S. Michele S.no, 29/09/2012
Giovedi 4 serata "Attorno a Lippo"
Giovedì 4 ottobre 2012 alle ore 18,30 presso la Pinacoteca “Salvatore Cavallo” si svolgerà l’incontro culturale “Attorno a Lippo” a cura di Rita Fasano e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di San Michele Salentino, Assessorato alla Cultura.
L’evento prevede la presentazione del libro "Se non matura la spiga", edito da “Il Raggio Verde”, ultimo libro di Angelo Lippo, saggista, critico d'arte, poeta tarantino, scomparso nell'agosto del 2011, definito da Raffaele Nigro "il maggior poeta dell'ultimo Novecento tarantino".
L’ appuntamento si snoderà tra la lettura di alcune poesie, gli interventi di Antonella Lippo, giornalista , figlia del poeta, Antonietta Fulvio editore de “Il Raggio Verde” e Alberto Altamura collaboratore di numerose riviste culturali, fra le quali“Portofranco”
Per l’occasione una mostra d’arte con le opere di Nicola Andreace, Giovanni Carpignano, Carmelo Conte, Vincenzo De Filippis, Lucio Giummo, Pietro Guida, Massimo Marangio, Enrico Meo, Vincenzo Vacca costituirà simbolicamente un abbraccio di stima e affetto da parte di alcuni fra i più significativi artisti dei quali lo scrittore, in qualità di critico d’arte, si è curato .
IL LIBRO
“Se non matura la spiga” di Angelo Lippo, Edizioni Il Raggio Verde
“[...] Questo suo nuovo volume ha in più, rispetto agli altri, il dono della persuasione, quel pacato passo che si conquista con la maturità. E, infatti, i versi si muovono con ritmo cadenzato e pieno, non trascurando neppure le
annotazioni antropologiche, neppure le “postille” profondamente liriche” - scrive nella prefazione Dante Maffia ponendo l’accento sulla ricerca stilistica e poetica di Angelo Lippo. Autore raffinato ha consegnato alle edizioni Il Raggio Verde le sue poesie, diverse inedite, per inaugurare una collana, “ConTesti Diversi”, dedicata alla poesia contemporanea, che avrebbe dovuto dirigere lui stesso. Una collana legata all’urgenza della parola poetica che al di là del mero esercizio stilistico elevasse il pensiero ai contesti diversi, quelli che Rosa Luxemberg chiamava la ‘miseria quotidiana’.
“Egli è uno di quei poeti - sottolinea Maffia - che non hanno mai abbandonato le intonazioni musicali che arrivano da lontano, ma questa volta musica e pensiero si sono fusi in un amalgama perfetto. È come se Lippo avesse chiesto ad Archita e a tutti i quarantotto pitagorici della sua città di dargli la mano per riprendere quelle atmosfere lievitate di un tempo in cui magia e verità, irrazionalità e realtà trovavano accoglienza per illuminare e tenere desta la palestra del dialogo. Non c’è una sola poesia della raccolta che sia rigidamente chiusa in un alveare di diktat, anzi... le cose dette hanno una leggerezza che permette di entrare e uscire dall’assenso creando un segno autentico di libertà assoluta.
Ma tutto ruota attorno a un mondo in cui a dare energie alle azioni è l’amore. Un amore mai strombazzato
o gridato ai quattro venti, che sia per la famiglia, per gli amici (si notino le dediche) o per i luoghi. Su tutto splende
Taranto in un alternarsi di luci e ombre e di immagini vecchie e nuove che tra loro si fronteggiano quasi a
determinare un colloquio da cui scaturisce la convinzione che forse certe misure si sono perdute...”
Il libro è strutturato in due sezioni. In Sparse sono raccolte 31 liriche, apparse negli anni su antologie e riviste: qui il poeta si racconta e racconta con levità il proprio tempo, le atmosfere tra l’eloquenza della luce che d’estate parla forte e le ombre che pesano come macigni e diluviano silenzi.
La sezione Inediti 2009-2010 contiene 18 poesie ed è aperta con una Ballata per Aligi Sassu al quale rende omaggio inserendo nel volume la riproduzione di una sua opera che, insieme a quelle di Josè Ortega e Claudio Bonichi, impreziosiscono il libro. In esse troviamo gli inediti, appunto scritti nell’arco di un anno, un ricordo della poetessa Alda Merini e poi versi struggenti dedicati a Taranto “tre ponti, due mari, una città”. “La mia città ha un cuore tenero/ anche se produce acciaio…” scriveva nel poemetto Requiem bianco negli anni 70 denunciando le morti bianche dell’Italsider. Parole inascoltate, cadute nel vuoto scrive in Apatie ma Angelo Lippo non ha mai smesso di credere nel valore della parola, del verso che alimenta la battaglia e può risvegliare coscienze assonnate, piegate dal sonno delle ansie. Ha continuato a comporre i suoi versi, fino alla fine dei suoi giorni, consegnandoci con il libro Se non matura la spiga il suo credo letterario e umano.
“Io non voglio far morire la mia terra” continua ad urlare nei versi di Viltà inerti testimoniando il desiderio di proseguire nella lotta, quel restare in trincea che significa continuare a spendersi per la propria terra nonostante la speranza si faccia giorno dopo giorno “più dura”. Non a caso, il libro si chiude con la poesia Misteri del XXI secolo dove protagonista è la diossina “un’invenzione attuale che si adagia lenta – dicono – nei polmoni, bugiarda come una caramella data al bimbo per zittirlo”.
Collana: ConTestiDiVersi
Se non matura la spiga di Angelo Lippo
www.ilraggioverdesrl.it
e.mail: info@ilraggioverdesrl.it
In copertina: José Ortega, Uomo nel grano, 1966, olio su tavola, cm. 92x73
ISBN 88-89663-64-6
COMUNICATO STAMPA IL RAGGIO VERDE
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