Brindisi, 26/10/2011

Crisi economica, Uil: "colpa della politica del No"

Una lettera aperta alle istituzioni locali e regionali sulla difficile situazione economia del territorio brindisino. E' quanto inviato dalle Segreterie provinciali UIL - UILCEM al Prefetto di Brindisi, al Presidente delle Regione Puglia, al Commissario Prefettizio Comune di Brindisi ed al Presidente della Provincia di Brindisi.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:

La UIL e la UILCEM di Brindisi esprimono rammarico e forte preoccupazione per la situazione davvero critica che riguarda l'economia del territorio di Brindisi ed il suo apparato industriale dove ormai si manifestano chiaramente scelte politiche penalizzanti causate dalle Istituzioni a partire dal Governo centrale che non è ancora in grado di presentare un piano industriale capace di rafforzare il sistema produttivo dell'industria nazionale e, di conseguenza, quello del nostro territorio.
Paghiamo le conseguenze della politica del NO!
Oltre a questo si aggiunge la Regione Puglia che, per dimostrare attenzione verso le problematiche ambientali, sta mettendo in atto mirate azioni di contrasto nei confronti delle attività produttive brindisine.
In questo momento ancora più accentuate perché sta agendo in maniera diretta, azienda per azienda, per imporre divieti e vincoli che stanno provocando la messa in discussione, in una situazione già abbondantemente compromessa, di interi apparati produttivi. Se non si interviene immediatamente per chiarire questioni che riguardano l'aspetto ambientale, allora è chiaro che il nostro sospetto è giustificato: si tratta veramente di una politica che ha come obiettivo la fine dell'industria brindisina.
L'attenzione per le politiche ambientali è lo specchietto delle allodole per non fare emergere le inefficienze che si sono sviluppate in sette anni, che hanno impoverito il nostro territorio contrastando ed impedendo tutte le disponibilità e le iniziative di investimenti nel settore con una feroce politica del NO a tutti i costi per partito preso, con un unico obiettivo: far collassare e demolire il sistema industriale.
Gli esempi e le testimonianze di questi ultimi giorni, alla vigilia della campagna elettorale, sono tante.
Il consiglio regionale ha votato all'unanimità un ordine del giorno che impone all'ENEL la riduzione dell'emissione di CO2 e del 25% del carbone in dieci anni. Mediazione questa per accontentare il solito politico di turno che, quando si ricorda, si erge a paladino dell'ambiente.
Ci meraviglia la posizione di debolezza espressa dai consiglieri di opposizione. Si sa che decisioni del genere possono essere assunte SOLO dal Governo centrale che determina le politiche industriali nel suo complesso.
Ed ancora si è fatto passare un piccolo prototipo di impianto pilota, realizzato all'interno della Sanofi Aventis per testare un nuovo prodotto farmaceutico, come un pericoloso apparato produttivo che starebbe inquinando l'ambiente.
Per la SFIR, dopo che la Regione e la Provincia hanno autorizzato il suo insediamento senza nessun vincolo, improvvisamente decidono di fermare la produzione di energia elettrica per problemi ambientali. Non è mai troppo tardi!
Inoltre c'è giunta notizia che anche Polimeri Europa sarà attenzionata dalla Regione Puglia per non disporre dell'utilizzo di alcuni serbatoi di stoccaggio di materie prime essenziali per il ciclo produttivo. Questo sicuramente causerà il fermo di tutta l'attività.
Chiediamo agli Amministratori locali, alla Regione ed ai rappresentanti politici: è una situazione che può essere ancora sottovalutata ed accettata passivamente pur di dimostrare alla cittadinanza che nelle Istituzioni ci sono strenui difensori dell'ambiente, ma SOLO per alcuni territori pugliesi, in particolare Brindisi?
Non c'è nessuno che si vuole occupare veramente di questi problemi?
Costoro si devono rendere conto che andando avanti di questo passo, senza una precisa presa di posizione a giusta difesa della nostra città e della provincia, tra non molto non rimarranno che rovine di un tessuto industriale all'avanguardia, sia dal punto di vista tecnologico, della sicurezza e della difesa dell'ambiente che ha investito milioni di euro per ambientalizzare ed adeguare i cicli produttivi alle nuove normative di legge.
Una responsabilità trascurata in circostanze come queste dove invece occorre essere decisi e determinati per dare risposte serie ai cittadini ed ai lavoratori preoccupati per una situazione che condiziona e mette in discussione il presente ed il già incerto futuro.

COMUNICATO STAMPA UIL - UILCEM