Brindisi, 28/03/2013
Mons. Caliandro ha presieduto la Messa crismale
Un gran numero di fedeli, giunti da tutta la Diocesi, ha preso parte, questa mattina, alla Messa crismale presieduta da Mons. Domenico Caliandro nella Basilica Cattedrale di Brindisi.
Alla celebrazione era presente anche l’Arcivescovo emerito, Mons. Settimio Todisco.
La Messa crismale, la prima di Mons. Caliandro con la comunità di Brindisi-Ostuni, è la Messa che il Vescovo concelebra con tutti i sacerdoti della Diocesi.
Nel corso della celebrazione sono stati benedetti gli oli per il battesimo, la cresima, l’ordine sacro e l’unzione degli infermi. L’olio, nel simbolismo biblico-liturgico, esprime l’unzione dello Spirito che risana, illumina, conforta, consacra e permea di doni e di carismi tutto il corpo della Chiesa.
E proprio l’atto dell’unzione messo in relazione con la fede, ha rappresentato il filo conduttore dell’omelia dell’Arcivescovo, il quale ha esordito: «L’unzione è l’azione dello Spirito che spalma e porta nel nostro cuore il fuoco del Vangelo. Questa celebrazione è come un fiume d’amore che dal centro raggiunge tutte le comunità della Diocesi».
Poi l’Arcivescovo ha spiegato il mistero della conoscenza reciproca tra il cristiano, Dio e la sua Chiesa.
Richiamando l’Anno della Fede, Mons. Caliandro ha spiegato come la fede non sia una conoscenza che oggettivizza le cose, «perché Dio lo si può conoscere solo superando la nostra stessa ragione». Ed ha sottolineato:«noi conosciamo Gesù, Gesù conosce noi, noi conosciamo la Chiesa».
Spiegando il primo passaggio, Mons. Caliandro ha detto: «Dobbiamo avere il desiderio di conoscere Gesù, di cercarlo, di fissare i nostri occhi su di lui. E Gesù, vivo e vero, che si scioglie nel pane e nel vino, cioè supera se stesso, diventa dono, che rimane nelle mani di chi lo riceve». È questa la bellezza della fede: «Io cerco Cristo e Lui si dona, si scioglie, non dice “sono un oggetto”, ma dice “sono te”».
Poi l’Arcivescovo ha spiegato l’altro aspetto della conoscenza: «anche Gesù conosce noi, il suo sguardo abbraccia tutti, anche i peccatori come l’adultera e il ladrone sulla croce».
«Gesù- ha detto ancora Mons. Caliandro- è uno specchio che riflette le nostre miserie e nel quale si rende presente la povertà del mondo. Gesù assume su di sé la debolezza, diventando salvezza».
Infine ha spiegato l’ultimo aspetto del mistero della conoscenza: «Il cristiano deve superare se stesso dicendo alla Chiesa “io sono te”». Da qui è partito l’invito «ai miei sacerdoti», i quali «devono odiare il peccato, avere nel proprio cuore l’umiltà, saper accogliere le persone ed essere sempre fedeli a Gesù».
Poi, rivolgendosi ai fedeli, ha invitato alla preghiera reciproca «per il vescovo e per i preti» che a loro volta pregheranno per il popolo». Con un pensiero a coloro che vivono situazioni di sofferenza e malattia perché, unendo «la loro impotenza a Gesù Cristo, possono chiedere al Signore di arricchirci della sua misericordia».
Infine, l’Arcivescovo ha messo in guardia dal peccato più frequente, il giudizio sulla Chiesa, definendo questo atteggiamento, che molto spesso coinvolge gli stessi uomini di Chiesa, «un veleno iniettato dal demonio». Ed ha ammonito: «Chi giudica la Chiesa è fuori dalla Chiesa. Essa è nostra madre e insieme con lei dobbiamo saper gioire, ma anche soffrire». Infine l’invito: «oggi dobbiamo recuperare questo rapporto in modo che ciascun cristiano possa dire al suo Signore e alla sua Chiesa “io sono con te”».
La celebrazione è proseguita con il rinnovo delle promesse sacerdotali e con la benedizione degli oli.
In conclusione Mons. Giuseppe Satriano, a nome della comunità diocesana, ha rivolto all’Arcivescovo gli auguri per questa giornata sacerdotale e per la Pasqua. Questo il testo del messaggio augurale:
Eccellenza, al termine di questa partecipata liturgia del crisma in cui abbiamo rivissuto il sigillo dell’unzione regale, profetica e sacerdotale mi faccio umilmente voce della nostra Chiesa diocesana, per rivolgerLe l’augurio del cuore.
Salutiamo con affetto S.E. Mons. Settimio Todisco che, nel segno della fraternità episcopale e di una sentita vicinanza al nostro cammino di Chiesa, arricchisce e avvalora il mistero di comunione che celebriamo.
Eccellenza, accogliamo con gioia l’invito omiletico da Lei espresso, e desideriamo porci sotto l’azione dello Spirito per “rompere” con generosità, come accadde a Betania, il vaso di alabastro della nostra umanità e spargere insieme a Lei il buon odore di Cristo, a vantaggio di tanti uomini e donne del nostro tempo, così come Papa Francesco in questi giorni ci incoraggia a vivere con la sua testimonianza.
Porgiamo a Lei l’augurio che i giorni santi della Pasqua del Signore siano motivo di profonda gioia e rinnovata speranza per il suo cuore e, mediante il servizio pastorale da lei intrapreso, ci aiuti a riscoprire su i nostri volti i tratti della bellezza regale del Cristo, bellezza che ci rende liberi dentro e ricchi della dignità altissima di essere veri figli di Dio, figli amati!
Auguri Eccellenza e buona pasqua.
COMUNICATO STAMPA ARCIDIOCESI DI BRINDISI-OSTUNI
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