciò i Comuni che ospitano tali istituti acquistano il ruolo di collettore delle esigenze scolastiche di un’intero comprensorio.
E’ alquanto naturale che sia un Organo dello stato sovra-comunale, la Provincia appunto, a sovrintendere a tali esigenze. Con il decreto per la spending review la questione passa ai Comuni, i quali avranno un’ulteriore aggravio di competenze quindi di costi. Sorgono, pertanto, alcune domande spontanee: Saranno i Comuni in grado di soddisfare anche questo aggravio competenze? Su chi scaricheranno i costi solo su i propri residenti o su tutti gli usufruitori?
C’è il rischio concreto che dopo l’aumento sconsiderato delle tasse universitarie per effetto dei vari tagli e leggi di riordino degli Atenei ci sia anche un aumento notevole delle tasse scolastiche. Insomma la tassazione indiretta peserà ulteriormente sulle famiglie. Quindi a chi gioverà la fine delle Province e delle loro competenze? Potremmo fare un’ulteriore esempio sulle strade intercomunali potremmo viaggiare per alcuni chilometri, nei comuni virtuosi, con la Ferrari, poi dover cambiare l’auto, un fuoristrada, per percorre i tratti stradali ricadenti nei comuni che non possono permettersi una manutenzione ottimale delle strade. Forse sarà bene rispolverare la vecchia 500 scassata del Nonno.
Noi siamo tra quelli che ritengono che la spesa dello stato vada rivista, ma partendo da dove realmente si annida lo spreco: cioè nelle 3127 società a partecipazione di Regioni, Province e Comuni che si dicono società strumentali ma che in realtà hanno un solo fine sperperare denaro, vessare i cittadini e distribuire regalie agli amici degli amici. E pensare che la stessa UPI, con una lettera firmata anche dal nostro Presidente Ferrarese, aveva indicato al Governo la direzione su cui operare invece si è fatto finta che le soluzioni erano altre. Complimenti!
Ieri, qualcuno a voluto ricordare la famosa frase: “i Politici guardano alle elezioni, gli Statiti guardano alle future generazioni” Sommessamente vorremo porre una riflessione: “Quando uno statista guarda troppo o solo alle future generazioni rischia che le stesse si allontanino dalle elezioni e dalla politica ritenendole inutili a vivere il presente”.
Se è vero che c’è il vento dell’antipolitica da qualche parte esso si genera, Noi riteniamo che sia proprio la mancanza di scelte politiche, ma goffamente tecniche, ad alimentare una disaffezione alla cosa pubblica. Siamo convinti che quando un popolo in tutte le sue articolazione economiche sociali non si riconosce in precise identità socio-politiche lo stesso si ritrova in stato di intontimento in cui ogni azione non sortisce alcun effetto. Ci voleva, ci vuole, un’elettroshock che speravamo che il governo Monti avrebbe fatto, al momento non abbiamo notizie, pur facendo la fila per pagare l’IMU, aspettando la pensione pur collocato a riposo (vedi esodati), aspettando il taglio della pianta organica e le liberalizzazioni dei monopoli di mercato, ecc.
Angelo Camassa
(Presidente Nova Era)
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