Roma, 30/04/2013

Botta e risposta tra Enel e Nac nell'assemblea degli azionisti

Botta e risposta tra Enel ed ambientalisti all'interno dell'assemblea della azionisti Enel tenutasi nel pomeriggio di oggi a Roma.
Nell'assise sono intervenuti Daniele Pomes (No al Carbone Brindisi), Simona Ricotti (No Coke Civitavecchia), Humberto Manquil Millaguir (Mapuche - Cile), Flavio Stasi(Comitati Calabresi) e Mihail Valeanu (Romania).
Poche ore prima gli ambientalisti avevano organizzato anche un sit in, con annesso flash mob, all''insegna della campagna "StopEnel", alla quale hanno aderito una settantina di associazioni italiane ed internazionali.
Le associazioni hanno chiesto "un nuovo modello energetico non più calato dall’alto ma costruito a partire dai territori ... e che tenga conto di tre valori fondamentali oggi calpestati ferocemente in ogni singola vertenza territoriale:
- la salute, la quale non può più essere posta in secondo piano rispetto a profitti e bilanci;
- il lavoro come strumento di dignità e riscatto, come servizio alle comunità, e non più come strumento di ricatto e sfruttamento di cose e persone;
- la democrazia, ovvero l’esigenza che siano le comunità a decidere del proprio destino e del proprio sviluppo.

Rispondendo agli ambientali, Fulvio Conti, amministratore delegato di S.P.A., ha sostenuto che "Enel non causa danni ambientali a Brindisi e Civitavecchia. Non nego che vi siano le indagini ma invito ad aspettare l'esito perché tecnicamente ad oggi possiamo dire che non è così".
Riguardo alla centrale Federico II, Conti ha sottolineato che Enel sta investendo per il miglioramento della centrale.
Replicando alle questioni poste dall'associazione "No al Carbone", Conti ha sottolineato che il difetto del nastro trasportatore "non è risolvibile se non con coloro che hanno la responsabilità del canale di scolo, che non viene manutenuto come il nostro impianto. Non dipende da noi e non possiamo nemmeno entrarvi, se quel canale fosse dragato non ci sarebbe il pericolo di alluvione".
Conti ha poi ribadito che "i rifiuti prodotti dallo stabilimento non sono tossici" ed ha sottolineato i "costi enormi" della tecnologia per la cattura a terra della CO2: "l'impianto sperimentale di Brindisi - ha concluso Conti - ha dimostrato che la cattura dell'anidride carbonica è tecnicamente fattibile ma i costi sono troppo elevati per pensare a impianti su larga scala"