Brindisi, 20/12/2011

Ignone (Confartigianato): "non perdiamo la speranza"

Fine anno con il segno “meno” per tutto il comparto artigiano. Un 2012 con poche certezze: questo il messaggio sostanziale da parte di Antonio Ignone, presidente della Confartigianato Imprese di Brindisi.
“I tenui segnali di ripresa che avevamo percepito a inizio del corrente anno si sono pian piano esauriti con l’inizio dell’estate, riportando i fatturati delle aziende artigiane in area negativa. Al mercato italiano, oramai quasi fermo a seguito principalmente della crisi che ha attanagliato il comparto dell’edilizia, ha fatto di contrappeso un piccolo incremento delle esportazioni. In questi giorni si parla molto della manovra Monti, che ha portato a un innalzamento della pressione fiscale, tale da far preoccupare in qualche modo le nostre imprese; se però non si attuano manovre per la ripresa e i consumi, la situazione nel 2012 potrebbe rivelarsi devastante. Benissimo la lotta all’evasione – sottolinea Ignone – perchè tutti debbono rispettare le regole per far ripartire la nostra economia, ma bisogna immediatamente pensare anche a una semplificazione degli adempimenti fiscali, che gravano in maniera sempre più pesante sulle nostre imprese. Della serie: pagare tutti per il bene del Paese!
E’ giusto quindi attuare le politiche dei controlli, ma le imprese non possono essere chiamate a pagare i tanti errori che la politica ha commesso in questi decenni; ricordiamo che tante nostre imprese si ritrovano “ingessate” poiché uno fra i loro principali creditori è proprio lo Stato italiano e le Pubbliche Amministrazioni come le stesse Aziende Sanitarie, che con i loro ritardi nei pagamenti stanno mettendo in ginocchio tante piccole imprese.
Chiediamo allora manovre credibili e forti -conclude Ignone - ma chiare ed eque per tutti. La piccola impresa da sempre è il perno trainante dell’economia nazionale, nonché portatrice di tradizione e cultura, ma spesso notiamo nei nostri confronti, in particolare dall’ambito della politica italiana, quella poca sensibilità che fa male a chi, come noi, lavora dodici ore al giorno e con i propri e personali sforzi da lavoro e produce economia reale”.

COMUNICATO STAMPA CONFARTIGIANATO BRINDISI