Francavilla F.na, 05/11/2012
Riordino Province: ordine del giorno del consigliere Curto
Di seguito riportiamo integralmente il testo dell'ordine del giorno presentato da Euprepio Curto, Consigliere comunale Futuro e Libertà
Il Consiglio comunale di Francavilla Fontana, convocato e riunitosi in data 5 novembre 2012 con all’ordine del giorno “Adozione delibera consiliare sul riordino delle Province ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione”,
Premesso che:
- in data 24 luglio 2012 la Gazzetta Ufficiale pubblicava la deliberazione del Consiglio dei Ministri con la quale – ai sensi del comma 2 dell’articolo 17 del Decreto Legge n. 95, emanato il 6 luglio 2012, e convertito nella legge n. 135 del 7 agosto 2012 - venivano individuati i criteri guida per il riordino delle province;
- il comma 3 del medesimo articolo 17 disponeva che entro 70 giorni dalla data di pubblicazione dei suddetti criteri – e cioè, entro il 3 ottobre 2012- i Consigli delle Autonomie Locali, o altri organi di raccordo, sulla base dei criteri individuati dal Governo, dovevano approvare una ipotesi di riordino delle province del proprio territorio e trasmetterla alle Regioni, le quali, successivamente, entro 20 giorni dalla ricezione di tale ipotesi ( e cioè, entro il 24 ottobre ) avrebbero dovuto provvedere a trasmettere la proposta definitiva di riordino delle province medesime al Governo, il quale, a sua volta, sulla scorta di quanto previsto dal comma 4 del citato articolo 17 del Dl, appena in possesso delle proposte di riordino delle Regioni, entro 60 giorni, e cioè, entro il 24 dicembre, con atto legislativo avrebbe dovuto disporre il definitivo riordino delle province;
- tutto ciò non trovava riscontro nella Regione Puglia, sia a causa della mancata istituzione del (pur previsto statutariamente) Consiglio delle Autonomie Locali, sia a motivo della non istituzione di altro organo di raccordo (sempre che non si ritenga di dover considerare tale l’attività individuale esercitata dall’assessore regionale al ramo), sia in quanto la Regione Puglia in data 22 ottobre 2012 si limitava a trasmettere al Governo le diverse, e molto spesso contraddittorie, delibere di parte degli Enti Locali, in tal modo deliberando di non deliberare una vera e autentica proposta di riordino;
- ciò nonostante, il Governo in data 31 ottobre ha emanato apposito Decreto Legge recante “Disposizioni urgenti in materia di province e Città metropolitane” il cui comma 2 dell’articolo 2 appositamente recita “Dalla data di cui al comma 1 si determina il mutamento di circoscrizione provinciale di appartenenza per i comuni indicati nella tabella allegata al presente decreto, come in essa specificato. La tabella costituisce parte integrante del presente decreto”;
- la richiamata tabella recante “Mutamenti delle circoscrizioni provinciali conseguenti ad iniziative dei comuni ai sensi dell’articolo 133, primo comma della costituzione, con decorrenza 01/01/2014” disponeva che a partire da tale data la città di Fasano passasse dalla provincia di Brindisi all’Area Metropolitana di Bari, mentre Cellino San Marco, Erchie, Mesagne, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo e Torre Santa Susanna sarebbero state inserite nella Provincia di Lecce;
- tale dato, ove confermato in sede di conversione in legge, non solo cancellerebbe culture, storie, relazioni e radici comuni; ma, altresì, costituirebbe un durissimo colpo alle residue ipotesi di crescita e rilancio economico di un’area alle prese con la più grave crisi degli ultimi decenni, peraltro senza produrre alcuna utilità né a Taranto, che di fatto annetterebbe una provincia mutilata, né a Lecce, che, a sua volta, da prima provincia dell’area ionico salentina in termini di popolazione, si troverebbe, consequenzialmente, ad occupare l’ultimo posto;
- tale ipotesi è da considerare ancor più devastante se solo si considera il sostanziale rafforzamento del nord della Puglia a seguito di tale ipotesi di riordino, sia a ragione dell’imponente dimensione che andrebbe ad assumere la Provincia di Foggia, sia, soprattutto, in conseguenza alla istituzione di Bari Città Metropolitana su cui, come è noto, confluirebbero automaticamente consistentissime risorse finanziarie, oltre a rilevantissimi investimenti infrastrutturali;
- in definitiva, verrebbe a cristallizzarsi una situazione antica in cui la suddivisione delle risorse finanziarie tra le diverse aree della Puglia è sempre avvenuta in assoluto dispregio ai criteri equi e oggettivi rappresentati dalla proporzionalità delle dimensioni delle aree interessate, dalla popolazione residente e dal Pil prodotto;
- in qualsiasi caso, tale presumibile devastante schema di riordino conterrebbe evidenti profili d’incostituzionalità in quanto dalla lettura combinata del comma 2 dell’articolo 132 della Costituzione e dello stesso articolo 133 si evince senza ombra di dubbio che con l’espressione “su iniziative del Comuni “il Legislatore non intendesse riferirsi alle nude deliberazioni degli Enti Locali, in qualsiasi caso sempre rappresentativi di maggioranze politiche, ma alla formalizzazione di atti deliberativi contenenti la volontà delle popolazioni espressa mediante referendum.
Tutto ciò premesso, considerato che:
- le manifestazioni di volontà degli 8 comuni sono state espresse mediante delibere di Consiglio comunale e non attraverso la consultazione delle popolazioni interessate attraverso lo strumento del referendum;
- la stessa delibera del Consiglio comunale di Fasano poggia la propria vis deliberandi su una consultazione popolare effettuata in assenza dei vincoli procedurali e di garanzia che caratterizzano la consultazione referendaria.
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio comunale di Francavilla Fontana
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta a promuovere tutte le iniziative istituzionali finalizzate a modificare le attuali circoscrizioni provinciali di Brindisi, Lecce e Taranto accorpandole in una unica maxi provincia: il GRANDE SALENTO.
Ove tale obiettivo non dovesse essere raggiunto, e, al contrario, dovesse essere confermata la disgregazione dell’attuale provincia di Brindisi, opporre ricorso amministrativo al provvedimento del governo in quanto privo di un elemento essenziale tassativamente previsto dall’articolo 17 del già citato Decreto: LA PROPOSTA DI RIORDINO DELLA REGIONE PUGLIA .
Promuovere nelle opportune forme idoneo ricorso alla Consulta affinché sia dichiarata l’incostituzionalità della Legge di conversione del Dl 95 del Luglio 2012 in quanto in palese violazione col combinato disposto del secondo comma dell’articolo 132 e del primo comma dell’articolo 133 della Carta Costituzionale, dalla cui lettura appare ampiamente desumibile come la volontà dei Comuni non debba che essere espressa attraverso lo strumento del REFERENDUM.
Euprepio Curto
Consigliere comunale Futuro e Libertà
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