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Brindisi, Mancate bonifiche: interrogazione di Rollo (UdC)



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Brindisi, 31/07/2013

Mancate bonifiche: interrogazione di Rollo (UdC)

Riceviamo e pubblichiamo la interrogazione a risposta scritta presentata in data odierna dal Consigliere Regionale Marcello Rollo sulle problematiche del S.I.N. di Brindisi al Presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna, al Presidente della Giunta regionale Niki Vendola ed all'Assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro

Oggetto: Problematiche attinenti al S.I.N. di Brindisi.

Come noto, gran parte della zona industriale di Brindisi è stata perimetrata con D.M. 10 gennaio 2000, a seguito della Legge 9 dicembre 1998, n. 426 che ha considerato primi interventi di bonifica di interesse nazionale quelli compresi nelle seguenti aree industriali e siti ad alto rischio ambientale: Venezia (Porto Marghera), Napoli orientale,Gela e Priolo, Manfredonia, Brindisi, Taranto, Cengio e Saliceto, Piombino, Massa e Carrara, Casal Monferrato, Litorale Domizio-Flegreo e Agro aversano (Caserta-Napoli), Pitelli (La Spezia), Balangero, Pieve Vergonte.
Gli ambiti dei suddetti siti dovevano essere perimetrati, sentiti i comuni interessati, dal Ministro dell'ambiente sulla base dei criteri di cui all'articolo 18, comma 1, lettera n), del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni.
In forza del richiamato articolo del D.Lgs. 22/97 (decreto Ronchi), era competenza dello Stato determinare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, i criteri generali e gli standard di bonifica dei siti inquinati, nonché i criteri per individuare gli interventi di bonifica che, in relazione al rilievo dell'impatto sull'ambiente connesso all'estensione dell'area interessata, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, rivestivano interesse nazionale.
Con successivo D.M. 25 ottobre 1999, n. 471 veniva adottato il Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni.
A distanza di oltre dodici anni, la zona industriale di Brindisi, nonostante sia stata completamente investigata nelle sue aree edificabili ancora allo stato agricolo e nella stragrande maggioranza dei lotti edificati delle Aziende insediate, non ha superato l’impasse prodotta dalla perimetrazione del D.M. 10.01.2000. Ancora oggi, nonostante l’Accordo di Programma del 18.12.2007, stipulato tra il Ministero dell’Ambiente, il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale in Puglia, la Regione Puglia, la Provincia, il Comune e l’Autorità Portuale di Brindisi, e nonostante che le terre siano state dichiarate non conformi a causa delle difformità riscontrate in appena il 2,66% dei campioni di terra analizzati, le Aziende insediate stentano a poter ampliare le proprie attività e nuove Aziende stentano ad insediarsi se non a fronte di gravosi investimenti.
L’Accordo di Programma sopra richiamato, pur costituendo uno strumento per poter edificare aree con soggiacente falda contaminata da attività espletate non direttamente sulle medesime aree, non ha sortito l’effetto sperato.
Sono poche, infatti, le Aziende che hanno aderito all’Accordo, sottoscrivendo il conseguente atto di transazione e versando nelle casse dello Stato somme ingenti che lo Stato avrebbe dovuto investire in un ampio intervento di messa in sicurezza e bonifica della falda contaminata della zona industriale di Brindisi. Le adesioni hanno riguardato Aziende già insediate, mente un solo caso ha riguardato un’Azienda che ha aderito, sobbarcandosi un importante onere finanziario, per poter edificare uno zuccherificio su di un’area che mai aveva ospitato un’attività industriale. Quell’Azienda, per la precisione la SFIR S.p.A., ha dovuto pagare allo Stato una tassa iniqua, una sorta di lascia passare ambientale, ed ha contribuito, in quota parte, come le altre Aziende aderenti, alla elefantiaca idea progettuale di confinare fisicamente, sino ad una profondità di venti metri, la falda freatica della zona industriale lato mare e, perimetralmente, l’intero petrolchimico.
Avendo avuto notizia, a conferma di quanto già si era ventilato durante l’incontro del 15.04.13 tenutosi in Roma, che il 16.07.13, nel corso di una Conferenza di servizi, la dott.ssa Giuliana Gasparrini della Divisione VII Bonifiche e Risanamento del Ministero dell’Ambiente ha annunciato che le somme di danaro versate dalle Aziende aderenti all’Accordo sopra richiamato sono di fatto state dirottate altrove;

