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Francavilla F.na, Ass. Idea: "quale destino per i beni culturali di Francavilla?"



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Francavilla F.na, 29/09/2013

Ass. Idea: "quale destino per i beni culturali di Francavilla?"

Nel mezzo dell’estate, il Ministero dei Beni culturali ha annunciato lo svincolo di alcuni residui di vecchi fondi europei, per complessivi 362 milioni di euro, in favore di quattro regioni del Mezzogiorno. Per l’esattezza, si tratta del Poin denominato "Attrattori culturali, naturali e turismo".
Quasi un terzo della somma è finita in Puglia, per sostenere ben 54 interventi “immediatamente finanziabili”, 27 dei quali ricadono nel grande Salento e toccano, castelli, siti archeologici e altre cose di interesse storico e artistico.
Si deve riconoscere che non è di poco conto lo sforzo profuso dall'Unione europea per favorire la costruzione di infrastrutture culturali nell'ambito della politica di correzione degli squilibri regionali. Per intendersi, è attraverso l'utilizzo del "Fondo europeo per lo sviluppo regionale" (Fesr) che ogni anno vengono finanziati progetti, nei diversi Stati membri, per realizzare spazi destinati ad attività culturali o per il risanamento di edifici storici con l'obiettivo di trasformarli in musei, biblioteche, auditorium, centri multimediali. Esempi significativi di interventi già portati a compimento sono il Pole de l'image ad Angouleme, in Francia, il quartiere di Temple Bar a Dublino, il Lowry Centre a Salford, in Gran Bretagna.
L’occasione offerta dal recupero dei finanziamenti comunitari annunciato dal Ministero dei Beni culturali impone, però, di chiedersi perché la città di Francavilla Fontana non abbia presentato alcun progetto.
Eppure, Francavilla possiede numerosi luoghi della cultura che aspettano di essere recuperati. Per esempio, si può pensare alla chiesa di San Sebastiano oppure all’area della Specchia “Giovannella”.
Il crollo di un muro nel centro storico, come il distacco di un pezzo dell’affresco dell’Annunciazione che si trova nella chiesa di San Giovanni, cioè un visibile impoverimento del panorama, è intimamente legato all’invisibile, parallelo deterioramento della cultura ideale e sociale. Dietro ad ogni visibile incuria dei luoghi materiali, opera un’invisibile condizione mentale, una commistione di disorganizzazione e indolenza diffuse.
Il rimedio? Anzitutto, è necessario cessare la disputa − già da sola rivelatrice di decomposizione intellettuale − se la cultura “si mangia” o “non si mangia”. La Firenze di Lorenzo de’ Medici produsse il Rinascimento, con cui i fiorentini ancora oggi mangiano.
Poi, occorre migliorare la qualità del management, cioè potenziare la presenza di personale altamente qualificato all’interno della pubblica amministrazione locale (ma anche tra gli operatori imprenditoriali, senza trascurare l’universo del non profit).
Occorre che poteri pubblici, formazioni sociali e cittadini che abbiano competenze specifiche si incontrino per pensare insieme al destino dei beni culturali della nostra città, che rappresentano un settore cruciale per lo sviluppo economico, ma anche per la funzione che tali beni rivestono in quanto simbolo di identità culturale del territorio e di memoria. Un incontro come quello alla fine del disaster movie “L’alba del giorno dopo”, tutto incentrato sul pericolo di glaciazioni e maremoti devastanti, in cui i protagonisti sopravvissuti ad una catastrofe si radunano davanti alla New York Public Library, lasciando intendere che per evitare catastrofi ulteriori l'umanità deve fermarsi a riflettere sul futuro partendo da un patrimonio di conoscenze condivise.
L’Associazione IDEA, con i gruppi di lavoro costituiti al suo interno, intende contribuire con competenza alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali di Francavilla, anche attraverso gli strumenti offerti dalle tecnologie avanzate, e si propone di tenere momenti di confronto sul tema con la cittadinanza.

di Antonello Denuzzo e Domenico Attanasi
soci fondatori di I.D.E.A.






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