Brindisi, 30/07/2011

Inaugurazione Parco Di Giulio: il discorso del Sindaco Mennitti

Di seguito riportiamo la nota inviata dall'Ufficio Stampa del Comune di Brindisi inerente il pensiero del Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti in occasione della inaugurazione del “Parco” intitolato alla memoria del dr. Antonio Di Giulio, il 30 luglio 2011

"Ho pregato i collaboratori della Giunta Comunale di accelerare i tempi di questa cerimonia per due ragioni.
La prima riguarda la personalità del dottor Antonio Di Giulio, un protagonista della storia cittadina, la cui attività è stata poliedrica, avendo esercitato una significativa presenza sul piano scientifico e su quello politico-amministrativo.
Da medico Tonino, come tutti amichevolmente lo chiamavamo, è stato interprete del suo tempo e della sua talvolta precipitosa evoluzione, cogliendo - prima di tanti altri - segnali di allarme dalla percezione di un disagio ambientale non valutato nei suoi allarmanti segnali di pericolo.
Da uomo impegnato sul versante politico fu espressione della generazione che gestì la transizione verso il regime democratico, il passaggio dal Podestà al Sindaco ed ai consiglieri liberamente eletti. Una gestione difficile in una città sempre carica di problemi, alle prese con contraddizioni laceranti. Mai scontata e prevedibile perciò negli esiti elettorali.

La seconda ragione di questa inaugurazione sobria, senza inni e fanfare, investe un aspetto personale, di rapporti intessuti, nonostante la differenza dell’età, tra me e il “cittadino” che oggi celebriamo.
Non è stato soltanto il medico alla portata di tutti, alle cure del quale anch’io mi sono affidato in occasioni difficili che mi hanno direttamente coinvolto. È stato il “dottore” disponibile sempre per chiunque, con la giusta parola di conforto anche quando le diagnosi erano senza speranza.

Tonino Di Giulio è stato anche Sindaco di Brindisi nei pochi mesi in cui, dopo la scomparsa del suo predecessore Ciccio Lazzaro, gestì la città sino alle elezioni del 1956, quando la maggioranza cambiò di segno e al Comune si insediò una coalizione di centro-destra.
Questo può essere considerato il punto di avvio di una fase nuova, che si può definire di affievolimento della partecipazione politica a favore di una maggiore attenzione per i problemi sociali, particolarmente quelli dell’agricoltura.
Delle due “anime” dell’economia locale (a quei tempi lo sviluppo industriale, dopo il grande insediamento chimico, si muoveva ancora con passo incerto e prospettive provvisorie) Tonino ha sempre privilegiato quella agricola, considerata fonte di risorse ove fosse riuscita a sciogliere nodi complessi, riassumibili nell’urgenza della “modernizzazione”.
Egli stesso, oltre la professione di medico, ha sempre rivendicato l’origine contadina, che trasfuse nell’impegno politico e sociale: promuovendo la costituzione di cooperative di base, ipotizzando la meccanizzazione del lavoro nei campi, puntando alla promozione di cooperative di secondo grado, la “forza vendita” che mancava per vincere la competizione sui mercati.
Per molti aspetti fu un precursore di quel che oggi si propone come un processo alle prime e promettenti battute.
Vale sottolineare che di questi temi egli fu interprete e animatore quarant’anni fa.

Ritengo che proprio dall’amore per l’agricoltura Tonino abbia tratto lo spirito ambientalista che ha caratterizzato l’ultima fase del suo impegno pubblico, quando tornò fra i banchi del Consiglio Comunale e sostenne la esigenza di tutelare il territorio.
Tentò in ogni modo di sensibilizzare la popolazione, lui che attraverso gli strumenti della professione ogni giorno si rendeva conto dell’aggravarsi dell’emergenza tumori.
La verità (occorre dirlo) è che la “coscienza ambientale” per troppo tempo è stata da molti affrontata come un vezzo intellettuale, piuttosto che temuta come pericolo reale e incombente.
Essa ha faticato a guadagnare proseliti, complice la pressione sociale, determinata dalla disoccupazione, a sua volta frutto di uno sviluppo sempre avaro di occasioni di lavoro.
Delle due facce del dilemma - ambiente o lavoro - a lungo è apparsa preferibile la seconda. Perciò la percezione dei rischi è stata lenta e graduale.
La scienza ambientale, la consapevolezza che i danni sono irrecuperabili, la tragica conseguenza di perdere la corsa con il tempo sono processi lenti da comprendere e da fronteggiare.
Non siamo peraltro giunti tutti insieme, contemporaneamente, alle stesse conclusioni.

Tonino Di Giulio, del quale onestamente non si può sostenere che sia nato ambientalista, ha il merito di avere tenuto un passo più spedito, di avere sviluppato un’attenzione più viva, di aver saputo guardare lontano.
La seconda parte della sua presenza nel Consiglio Comunale è stata caratterizzata dall’impegno prevalente, quasi esclusivo, di difendere la città dal degrado del territorio.

La seconda ragione della cerimonia anticipata ad oggi ha natura più personale, legata ad una frequentazione non proprio intensa ma ricca di assonanze, un “comune sentire” che un tempo provocava, anche fra parti politiche contrapposte, interlocuzioni e persino intese nell’interesse generale.
Quei tempi e quelle esperienze io le ho vissute, spesso su altro fronte, qualche volta accanto a Tonino Di Giulio. E sono certo che, se avesse vissuto questo tempo, caratterizzato dall’accettazione o dal rifiuto del rigassificatore, saremmo stati insieme, dalla stessa parte, a difendere gli interessi di Brindisi.

Questa che oggi offriamo alla fruibilità dei brindisini è un’opera interamente attribuibile alla mia gestione sindacale: individuata, finanziata, progettata, realizzata dal Comune (cito gli ingegneri Di Leverano e Cafaro per la originalità del progetto e la puntualità dell’esecuzione, il dottor Nardelli per “il Bello” che è riuscito a trasferire nell’opera senza corrompere la natura) deliberata dalla Giunta e dal Consiglio.
Ai cittadini il Comune consegna un originale parco, intitolato ad uno straordinario interprete della città.

DOMENICO MENNITTI
Sindaco di Brindisi