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Brindisi, 20/09/2011
Valentino: sette mosse per la sanità brindisina
In questi giorni diversi organi d’informazione, sigle politiche e sindacali ed ex-dirigenti sanitari hanno sparato a zero contro il nuovo direttore generale della ASL BR reo di “voler tagliare in maniera dissennata le spese ed il personale”. Nessuno di loro ha però fatto delle valide controproposte che consentano alla dott.ssa Ciannamea di poter razionalizzare la spesa a fronte dell’enorme disavanzo di bilancio sofferto dalla azienda sanitaria brindisina.
La mancanza di posti letto, le lunghe liste d’attesa, l’intasamento dei pronti soccorsi che già ora sono fonte di malumore e di proteste sono fisiologicamente destinati a peggiorare col ridursi del personale (circa 300 tra infermieri e medici andranno in pensione a fine 2011) e delle risorse utilizzabili.
Nell’ottica di una dialettica costruttiva e “super-partes” vorremmo di seguito elencare (avendo anche noi diretto a suo tempo una piccola realtà sanitaria privata) alcune misure che riteniamo logiche anche se probabilmente impopolari per iniziare a risovere il problema:
1) Mancanza di posti letto in ospedale : A determinare tale problema sono soprattutto i lunghi tempi di erogazione delle prestazioni radiologiche (ecografie, radiografie, TAC, Risonanze Magnetiche Nucleari) ed interventive (interventi chirurgici, biopsie ecc) Queste vengono mediamente fornite a pieno regime solo per 6 ore su 24 (tra le ore 8 e le ore 14) mentre esternamente a tale periodo vengono normalmente garantite solo le urgenze. La soluzione a tale problema è quella di fornire prestazioni diagnostiche nell’arco delle intere 24 ore (come accade in alcune realtà private) e non limitatamente all’orario antimeridiano come accade invece adesso. Se per esempio un paziente eseguisse la TAC alle 3 di notte del giorno successivo al ricovero anziché dopo 5 giorni (come normalmente accade) si risparmierebbero almeno 1500 euro sulla degenza (pari ad un costo giornaliero di degenza di 500 euro) . Il denaro per pagare il personale che lavora su turni di 24 ore si potrebbe trovare proprio attingendo dai risparmi che deriverebbero dalle riduzioni delle degenze col vantaggio di liberare più velocemente i posti letto. Sempre per velocizzare le liste d’attesa chirurgiche ed i conseguenti ricoveri le sale operatorie dovrebbero lavorare in regime ordinario per 12 ore giornaliere (dalle 8 alle 20) utilizzando inizialmente i ferristi delle realtà ospedaliere in provincia che si dovranno chiudere e formando e motivando al tempo stesso nuovo unità. Infine anche il personale delle direzioni sanitarie degli ospedali dovrebbe dare il suo contributo a velocizzare i ricoveri presenziando quotidianamente nelle corsie e valutando caso per caso i motivi che prolungano la degenza dei singoli pazienti. Essi stessi potrebbero sollecitare prestazioni non ancora fornite e sanzionare comportamenti poco produttivi.
2) Mancanza di personale in corsia : L’auspicata reale chiusura di alcuni ospedali (ne basterebbero a nostro giudizio solo 3 purchè ben funzionanti in tutta la provincia) dovrà necessariamente veder confluire il personale che vi lavorava nelle tre strutture rimaste aperte. Altro personale dovrebbe essere drenato dagli ambulatori territoriali dove sarebbe opportuno far lavorare solo gli over 60 o gli affetti da malattie palesemente invalidanti. Sarebbe necessaria a tal proposito una rivalutazione delle numerose esenzioni dal servizio da parte di medici del lavoro preferibilmente esterni alla azienda ed alla regione. Il frequente ricorso alla certificazione di malattia (altra nota dolente di tutte le pubbliche amministrazioni) che vede il 10-15% del personale quotidianamente assente dal servizio per tale motivo, dovrebbe essere scoraggiato gratificando maggiormente (con contratti decentrati) l’indennità di presenza in servizio e ricorrendo in coloro che recidivano ripetutamente e fraudolentemente anche al licenziamento. Infine sarebbe auspicabile la creazione di un pool infermieristico esterno alla ASL (magari associato in cooperativa) al quale attingere in casi di emergenza di personale pagando la prestazione erogata..
