Brindisi, 21/11/2012
Albano e Monetti (Pd): "Sanità Pubblica: una riorganizzazione complicata"
Nei prossimi giorni presso l’asl di Brindisi in via Napoli sarà presentato il progetto di riorganizzazione dei servizi pubblici di laboratorio analisi, che insistono sull’intera provincia di Brindisi.
Un intervento che appare di esclusivo e/o preminente interesse economico, di stampo tipicamente ragionieristico, che fallisce l’obiettivo e l’esigenza di modernizzazione e miglioramento dell’efficienza del settore, perché nella sua articolazione va a incidere negativamente sulla qualità dei servizi erogati e sul sistema di tutela della salute degli utenti.
Rimangono peraltro molte perplessità sulla effettiva entità del risparmio, che si dichiara di poter conseguire.
Si ipotizza infatti la centralizzazione del servizio presso il laboratorio analisi dell’Ospedale Perrino di Brindisi, che già attualmente si trova ad operare nel contesto di una situazione organizzativa di sofferenza, a causa del rilevante peso del carico di lavoro, che influisce sui tempi lunghi che si consumano, dal momento dell’accesso dell’utente, fino alla consegna dell’esito.
Una situazione destinata a peggiorare, a causa del maggior impegno derivante dalla chiusura del laboratorio distrettuale, che, attualmente, riesce a soddisfare una domanda importante, nel tempo medio ridotto di tre giorni.
Nondimeno, risulta paradossale il fatto, che mentre la regione Puglia da anni chiede una deospedalizzazione dei servizi all’esterno, l’asl di Brindisi intenda procedere in senso opposto.
Oppure, che in risposta alla richiesta della regione di un potenziamento delle risorse tecnologiche, si ipotizza la dismissione delle strumentazioni esistenti, in funzione di un ipotetico risparmio sui canoni di noleggio, che dubitiamo possa effettivamente realizzarsi per effetto del contratto di service di laboratorio, ancora in vigore, che imporrà il pagamento del canone, indipendentemente dall’utilizzo della relativa strumentazione.
Ma sono tante altre le incertezze rispetto al progetto proposto di articolazione territoriale del servizio, che riguardano il costo del trasferimento dei prelievi effettuati nei centri dismessi da processare presso l’Ospedale Perrino, il possibile danneggiamento del prelievo, col rischio di processi analitici non corretti, le modalità di validazione delle indagini di laboratorio on line, senza il diretto controllo da parte del dirigente preposto, cui è affidata la responsabilità penale del risultato da affidare al medico, che assiste il paziente.
C’è anche da mettere in conto i compiti e le responsabilità del dirigente dell’Ospedale Perrino, che deve validare il risultato di un prelievo effettuato negli ospedali minori, senza conoscere l’esito delle calibrazioni strumentali, la validità dei reagenti usati e del prelievo, che potrebbe aver subito varianti tali da incidere sull’esito.
Con conseguenze che potrebbero condurre quel dirigente a risponderne in qualche aula di tribunale e non certamente i vertici aziendali della ASL, cui va attribuita la responsabilità di aver messo in piedi le procedure utilizzate.
Le carte consultate parlano di 100.000 euro, una cifra importante certamente, ma potrebbe risultare illusoria per le tante spese a latere, necessarie a supporto del progetto, in cui vanno anche compresi i costi degli interventi,a qualsiasi ogni ora del giorno e della notte, degli esperti informatici per la risoluzione di ogni problema informatico, e quello derivante dalla disponibilità di un secondo dirigente, nel caso in cui il dirigente in servizio non sia disponibile.
Ma si può ancora parlare di risparmio, quando si peggiorano la qualità e l’efficienza del servizio? Perché di questo passo si potrebbe pensare di realizzare il risparmio massimo, sopprimendo tutti i laboratori analisi, per indirizzare all’esterno, ai privati, tutte le richieste di analisi di laboratorio, comprese quelle ospedaliere. Certamente ne beneficerebbe il bilancio dell’ospedale, ma non quello della regione e della comunità, considerato i maggiori costi del servizio privato.
Ma non si può neanche escludere che questa riorganizzazione, se attuata, possa determinare molti utenti a disertare le strutture sanitarie pubbliche, per rivolgersi ai privati, a causa dei prevedibili maggiori tempi di attesa.
In quel caso riteniamo non avrebbe alcun senso parlare di risparmi.
Infine, c’è anche da considerare il fatto importante che questa riorganizzazione territoriale impatta con il processo di riordino e di soppressione in atto delle province, che porterà Fasano a far parte dell’area metropolitana di Bari, Ostuni e Francavilla Fontana della provincia di Taranto, Brindisi, S. Pietro, Mesagne di quella di Lecce.
In questo contesto appare prematuro mettere in piedi una riorganizzazione dei servizi di laboratorio, considerate le tante incertezze, che ancora gravano sulla futura articolazione territoriale di tutti i servizi nel territorio.
Potrebbe rivelarsi un esercizio inutile, improduttivo, una perdita di tempo per gli uffici amministrativi e i dirigenti responsabili dei vari laboratori, impegnati ad affrontare e risolvere quotidianamente problemi importanti.
COMUNICATO STAMPA
Vincenzo Albano
Antonio Monetti consigliere comunale PD
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