Brindisi, 17/02/2011
Asl: combattere il tumore al seno preservando il cuore
Conservare il seno di una donna durante l'asportazione di un tumore alla mammella è quasi sempre possibile con la chirurgia conservativa. Ottenere gli stessi risultati di cura della asportazione totale facendo seguire all'intervento una radioterapia di qualche settimana, è altrettanto possibile. Ridurre la dose di radiazioni al cuore è però molto importante per prevenire un infarto del miocardio anche dopo 15 anni dalla radioterapia.
Le equipe di Fisica Sanitaria e di Radioterapia dell'Ospedale Perrino di Brindisi hanno presentato i risultati di una loro specifica ricerca in un lavoro pubblicato in questi giorni sull'International Journal of Radiation Oncology Biology and Physics, il più importante giornale di radioterapia mondiale, organo dell' Associazione Americana di Radioterapia (ASTRO).
I fisici ed i radioncologi della A.S.L. BR, in collaborazione con l'Istituto di Fisiologia del CNR di Lecce, hanno avuto la possibilità di dimostrare che con una tecnica di irradiazione molto personalizzata (la Field-In-Field) è possibile ridurre la dose al cuore del 15% rispetto alla tecnica più comunemente usata.
La probabilità di morte per causa cardiovascolare, che si attesta comunque al di sotto dell'1%, è con questa tecnica inferiore del 40%.
Il lavoro, nel particolare, individua anche alcuni parametri geometrici desumibili dall'anatomia della donna che dovrà essere irradiata sulla mammella residua di sinistra, quella cioè più vicina al cuore, che permettono di predire il rischio di mortalità cardiovascolare in ciascuna paziente.
Una donna che potrebbe ricevere una dose elevata al cuore durante la radioterapia, individuata con lo studio di questi parametri, dovrebbe - prima dell'intervento- essere consigliata di eseguire una asportazione totale della mammella con ricostruzione della stessa, piuttosto che una chirurgia conservativa seguita da radioterapia.
Questo obiettivo può essere raggiunto con una valutazione congiunta del radioncologo e del chirurgo prima dell'intervento. Ciò è tanto più vero se si considera che alcuni dei farmaci impiegati dopo l'intervento chirurgico sono tossici per il cuore.
COMUNICATO STAMPA A CURA DELLA STRUTTURA DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE ( S.I.C.I. ) DELLA ASL BR
|