3) Intasamento dei Pronto Soccorso : A determinare tale problema è soprattutto il ricorso all’ospedale anche per motivi più banali, tanto che l’85% delle prestazioni fornite dai pronto soccorso è dato dai cosiddetti “codici bianchi o verdi” (livello d’urgenza basso o molto basso) potenzialmente gestibili dalla medicina di base o dalla guardia medica. Queste situazioni che avrebbero potuto trovare ristoro sul territorio (a costo zero) ma che hanno determinato intasamento del pronto soccorso ed impegno di personale non possono essere gratuite ma devono sempre pagare un ticket da stabilire (per es. almeno 50 euro da liquidare subito presso un apposito sportello attiguo al pronto soccorso) in quanto hanno assorbito impropriamente energie della struttura (medico per la visita, infermiere per la terapia, barelliere per le consulenze) a danno di casi più urgenti.
4) Liste d’attesa e potenziamento dei distretti : nonostante l’impegno degli amministratori generali i tempi d’attesa per alcune indagini radiologiche (es. RMN, mammografia) ed ambulatoriali (visita oculistica) continuano ad essere inaccettabili. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di acquistare da professionisti (interni od esterni alla ASL) in regime libero-professionale non l’ora di prestazione ma la singola prestazione al prezzo più conveniente possibile per l’azienda. Siamo convinti che le indagini verrebbero velocizzate e probabilmente numericamente raddoppiate nello stesso arco di tempo. Al tempo stesso l’erogazione di una prestazione specialistica in pochissimi giorni ed in un’arco temporale di 12 ore giornaliere (dalle 8 alle 20) presso un distretto sanitario territoriale (anziché ospedaliero) contribuirà a decongestionare i pronto soccorsi dei soli tre ospedali della provincia che resterebbero funzionanti.
5) Appalti per forniture di protesi e materiale sanitario : La sanità è il più corposo capitolo di spesa per le regioni. Solo la nostra regione ha speso per il 2010 6 miliardi e 740 milioni di euro. Scorrendo tanto denaro è naturale pensare che la corruzione vi faccia capolino e che degli abusi possano effettuati soprattutto in capitoli di spesa quali la protesica o le forniture ospedaliere in senso lato. Di questi abusi si interessano volta per volta i NAS dei carabinieri o la Guardia di Finanza. Una possibile soluzione è’ proprio quella di coinvolgere a priori il comando della Guardia di Finanza e dei NAS che dovranno interagire con le direzioni generali e gli uffici tecnici delle ASL nelle gare d’appalto presenziando alla apertura delle offerte. Siamo convinti che le cose in questo modo dovrebbero giocoforza migliorare consentendo anche alle dirigenze di agire con maggiore serenità.
6) Ospedalizzazione domiciliare : E’ la chiave di volta di moltissimi ricoveri di anziani e lungodegenti. Un reparto polispecialisto ospedaliero (geriatri, cardiologi, neurologi, ortopedici, fisiatri ecc.) con relativo personale infermieristico adeguatamente incentivato e sempre reperibile dovrebbe operare direttamente a domicilio dei pazienti potendo erogare prestazioni diagnostiche (esami di laboratorio, ecografie, radiografie, ECG ecc) e terapeutiche.
7) Medicina difensiva : La riforma della giustizia, a cui l’attuale governo tanto tiene, dovrebbe dedicare un capitolo a questo problema mirando a tutelare gli interessi degli utenti della sanità ma anche degli operatori sanitari. Spesso questi ultimi si trovano costretti a chiedere delle indagini diagnostiche inutili (con costi aggiuntivi ed allungamento delle degenze) solo per evitare possibili contenziosi legali. Se gli operatori sanitari sbagliano è giusto che paghino ma se una causa per “malasanità” viene intentata incautamente è giusto che le spese processuali ed i danni morali provocati al professionista gravino adeguatamente su chi l’ha innescata, cosa che al momento non ci risulta che accada.
Sicuramente le proposte presentate potrebbero essere etichettate come semplicistiche, utopistiche e tecnicamente irrealizzabili ma pur se criticabili sono un modesto contributo finalizzato a cercare di risolvere un problema ciclopico. Se il Titanic sta andando a sbattere contro gli iceberg non ci si può limitare a criticare il comandante ma vanno messe in campo, se le si hanno, tutte le idee ed i progetti costruttivi nell’interesse della salute della collettività.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE VALENTINO - GIA' CONSIGLIERE COMUNALE DEMOCRATICI E REPUBBLICANI |