Brindisi, 31/07/2012

Giovani Democratici: "sognando il registro delle unioni civili"

I Giovani Democratici sono un’organizzazione giovanile che guarda all’Europa come punto di riferimento costante in termini di sviluppo economico, di civiltà e di difesa senza tentennamento alcuno dei diritti di tutti i cittadini. Siamo tra l’altro persuasi dall’idea che spetti a chi oggi ha venti anni mettersi al centro di una riscossa europea sotto tutti i punti di vista. Per fare questo bisogna saper “portare l’Europa” nelle nostre città, nelle nostre scuole, nelle nostre università, nei nostri luoghi di lavoro, nella nostra vita sociale, nel rispetto dei diritti di tutti senza discriminazione alcuna.
L’Europa immaginata come spazio di progresso e di civismo ha ragion d’essere se si contribuisce a costruirla in ogni angolo del nostro Paese con la stessa voglia, con la stessa tenacia, con la stessa capacità di attuare processi virtuosi di sviluppo, accrescimento e distribuzione della ricchezza mettendo sempre al centro, l’uomo i suoi bisogni e le sue esigenze.
Dobbiamo essere noi a comportarci da cittadini europei, non l’Europa a farci sentire tali.
E’ sulla scorta di queste considerazioni che sosteniamo con convinzione l’iniziativa intrapresa dal PD attraverso un suo consigliere di introdurre a Brindisi come a Milano e in altri 85 comuni d’Italia il registro per unioni civili. Primo perché ciò contribuirebbe a colmare almeno in parte il vuoto legislativo che persiste da quando intorno agli anni 80 è stata resa lecita la convivenza attraverso la famiglia anagrafica. Da quell’evento in poi infatti, in tutta Europa, è stata regolata la convivenza tra persone non sposate. In Italia non si è mai colmato questo gap. Introdurre il registro delle unioni civili significherebbe garantire a coppie etero che non intendono sposarsi e a omosessuali che non possono farlo il riconoscimento di maggiori diritti per ciò che concerne i diritti sociali, la casa, l’assistenzialismo al proprio compagno o compagna, per arrivare alla scuola e ai percorsi educativi dei figli naturali e non legittimi.
Pensiamo che ciò non tolga alcuna tutela alle famiglie cosiddette tradizionali. Anzi sosteniamo che ciò permetterebbe all’asse progressisti-moderati che l’elettorato ha premiato a Brindisi di allargare la tutela dei diritti a tutti i cittadini. Non uno stravolgimento quindi, nemmeno manie di assolutismo ma un atto di civiltà che a Brindisi va compiuto utilizzando strumenti che il legislatore ha introdotto 30 anni fa. I dati Istat a disposizione parlano di 500 mila coppie che convivono e il 15% dei figli sono nati fuori dal matrimonio. Un Paese che vuole rispondere alla progressiva domanda di crescita, e quindi di diritti da parte dei cittadini, può rispondere solo alle esigenze di alcune famiglie e di altre no? Si può pensare di attuare politiche di welfare solo per le famiglie che hanno scelto di congiungersi in matrimonio e non per chi non lo ha scelto o non ha potuto farlo?
Puntare alla crescita e allo sviluppo progressivo della democrazia significa saper rispondere anche alla crescente domanda di diritti da parte dei cittadini. Tutelarli garantirli tutti per noi significa sognare l’Europa a Brindisi.

COMUNICATO STAMPA GIOVANI DEMOCRATICI DELLA PROVINCIA DI BRINDISI