Brindisi, 23/08/2011

WWF: "prodotti a km 0, molta utopia e poca realtà"

Meloni, pesche, melanzane, ecc.. tutte “paesane” a detta dei rivenditori ortofrutticoli.
Eppure, nonostante esista una ben definita legge che obbligherebbe i fruttivendoli a cartellinare i prodotti in vendita al fine di definirne la “tracciabilità”, ai brindisini è impossibile capire la provenienza dei prodotti ortofrutticoli che si accingono a comprare a causa dell’assenza dell’obbligatoria scheda informativa. Il tutto a scapito delle vere produzioni locali e della tanto decantata politica del km 0 .
La politica del km 0 altro non dovrebbe essere se non la valorizzazione delle nostre produzioni locali portando ad un triplo beneficio ovvero il ritorno economico per le aziende agricole locali, il ritorno ambientale attraverso il minimo spostamento delle merci con l’obiettivo di ridurre quello che rappresenta un terzo dell’inquinamento prodotto dall’uomo ovvero il trasporto su gomma e, in ultimo ma più importante, la riscoperta e la valorizzazione di antiche ed importati varietà che a causa del sistema produttivo intensivo e massimalista della commercializzazione stanno rischiando di scomparire con una grave perdita dal punto di vista della biodiversità locale e all’ appiattimento dei sapori.
Al contrario, sui banchi dei principali mercatini ortofrutticoli brindisini e su quelli di molti negozianti, ci si ritrova davanti a prodotti sui quali si gioca sulla buona fama della qualità dei prodotti locali attraverso il termine ”paesano” lasciando però molti dubbi sulla sua reale provenienza, sui veri chilometri percorsi per arrivare su quel banco e, non di rado, anche sulla qualità dei prodotti che avvolte arrivano da località extranazionali ove, avvolte, vengono ancora utilizzati metodi di coltivazione che utilizzano prodotti chimici da tempo vietati dal nostro ministero della sanità.
Un esempio per tutti : nonostante abbiamo Mesagne quale polo di produzione delle pesche di eccellente qualità si trovano sul mercato principalmente produzioni di altre regioni che, però, vengono promosse come mesagnesi con grandi differenze nelle qualità organolettiche e con un non indifferente impatto ambientale dovuto al loro trasporto e conservazione .
Il tutto in violazione delle norma comunitaria recepita dall’Italia che obbliga i dettaglianti a cartellinare i prodotti ortofrutticoli in vendita riportando: la denominazione e varietà del prodotto, il prezzo al chilo o a confezione con l'indicazione del peso della stessa, la categoria (extra, prima e seconda) e il luogo di origine del prodotto .

COMUNICATO STAMPA WWF BRINDISI