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S. Pietro V.co, Mariano e Musio (Pd): "osservazioni sull'eolico off-shore TG Energie"



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S. Pietro V.co, 31/08/2013

Mariano e Musio (Pd): "osservazioni sull'eolico off-shore TG Energie"

Come preannunciato a giugno, abbiamo inviato al Ministero dell’Ambiente le Osservazioni sul Progetto della società TG Energie Rinnovabili Srl, relativo al parco eolico di 36 pale alte 140 dal livello del mare e scavate per trenta metri nei fondali, che si vorrebbe costruire a poche miglia dalla costa che va da Brindisi, passa per la spiaggia di Campo di Mare e raggiunge il lido di Lendinuso.
Due sono le considerazioni di fondo che hanno ispirato le nostre Osservazioni: a) il contesto dell’enorme “accumulo energetico” da fonti fossili e da energie rinnovabili che già soffre il nostro territorio; b) il fatto che ad oggi le energie pulite non sono mai state “sostitutive” di quelle fossili, come sarebbe naturale in un’area definita dallo Stato “ad alto rischio di crisi ambientale”.
Nello specifico delle Osservazioni, che alleghiamo integralmente e che dovrebbero essere pubblicate sul sito del Ministero dopo la scadenza utile del 1° settembre, abbiamo rilevato che:
a) “ il Parco Eolico è proposto in Siti di Importanza Comunitaria, quali Saline e Stagni punta della Contessa, Bosco di Tramazzone (meglio noto come Bosco di “Cerano”), Rauccio. Già questo vincolo di base dovrebbe rendere irricevibile la proposta, la quale non può disinvoltamente essere bypassata dalla rilevazione-dichiarazione della scarsa presenza sul fondale della Posidonia Oceanica e del coralligeno. Né il divieto di installazione, stabilito da norme, leggi e regolamenti, può essere evitato, dribblando le postazioni di Posidonia nella installazione del cavidotto elettrico, con uno scavo e interramento parziali, posizionando la parte restante sul fondale, attraversato per una ventina di kilometri dalle praterie di Posidonia, con l’ancoraggio allo stesso attraverso speciali staffe di fissaggio;
b) per quel che concerne i siti sensibili e tutelati, è pure opportuno ricordare che la costa tra Torre S. Gennaro e Lido Presepe, fino a Lendinuso, rappresenta un ormai raro esempio di cordone dunario, con retrostante zona umida (Canale Pilella, Quatina), dal delicatissimo equilibrio, che ospita specie vegetali di eccezionale importanza e avifauna migratoria (anatre, oche, ma anche cigni ed altre specie protette), che sarebbe indubbiamente non solo disturbata ma, molto probabilmente, “impedita” da una eventuale “selva rotante” ivi incombente;
c) anche le opere a terra interessano riserve naturali protette come il Bosco di Cerano, la cui macchia ospita specie vegetali autoctone quali il leccio, l’olmo e il carpino nero, la cui conservazione è finalizzata a preservare il patrimonio naturalistico regionale dell’area. Ma le opere a terra interessano pure zone vincolate di particolare pregio, come i Boschi di Santa Teresa e dei Lucci, che rientra in una delle Riserve Naturali Protette della Regione Puglia, in cui si trovano ben conservati gli ultimi lembi di bosco di sughera, che rappresentano una vera e propria rarità non solo a livello locale e regionale, ma nell'intero versante adriatico dell'Italia. I due boschi rappresentano una delle poche aree di rifugio per varie specie animali quali il tasso, il colubro leopardiano, la raganella italiana, il succiacapre. Per la presenza di specie e habitat di interesse comunitario l’area, ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43 CEE, è stata inserita nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) “Natura 2000” come “Bosco di Santa Teresa” IT9140006;
d) tutta la linea di costa, in particolare tra Cerano e Lendinuso, si trova in una condizione di estrema fragilità e precarietà, soggetta com’è a un gravissimo stato erosivo di bradisismo attivo (che a nord della costa brindisina ha provocato incidenti anche mortali), aggravato anche dalle modifiche apportate con le opere “aggettanti” a mare della Centrale Enel; parte della costa è sottoposta da anni a costosissime opere di stabilizzazione della falesia e a ripascimenti, per i quali vitale è la presenza delle praterie di Posidonia, i cui cumuli, come afferma l’Agenzia Regionale Per l’Ambiente (ARPA) svolgono “la funzione naturale di rete, intrappolando la sabbia e contenendo il fenomeno dell’erosione della costa”. Non è difficile ipotizzare che l’impianto eolico possa costituire un forte disturbo ulteriore all’equilibrio che si tenta di raggiungere;

