Brindisi, 13/11/2012
Feneal Uil denuncia la crisi del settore edile
Il Segretario responsabile Giovanni Librando intende con questa nota denunciare lo stato di
grande precarietà del settore edile in terra di Brindisi e le conseguenti drammatiche ricadute
per i lavoratori e le aziende locali.
Sembra strano coniugare da parte di un sindacalista lo stato drammatico vissuto dai lavoratori e
dalle aziende, naturali controparti.
Ma la verità è che la parte datoriale sana che rispetta le norme, i pagamenti dei lavoratori, le
regole e le normative stabilite dai vari Istituti previdenziali tende a scomparire. Denunciamo la
strana situazione di costruzione di strutture vinte in gara d'appalto e realizzate da imprese
esterne al territorio che utilizzano personale proprio assunto nel luogo di residenza della stessa
impresa a tempo determinato o tramite agenzie fuori da questa provincia, eliminando così
qualsiasi forma di ricaduta economica sul nostro territorio oltre a quella negativa che si
determina sui livelli occupazionali. Una logica perversa alimentata dai forti ribassi effettuati per
acquisire gli appalti. Però i lavoratori provenienti da fuori provincia, in qualsiasi modo si effettui
questa pratica, hanno un costo superiore se si rispettano i CCNL-CIPL (diaria, mezzi aziendali,
pernottamenti, residenze locali).
Allora, come si concilia questo andazzo? È bene aprire gli occhi.
Oltre al diffuso utilizzo di lavoratori in NERO le norme in materia di sicurezza, spesso, non
vengono applicate in quanto le risorse a disposizione vengono utilizzate per abbattere i costi,
L'Ispettorato del lavoro è impegnato a fare rispettare la legge, ma questo non basta in quanto
manca un coordinamento con le parti sociali e gli enti appaltanti per scambiare informazioni e
rendere, dove necessita, l'intervento dell'Ispettorato più efficace.
Per quanto concerne gli appalti pubblici i tecnici degli Enti interessati non devono controllare
solo l'esecuzione dell'opera, ma anche COME la stessa viene eseguita e se i lavoratori presenti
nei cantieri corrispondono come numero, qualifiche e provenienza agli elenchi forniti alla
Committente, oltre a verificare i pagamenti mensili degli stessi ed i DURC.
Per quanto concerne i Comuni che rilasciano le concessioni edilizie, per i lavoratori privati
dovrebbero fare altrettanto, previo ritiro della stessa concessione. Si eliminerebbe così, dove c'è
minore obbligo, a fornire le documentazioni e l'abbattimento di utilizzo di maestranze in NERO.
L'edilizia in questa città è alla frutta anche se molte opere sono in costruzione.
L'ENEL di Cerano ha appaltato opere edili per svariati milioni di euro con pochissime assunzioni
di lavoratori locali rispetto a quelli dei trasfertisti o di fuori provincia, utilizzando contratti a
tempo determinato sino ad un massimo di 2 mesi. Un contentino questo riservato a pochi
fortunati, se così si può dire!
Dove sono le ricadute lavorative locali preannunciate in pompa magna dall'ENEL?
Molti si nascondono dietro la crisi che, è vero, esiste. Ma di fronte ad opere pubbliche e private
appaltate, spesso vinte da imprese esterne, sembrerebbe che i lavoratori brindisini vengano
sistematicamente esclusi come se affetti da malattia di contagio.
La maggior parte dei disoccupati brindisini hanno gli sgravi previsti dalla Legge perché in
mobilità in deroga oppure in possesso della legge 407 e quindi in altri contesti, vista la loro
professionalità, sarebbero appetibili da qualsiasi azienda che abbatterebbe di molto i costi del
lavoro.
Come mai non vengono assunti in questi appalti? Non sappiamo quanto potrà durare questa
situazione. Confidiamo, prima che sia troppo tardi, che coloro che hanno il potere di intervenire
lo facciano al più presto, perché la Fame, non la Sopravvivenza, ma la Fame è già arrivata!
COMUNICATO STAMPA FENEAL UIL
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