Brindisi, 14/11/2012
Sabato 17 gli studenti tornano in piazza
Gli studenti di Brindisi scendono nuovamente in Piazza il 17 novembre, a termine della settimana di mobilitazione coordinata nella maggior parte delle scuole. La manifestazione partirà alle 8.30 dalla stazione e giungerà in Provincia, dove una delegazione di studenti incontrerà un rappresentante con cui discutere delle problematiche delle scuole quali diritto allo studio, trasporti, edilizia.
Gli studenti scelgono di interfacciarsi con la Provincia anche perchè essa è simbolo di una istituzione che si sta per allontanare sempre più dai cittadini, causando gravi difficoltà soprattutto alle scuole, ambito principale di competenza dell'ente locale.
"Si scende in Piazza a chiusura di un movimento senza precedenti in questa provincia" afferma Giulio Gazzaneo, rappresentante Unione Degli Studenti. Martina Carpani aggiunge "l'entusiasmo e l'indignazione che in questi giorni stiamo riscontrando nei ragazzi, a partire dalla manifestazione del 14 ad Ostuni e dalle tante attività svolte nelle città, ci fanno ben sperare che la manifestazione del 17 non chiuderà il movimento."
Il ddl 953 ex Aprea, il DDL Stabilità, La Spending Review sono sempre al centro della protesta studentesca, che promuove invece una scuola libera dalle logiche di mercato, più innovativa, sicura, più vicina agli studenti.
Gli studenti inoltre tengono molto a sottolineare la loro vicinanza ai lavoratori scesi in piazza il 14 in occasione dello sciopero internazionale europeo, con cui condividono istanze e desiderio di cambiamento, per uscire dalla crisi non sulle tasche dei cittadini che non l'hanno creata. Anche la scuola sta subendo la crisi, con ulteriori tagli previsti dal DDL Stabilità e la nuova tranche di tagli prevista dal decreto Gelmini nel 2013, e li subirà ulteriormente a causa della situazione tragica del diritto allo studio che impedisce a molti studenti di proseguire gli studi a livello universitario. Gli studenti, invece, rivendicando i fondi alla legge regionale sul diritto allo studio, denunciano tale situazione che riporta l'Italia agli anni 60.
Nelle scuole in questi giorni di mobilitazione, pertanto, non si sono limitati a studiare le proposte di legge, ma hanno anche creato dal basso proposte di cambiamento della scuola che hanno reso questo movimento non solo di contestazione, ma anche di matura creazione.
COMUNICATO STAMPA
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