Brindisi, 23/10/2012
Bonifiche, Cisl: "se non si decide la situazione può solo peggiorare"
La Conferenza dei servizi istruttoria del 16 Ottobre u. s., tenutasi a Roma presso il
Ministero dell’Ambiente, a distanza di un anno dalla precedente convocazione, non
ha fatto altro che confermare quanto sia difficoltoso, per le aziende piccole e
medie, che operano all’interno dell’area SIN, avere le autorizzazioni e ottemperare
alle prescrizioni, al fine di poter realizzare adeguamenti strutturali, produttivi e
manutentivi.
Gli impedimenti, le difficoltà, le farraginosità, aumentano sempre e ottenere la
restituzione delle aree per le finalità consentite dalla legge, rappresenta ogni
giorno di più un vero miraggio. In particolare, quelle zone di proprietà del Consorzio
ASI , per le quali da cinque anni si cerca di concordare con il MATT un percorso
condiviso, risultano ancora una volta indisponibili a qualsiasi progetto di
reindustrializzazione.
Per altro le procedure continuano a complicarsi sempre di più, per le imprese che
vogliono insediare nuovi investimenti produttivi, sia per ottenere l’assegnazione dei
terreni utilizzabili, sia per la consapevolezza di dover andare incontro a costi
aggiuntivi ed impropri, relativi agli oneri connessi, oggetto di transazione con il
Ministero dell’Ambiente, così come previsto dall’accordo di programma del 2007,
pur non essendo i soggetti proponenti l’investimento responsabili dell’inquinamento.
Il decreto Sviluppo di maggio 2011 e il decreto Semplificazioni del 2012, attraverso
la previsione del rilascio di una unica autorizzazione in materia ambientale,
concessa da un solo Ente, avrebbe dovuto facilitare i procedimenti ed individuare le
competenze; al contrario, si sta verificando un allungamento dei tempi della
burocrazia nell’accordare i permessi, se non addirittura interpretazioni restrittive
che stanno portando alla revoca delle autorizzazioni già concesse.
Tanto sta accadendo a Roma nelle Conferenze dei servizi, dove ciascuno dei
soggetti presenti continua a non assumersi la responsabilità di decidere,
giustificando che le nuove normative in atto sono di dubbia interpretazione.
Insomma, se la situazione continua a rimanere questa, il rilancio e lo sviluppo nel
nostro territorio, continuerà ad essere solo una illusione, buona solo per la
propaganda elettorale, ma senza alcun riscontro concreto, poiché a Brindisi tale
contesto può che solo peggiorare.
Tante sono le aziende che stanno chiudendo, ma tante altre sono quelle che
vorrebbero investire e invece sono contrastate, oltre che dalle necessarie attività
di bonifica anche dai comportamenti degli Enti Locali, che invece di agevolare la
crescita e lo sviluppo, sfruttando tali disponibilità, stanno impoverendo sempre più
il nostro sistema produttivo, ignorando i disoccupati e i lavoratori che giorno dopo
giorno continuano a perdere il posto di lavoro.
Infatti, gli Enti Locali presenti a Roma, con i propri rappresentanti, anziché
affrontare le criticità evidenziate dal Ministero, hanno scambiato una conferenza
tecnica per una platea politica. Ci riferiamo in particolare al piano di
caratterizzazione presentato dalla società Brindisi LNG, che ha scatenato le
ennesime polemiche sulla opportunità di quell’insediamento.
La CISL chiede con forza a tutti i soggetti deputati di affrontare queste questioni
con spirito costruttivo e dal punto di vista tecnico, il tema delle caratterizzazioni
ambientali, affinché si accelerino le conclusioni degli iter autorizzativi , cosa che
permetterebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. Riteniamo, infine, che questo
obiettivo potrebbe essere più facilmente conseguito, istituendo anche per il SIN
brindisino, un unico soggetto giuridico-amministrativo, abilitato al rilascio delle
autorizzazioni ambientali.
COMUNICATO STAMPA CISL
|