Brindisi, 20/04/2011
Immigrati come schiavi nel fotovoltaico: quindici arresti
Associazione per delinquere, riduzione e mantenimento in schiavitù, estorsione, favoreggiamento della condizione di clandestinità di cittadini extracomunitari, truffa aggravata ai danni dello stato.
Non poteva che finire così l'inchiesta sul lavoro nero nel settore dell'installazione dei pannelli fotovoltaici.
Dopo le proteste di centinaia di immigrati (tra i quali alcuni clandestini), sfruttati e non pagati da una azienda del settore (la Tecnova Spa), l'indagine aperta ha subito offerto i primi risultati: 15 persone dovranno rispondere di accuse gravi e circostanziate.
Dalle prime ore del mattino, i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, in collaborazione con i poliziotti della Squadra Mobile di Lecce, sono impegnati a dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.i.p. del tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia in stretto raccordo investigativo con la Procura della Repubblica presso il tribunale di Brindisi.
L'operazione ha condotto al sequestro di una società con sede in Brindisi di proprietà di soggetti spagnoli. La società ha utilizzato più di 800 dipendenti e realizzato impianti fotovoltaici nelle province di Brindisi e Lecce.
Nell'operazione sono coinvolti soci, amministratori, e capicantiere di varie nazionalità. Per quattro di essi le fiamme gialle hanno eseguito sequestri preventivi “per equivalente” nei confronti di quattro degli arrestati per un valore complessivo di circa 275.000 euro (pari ai contributi previdenziali ed assistenziali evasi).
Maggiori dettagli sull'operazione saranno disponibili al termine della conferenza stampa presieduta dai procuratori della repubblica di Lecce e Brindisi.
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