si chiede di fornire risposta scritta ai seguenti quesiti:

1. se risponde a vero la notizia secondo la quale le somme versate dalle Aziende della zona industriale di Brindisi per la messa in sicurezza e bonifica della falda sono state impegnate per altri obiettivi non interessanti il sito di Brindisi;
2. in caso affermativo, quali sono le azioni che la Regione Puglia intende assumere affinché le somme suddette siano restituite e messe a disposizione del Sito d’Interesse Nazionale di Brindisi;
3. quale intervento di messa in sicurezza e bonifica della falda s’intende porre in essere, in considerazione che sono in corso, a seguito di bando esperito dalla SOGESID, ulteriori indagini propedeutiche alla progettazione definitiva degli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera nel SIN di Brindisi;
4. qual è la valutazione della Regione Puglia in merito al progetto SOGESID di confinamento fisico della falda freatica del sito di Brindisi;
5. se il progetto SOGESID è un intervento di sola messa in sicurezza della falda o anche di bonifica della risorsa idrica sotterranea;
6. se è stato valutato l’impatto sull’ambiente generato dall’eventuale confinamento fisico della falda;
7. qual è la valutazione della Regione Puglia in merito all’alternativa costituita dal confinamento idraulico della falda medesima;
8. se è stata eseguita una valutazione ambientale globale del progetto di confinamento fisico in termini di pressione ambientale prodotta anche dalla prevista entrata in funzione di un certo numero di impianti per il trattamento delle acque (consumi energetici, produzione di rifiuti, ecc.);
9. se è stata valutata la quantità delle acque di falda freatica che confluisce attualmente a mare, in assenza di confinamento;
10. se è stato valutato il rischio per la popolazione e per il lavoratori impegnanti nella zona industriale, in aree con soggiacente falda contaminata, oggetto di messa in sicurezza con il relativo confinamento fisico;
11. se l’Accordo di Programma del 18.12.2007 conserva l’originaria copertura pubblica della spesa prevista per la messa in sicurezza e bonifica della falda;
12. qual è la posizione della Regione Puglia in merito all’eventuale e augurabile stralcio dall’obbligo di adesione all’Accordo di Programma delle aree ancora allo stato agricolo incolto, con soggiacente falda freatica contaminata da attività industriale espletata in altre aree già utilizzate da attività produttive;
13. qual è la posizione della Regione Puglia in merito alla proposta di rivedere l’Accordo di Programma alla luce delle ben note ristrettezze economiche cui versa il Paese;
14. qual è la posizione della Regione Puglia in merito alla proposta di coinvolgere l’intero mondo scientifico costituito dai poli universitari pugliesi e dagli Enti del territorio per definire un concreto progetto di messa in sicurezza, dell’importo lavori limitato alle somme derivanti dalle transazioni sin qui sottoscritte nell’ambito dell’Accordo di Programma del 18.12.2007;
15. qual è la posizione della Regione Puglia sul Decreto Legge 201/2011, convertito in Legge 214/2011, in merito alla titolarità dell’Ente deputato ad avere la facoltà di autorizzare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di messa in sicurezza degli impianti e delle reti tecnologiche, anche negli stabilimenti non ancora caratterizzati, purché non compromettenti la possibilità di effettuare o completare gli interventi di bonifica adottando appropriate misure di prevenzione dei rischi.

Il Consigliere
Marcello ROLLO"






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