e) irrealistiche, ottimistiche e fuorvianti appaiono le argomentazioni sulla scelta del sito relativamente allo sviluppo economico locale, ai messaggi di promozione turistica divulgativi della produzione di energia elettrica pulita, all’assenza di centri densamente abitati, alla batimetria favorevole, alle attività di pesca (professionale e sportiva) ritenute praticamente inesistenti, addirittura all’accoglienza ritenuta sostanzialmente positiva delle popolazioni e delle Amministrazioni Locali, fino all’assenza di vincoli, ad eccezione di quelli ambientali specifici, nonostante già un comitato di cittadinanza attiva denominato “Comitato 8giugno”, coordinato dal sottoscrivente Ernesto Musio, si sia opposto nel 2008 ai progetti di parco eolico offshore della società Trevi Energy e della stessa società TG Energie Rinnovabili srl, mediante analoghe Osservazioni a quelle qui elaborate, e nonostante il Sindaco di San Pietro Vernotico abbia già espresso parere negativo, presso la Capitaneria di Porto di Brindisi, relativamente all’istanza di concessione demaniale marittima, avanzata dalla società TG Energie Rinnovabili Srl per il Progetto odierno.
Arrampicarsi sugli specchi per sostenere questo Progetto contraddice la dura realtà, in quanto proprio questa “foresta rotante”, posta a stretto contatto con le marine, metterebbe in crisi quella rete di attività turistiche (lungomare, passeggiate, stabilimenti balneari, attività di ristorazione…), faticosamente sostenute e fatte crescere in questi anni a Campo di Mare, a Torre San Gennaro, al Lido Presepe, al Lido Cipolla e a Lendinuso, dalle pubbliche amministrazione, con grande dispendio di risorse finanziarie pubbliche.
Pare poi che si scambi il desiderio con la realtà disconoscere che esistono centri urbani, non solo stagionali, quali Campo di Mare, Lendinuso e Torre San Gennaro –centro di pescatori di professione e sede di un notevole Circolo Nautico di pescatori sportivi, per i quali il Comune di Torchiarolo tenta da decenni di migliorare e rendere più sicuro l’approdo, con la realizzazione di un idoneo porticciolo. E, guarda caso, i pescatori della zone traggono la maggior parte del loro sostentamento proprio dall’attività sulle note “secche”, definite batimetrie favorevoli;

f) l’inquinamento visivo, luminoso e acustico non sono assolutamente superabili dal fatto c he, rispetto al vecchio Progetto, il parco eolico si estenda a circa 4 Kilometri dalla linea di costa, né che si utilizzino luci specifiche per non aumentare il rischio di collisione degli uccelli, attratti e disorientati da esse. Che poi si debba ricorrere (Pag. 133 della Sintesi non tecnica) alla darwiniana “selezione naturale”, secondo la quale non sopravvive la specie animale più forte, ma quella che esprime la maggiore capacità di adattamento alle nuove condizioni ambientali, è una argomentazione giustificazionista ad ogni costo del Progetto, che non ci pare proprio geniale! Ci limitiamo invece a segnalare che tutta la costa prospiciente la progettata “foresta rotante” è densamente disseminata da agglomerati di immobili d’uso residenziale e di attrezzature turistiche e commerciali. La breve distanza dalla costa, l’addensamento e la taglia dei 36 aereo generatori alti 140 metri dal livello medio del mare (!) incomberebbero in modo permanente, di giorno e di notte, sulle abitazioni e le popolazioni, con riflessi non positivi sulla qualità della vita. Inoltre, dimensioni, addensamento e vicinanza alla linea di costa e ai flangiflutti del parco eolico determinerebbero un impatto notevolissimo dall’osservatorio del Piazzale Panoramico di Campo di Mare, del suo Lungomare e della passeggiata a mezzacosta, dalle verande, dalle finestre e dalle terrazze delle abitazioni e dei locali dell’intera costa.
Ricordiamo che i parchi eolici offshore si stanno diffondendo nei Paesi del Nord Europa, ma a distanze compatibili, sostenibili e considerevoli dalle coste, anche di 20 kilometri, e per di più su piattaforme “galleggianti”, che non devastano i fondali con scavi fino a trenta metri di profondità per cinque di diametro e con cavi di collegamento a terra per una sessantina di chilometri, come il Progetto di TG, e con un impatto acustico, visivo, luminoso e paesaggistico praticamente nulli;

g) crediamo oltremodo opportuno ricordare che il 2 agosto 2013 la Giunta Regionale della Puglia ha adottato il nuovo Piano Paesaggistico Regionale, con linee guida, limiti e vincoli più stringenti, finalizzati alla salvaguardia e alla tutela del paesaggio anche costiero, e quindi verso le energie alternative come l’eolico offshore, ovviamente e obiettivamente ignoto al Progetto presentato a giugno del 2013 dalla società TG Energie Rinnovabili, ma che entrerà in vigore nei prossimi mesi. Facciamo solo notare che caratteristica di fondo e assolutamente nuova del Piano, rispetto al precedente, è quella di dare rilevanza strategica al recupero, alla riqualificazione e alla valorizzazione dei paesaggi, in particolare dei paesaggi costieri e, tra essi, dei paesaggi costieri salentini, tra i quali ricade il Progetto in oggetto, nonché al paesaggio rurale della piana brindisina. infine, ricordiamo che il Ministero dell’Ambiente, a seguito dell’Interpellanza avanzata il 12 luglio 2013 da 30 parlamentari, dei quali prima firmataria è la sottoscrivente on.Elisa Mariano, sulle criticità ambientali e sanitarie dell’area a rischio di crisi ambientale e del Sito di Interesse Nazionale di Brindisi, ha assunto pubblico e meritorio impegno per la costituzione di un Tavolo interistituzionale per affrontare l’articolato complesso delle problematiche ambientali e sanitarie e i loro inevitabili riflessi economici, nella loro globalità e unitarietà, nelle quali vanno annoverate ipotesi e progetti di iniziative “aggiuntive” al già pesantissimo carico energetico del territorio interessato dal Progetto di TG Energie Rinnovabili Srl.

Per quanto sopra esposto, riteniamo che il Progetto di parco eolico offshore, presentato dalla società TG Energie Rinnovabili Srl, non possa né debba essere accolto, per assenza di condizioni idonee, per le evidenti forzature in esso contenute, e per i danni irreversibili, incomparabilmente superiori ai presunti vantaggi che, con ogni buona volontà, non riusciamo a intravedere, che ne deriverebbero al territorio e alle popolazioni.
Ma soprattutto, perché questa proposta crediamo non aderisca all’interesse e al sentimento pubblico, sociale, generale”.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ON. ELISA MARIANO - ERNESTO MUSIO






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