Brindisi, 28/02/2013

D'Angelo torna in consiglio comunale

Di seguito riportiamo integralmente un intervento del Dott. Cosimo D'Angelo (Consigliere comunale di Noi Centro) nel giorno del suo insediamento nell'assise cittadina al posto del consigliere D'Andria dopo il riconteggio delle schede.

Sig. Presidente del Consiglio, Sig. Sindaco, Sigg. Consiglieri
Preliminarmente ritengo di dover ringraziare la mia famiglia, i miei amici ed i miei elettori, per essermi stati vicini in questi mesi. Mi pare doveroso dover salutare e ringraziare anche l’amico Pino D’Andria che, ritengo, anch’egli vittima dello stesso deprecabile errore capitato a me.
Prima di affermare che: “Giustizia è fatta!” Mettendo in evidenza che le regole della democrazia finalmente sono state rispettate, vorrei sottolineare che la gioia di partecipare a questo Consiglio non mi consente di dimenticare la strana avventura che ho vissuto in questi mesi e che merita di essere conosciuta.
Vi chiedo la cortesia di alcuni minuti per poter raccontare questa storia che mi sembra rappresenti la metafora di un’Italia che non funziona, dove una burocrazia disastrosa e soprattutto la superficialità di chi svolge una funzione pubblica determinano l’esasperazione dei cittadini, costruendo storie paradossali, lontane dal buon senso e soprattutto estranee agli interessi di una comunità.
Quello che sto per raccontare dimostra come i mali della società non siano solo esclusivamente procurati da una politica cialtrona che purtroppo ha tolto a tanti la fiducia nelle istituzioni ma anche da tanti comuni cittadini che vivono in maniera irresponsabile la propria dimensione pubblica.
Tralasciando preamboli e giudizi personali, vi dico in breve che le cause che mi hanno portato in Consiglio Comunale sei mesi dopo la proclamazione degli eletti, sono sostanzialmente il risultato di una catena di inesattezze che vi elenco:
1 – Il cattivo lavoro del personale dei seggi elettorali: presidente e scrutatori. Questi ultimi evidentemente scelti male dalla politica.
2 – La poca attenzione di rappresentanti di lista, sempre meno volontari e sempre più spesso degli improvvisati controllori.
3 – L’inutile lavoro di una Commissione Elettorale Centrale che viene pagata per due mesi di lavoro destinati alla convalida di risultati elettorali errati anche dal punto di vista aritmetico.
4 – La lentezza della giustizia nostrana che nell’epoca delle tecnologie veloci, impiega sei mesi per sentenziare il ritrovamento di schede e quindi di voti non contati dal risultato elettorale. Certamente il TAR ha tempi più brevi della giustizia ordinaria ma rimane pur sempre difficile spiegare e capire i motivi per cui siano necessari sei mesi per sentenziare la presenza di tredici schede regolarmente votate e non contate, nei plichi di due seggi noti. Infatti, il lavoro di ricerca di queste schede ha sostanzialmente comportato un impegno reale di circa tre ore di lavoro svolto il tre dicembre 2012, da due consulenti nominati dal giudice.
5 – Infine, la beffa delle spese giudiziarie. La sentenza del TAR riconosce al sottoscritto l’obbligo di retribuire i propri legali chiamati, non per capriccio, a difendere un’ingiustizia e condanna la comunità ovvero il Comune a compensare i consulenti.
In conclusione, credo di avervi dimostrato come tutto questo sia un esempio del disastroso sistema Italia verso cui abbiamo tutti una quota di responsabilità. Ciò nonostante anche questa mia esperienza dimostra che la tenacia dei protagonisti produce un risultato di giustizia e quindi ci da la speranza di poter vedere un mutamento di questi modelli comportamentali e culturali. Il peggior male della nostra epoca non é l’antipolitica ma il declino dei Valori che induce tante, troppe persone a svolgere male il proprio lavoro o il proprio dovere.
Dopo avervi detto tutto questo, vi ringrazio per la vostra pazienza ma soprattutto concludo con l’augurio che il lavoro di questa Assise prosegua, anche grazie al mio contributo, cercando di testimoniare esempi di correttezza, trasparenza ed efficienza rispetto ai problemi concreti che assillano i nostri concittadini.
Solo se ci renderemo tutti autori di esempi virtuosi, potremo sperare che il mondo che ci circonda possa beneficiare di riflessi positivi. Abbiamo una responsabilità, un servizio da svolgere, non un potere da esercitare; questa profonda differenza deve contraddistinguere ogni attività di ogni mandato consiliare. Pericle sosteneva che: “…Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio…”. Pertanto nei prossimi mesi mi batterò per delle proposte che possano lasciare un segno concreto nella vita dei nostri concittadini a cominciare da un principio di trasparenza che noi consiglieri dobbiamo alla cittadinanza e che si può realizzare attraverso la costituzione, per esempio, di un’anagrafe degli eletti sul sito web del Comune, dove tutti potranno verificare le attività ed i risultati raggiunti da ognuno di noi a partire da un curriculum di presentazione, come accade in altre realtà italiane, e quindi realizzando qualcosa che va anche oltre la piena attuazione del disposto dell’art. 41 bis del Dlgs 267/2000.

Dott. Cosimo D’ANGELO