Brindisi, 16/11/2012
Comunità Ellenica: "o Provincia Brindisi o Provincia Grande Salento!"
Anche se tutti i politici in privato ammettono l'inutilità delle provincie “una istituzione molto costosa, ormai superata e soprattutto vuota di contenuti”, anche se in privato dicono ciò con convinzione ed enfasi, in pubblico pochi di loro hanno avuto il coraggio di dire le cose con il proprio nome e soprattutto ad esporsi nettamente ed esplicitamente a favore della necessità della loro abolizione netta e totale.
Le provincie sì, sono costose e garantiscono servizi che potevano erogare benissimo i singoli comuni o la regione ma sono anche poltrone molto ambite e ben retribuite, posti di lavoro ricercatissimi, insomma sono “potere politico forte e reale”… e allora come risolvere tale problema in un periodo di austerità e di tagli forzati di spesa pubblica? Hanno pensato bene ed hanno deciso di risolvere il problema “all’italiana”: accontentare i forti e far litigare i più deboli, cambiando sostanzialmente poco o niente… Quindi non abolizione di tutte le province, ma soppressione di quelle più piccole, quindi più deboli!.. Se non bastasse tutto ciò, esse devono o accorparsi con realtà vicine ma spesso storicamente rivali o addirittura ostili o devono trovare loro le soluzioni di “sottomissione” per proporle al governo che a sua volta avrà l’ultima parola: una vera tragedia, un psicodramma all’italiana!
Nel nostro territorio più vasto (province di Brindisi, Lecce e Taranto), nella storica e gloriosa “Terra d’Otranto” tutti sanno cosa è successo: tra i silenzi più assordanti dei nostri politici locali si è deciso che Lecce rimane provincia (grazie ex ministro) mentre Brindisi e Taranto devono scegliere il loro destino (grazie ex presidente): o insieme o con Lecce… e qui nasce un problema serio. Se le tre province si uniscono in una il capoluogo deve essere Taranto che è più popolosa, lo dice la legge stessa!… ma Lecce non ci sta… e allora ecco la soluzione dal cilindro ministeriale (grazie ancora ex ministro): i singoli comuni del territorio possono votare ed eleggere il capoluogo!.. Lecce ha tre volte più comuni di Brindisi e Taranto messe insieme…
E allora cosa fare? Le disgrazie sono disgrazie, ma sono anche segnali del destino ed in questa disgrazia c’è del buono. È venuta fuori, attraverso rivalità storiche rispolverate ed i soliti campanilismi di rito, l’omogeneità storico-culturale (e naturalmente sociale) del territorio. Si può chiamare “Terra d’Otranto”, si può chiamare “Grande Salento”, si può chiamare “Tacco d’Italia” , si può chiamare come si vuole, ma una cosa è certa: questo è un territorio unico e indivisibile, nei pregi e nei difetti delle sue genti. Da Otranto a Egnazia, dal porto di Brindisi alla piana di Metaponto, questo è un territorio importante con una forte identità storica e culturale. Siamo la terra di passaggio dalla civiltà minoica, ellenica e mediterranea, siamo – senza enfasi - quella Magna Greca, che è l’ombelico culturale d’Europa!
Ecco allora perché da questo pasticcio politico può uscire una grande cosa, una grande verità che può diventare convinzione ed orgoglio di una popolazione con radici storico-culturali molto profonde nel tempo, che ha tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento culturale, ma anche commerciale ed economico dell’intero bacino mediterraneo, dei paesi Balcanici e quelli della nuova Europa.
La priorità in questo momento non dev'essere l'interrogativo su quale delle tre città sarà il capoluogo! Prima si fa il “Grande Salento” e poi si vede per il resto, dividendo magari i compiti istituzionali nel territorio e soprattutto garantendo per ogni città la sua dignità ed unicità. Si chiede in seguito alla gente, dopo un campagna informativa capillare e democratica, tramite un referendum dove vogliono il capoluogo della nuova provincia: non lo si chiede certo ai comuni, che indirettamente sonno espressioni partitiche, ma alla gente che vive nel territorio!
A tutti quelli che dicono “Brindisi provincia senza se e senza ma” forse si deve ricordare che per il governo la faccenda è chiusa: non si torna indietro, anche grazie alla stragrande maggioranza dei nostri politici che sono d’accordo, complici in quanto allineati con i loro partiti, ma non hanno il coraggio di ammetterlo. Allora, invece di piangere sul latte versato forse è meglio cercare di trarre vantaggi da una situazione che a prima vista sembra penalizzarci.
A quanti brindisini, infine, vedono nemici dappertutto (i leccesi ci ruberanno l’aeroporto come hanno fatto con la sabbia, i tarantini ci ruberanno il porto) qualcuno deve spiegare che, invece di mostrarsi insicuri e diffidenti cronici, è forse più utile mostrare maggior coraggio e dimostrare di saper difendere a spada tratta, con argomentazioni valide anche la candidatura di Brindisi come capoluogo: abbiamo qui il porto e l’aeroporto del Grande Salento e le colonne della scalinata Virgilio sono un simbolo che ci collega idealmente con le grandi civiltà del passato che da qui son passate, lasciando i segni e rendendoci testimoni unici di una millenaria capacità di questo territorio e delle sue genti di stare sulla scena internazionale.
Quindi: né Lecce né Taranto – o provincia Brindisi o provincia Grande Salento! Il capoluogo lo scelgono gli abitanti tramite referendum popolare! Le provincie sono morte! Viva il Grande Salento!
COMUNICATO STAMPA IOANNIS DAVILIS – PRESIDENTE COMUNITÀ ELLENICA DEL GRANDE SALENTO (BRINDISI, LECCE E TARANTO)
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