Brindisi, 05/08/2011

CGIL sulla questione energetica

Torniamo a ribadire la nostra posizione in merito alla produzione energetica a Brindisi, anche alla luce del recente documento sul Protocollo d’Intesa con Enel elaborato dai gruppi di maggioranza del Consiglio comunale di Brindisi che è stato oggetto di confronto, tra gli stessi e le OO.SS., in apposito incontro svoltosi il 25 luglio.
Quanto segue riprende ed integra, proprio per le intervenute novità, il documento “ Brindisi e la Produzione di Energia “ da noi prodotto l’8 febbraio scorso, la cui attualità è fatta complessivamente salva dall’assenza di elementi talmente rilevanti da richiedere una sostanziale modifica dei contenuti.
Non ci sfuggono, certamente, alcune novità introdotte nella richiamata ipotesi dei gruppi consiliari di maggioranza, come la volontà di legare le politiche energetiche derivanti dalla nuova convenzione con Enel allo sviluppo del territorio e, particolarmente, alla valorizzazione dell’imprenditoria locale, ma anche di prevedere ricadute economiche sul territorio, dalla destinazione chiara e vincolante, nell’ottica della responsabilità sociale d’impresa.
Cogliamo anche la novità della riduzione dell’utilizzo del carbone da bruciare in Centrale, - “ a prescindere da quella necessaria per la riduzione di CO2 …..” -“…nella misura non inferiore al 10% rispetto alla media delle quantità bruciate negli ultimi anni” che peraltro rappresenta, al di là della quantità, una prima risposta ad una nostra precisa richiesta. Si tratta, comunque, di capire quali sono gli anni di riferimento, quali le quantità bruciate, anno per anno, anche ai fini di un puntuale e preciso calcolo della relativa media.
Così come continuiamo a ritenere che l’abbattimento del 10% delle emissioni di CO2 sia insufficiente, stante il nostro convincimento circa la necessità della massima coerenza con gli obiettivi del PEAR ( in un orizzonte temporale di 10 anni, riduzione delle emissioni di CO2 del 25% rispetto ai valori del 2004 ) e che per una corretta interpretazione di qualsiasi valore di abbattimento devono essere riportate, chiaramente, le quote di emissione di CO2 assegnate dai Decreti ministeriali ed esplicitate le reali quantità emesse negli anni da assumere a riferimento. In base ad alcuni dati a noi noti, l’abbattimento del 10% potrebbe non essere coerente con le quote ministeriali assegnate alla Centrale Enel di Brindisi Sud fino al 2012.
Permangono, poi, tutte quante le nostre preoccupazioni e perplessità riguardo l’utilizzo del CDR (e/o CSS) come fonte energetica alternativa, poiché si continua a non esplicitarne la tipologia ( per evitare rischi e garantirne la sostenibilità ambientale ) e a non fare cenno alcuno ad approfondimenti tecnici sull’affidabilità del processo di combustione. Proprio per questo abbiamo chiesto che vengano acquisiti elementi di conoscenza sull’impianto Enel di Fusina ( Venezia ) ed i relativi dati ambientali ARPA.
Ma le nostre perplessità, alla situazione data, derivano anche dall’assenza di indicazioni precise riguardo l’ambito di provenienza dei rifiuti ( con il rischio che si travalichino i confini provinciali ) e circa la realizzazione - a Brindisi - del necessario impianto per la produzione dei combustibili da rifiuti, allo scopo di poter costantemente monitorare, alla base, il combustibile da utilizzare, per essere certi della sua effettiva qualità, prevedendo sistemi idonei di rilevazione e controllo. Detto impianto rappresenterebbe, anche, una importante risposta in termini occupazionali per il territorio.
E comunque, tale problematica, lo ribadiamo, deve essere affrontata e definita nell’ambito delle scelte e della specifica pianificazione per la chiusura del ciclo dei rifiuti!
L’idea di un molo dedicato è condivisibile, anche perché oggetto di antiche rivendicazioni sindacali, mentre insistiamo sulla valorizzazione ed il rilancio del Centro Ricerca Enel di Brindisi, rispetto al quale occorre che l’Azienda assuma impegni concreti con la nuova convenzione, ritenendo essere, questo, un punto di eccellenza del nostro territorio da salvaguardare e potenziare. In caso contrario, anche lo stesso impianto sperimentale di cattura della CO2 realizzato presso la Centrale di Cerano è destinato a non avere alcuna prospettiva futura.
Ribadiamo con forza, inoltre, la necessità di percorsi paralleli per la definizione di appositi Protocolli con tutte le Aziende di produzione di energia presenti nel territorio, affinché si possa approdare ad una bolla energetico-ambientale unica, contemperando sia i livelli qualitativi della produzione ( efficientamento degli impianti, con il ricorso alle migliori tecnologie disponibile, …) che quelli occupazionali.
In tale scenario, riconfermiamo le nostre preoccupazioni per i circa 250 lavoratori ( diretti e dell’indotto ) e per le loro famiglie, a causa dell’imminente cambio di proprietà della Centrale Brindisi Nord, della decisione ministeriale di rinviare il rilascio dell’AIA e del dibattito politico sulle scelte contenute nell’Atto di Indirizzo del PUG riferite alla stessa Centrale.
Ribadiamo, infine, l’inopportunità di sottoscrivere Protocolli, prima dell’emanazione del Decreto AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), affinché non divengano oggetto di “ contrattazione “ interventi rientranti, viceversa, nelle prescrizioni ministeriali.

COMUNICATO STAMPA CGIL - SEGRETERIA TERRITORIALE DI BRINDISI