Brindisi, 14/02/2012
Crisi Porto di Brindisi: Giovanni Brigante scrive al Prefetto
Ill.ma S.E. dott. Nicola Prete,
la presente per segnalarLe che, con il sequestro avvenuto ieri l’altro dell’unica nave rimasta in linea tra Brindisi e la Grecia la Ionian Queen dell’armatore Endeavour, i collegamenti col territorio ellenico sono totalmente interrotti, proiettando una luce sinistra sulle possibilità attuali e future di sopravvivenza del settore commerciale e turistico brindisino e delle attività portuali legati al comparto del trasporto marittimo di passeggeri e TIR verso la Grecia.
In relazione all’accaduto, risulta evidente la sofferenza degli agenti turistici e marittimi che traggono la loro sopravvivenza economica proprio dai traffici marittimi di collegamento fra Italia, Grecia e Albania.
Su questi traffici, le organizzazioni e gli operatori turistici locali a partire dagli anni ’70, hanno investito, sviluppando un modello di turismo di massa di grande successo famoso nel mondo, facendo toccare al nostro porto punte di oltre un milione di passeggeri in arrivo e partenza per i porti frontalieri ellenici.
Tali interscambi hanno prodotto l’effetto di una ricaduta sul territorio grazie allo sviluppo di molteplici attività imprenditoriali, legate al settore marittimo ed alla destinazione turistica “Grecia”.
Oggi questo modello economico è in crisi, soprattutto per la perdita di competitività che il porto di Brindisi ha registrato in questi anni rispetto agli altri porti dell’Adriatico, soprattutto nei confronti del vicino porto di Bari.
Inoltre, l’attuale crisi economica-finanziaria che ha investito i paesi dell’Euro, sta portando la Grecia verso il “default”, accentuando di conseguenza la crisi del nostro porto, che purtroppo a causa delle miopi pseudo-politiche di sviluppo smentite poi dai fatti, non ha saputo diversificare nel tempo la propria offerta di collegamenti marittimi inserendo nuove filiere commerciali di trasporto verso porti alternativi a quelli greci.
Le Compagnie di Navigazione che scalano i porti Adriatici con destinazione Grecia, in virtù della crisi economica in corso, vivono un’enorme difficoltà di accesso al credito e sono pertanto tutte a rischio di fallimento; prova ne è il loro palese ridimensionamento operativo.
La situazione attuale vede: la Minoan a Venezia ha in linea una sola nave, la Anek e Superfast ad Ancona hanno trovano un accordo di cooperazione commerciale mantenendo solo una unità per Compagnia, la Superfast a Bari mantiene una partenza giornaliera con navi di minore capienza passeggeri, la Ventouris Ferries, sempre nel porto barese, mantiene due navi di vecchia generazione a vocazione prettamente commerciale e infine Brindisi, l’anello più debole della catena, con l’unica compagnia la Endeavor Lines, che operava fino ad ieri senza nessuna programmazione con una, a volte due, partenza a settimana con una sola nave in linea, col rischio di cancellazione di itinerari e corse per le difficoltà economiche dovute alla crisi che investe tutte le attività in Grecia.
Con il sequestro della Ionian Queen, il settore brindisino degli operatori marittimi e turistici già in grave difficoltà subisce un colpo mortale e la crisi si scarica virulenta sugli operatori del settore, i quali hanno già adottato procedure di lavoro part-time e riduzione di salari per salvare le aziende, ma ormai si vedranno costrette ad assumere provvedimenti di ridimensionamento delle attività o vere e proprie chiusure di aziende con istanza fallimentari dai propri creditori e conseguente licenziamento di personale.
Da qui la richiesta al Prefetto di Brindisi, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero del Lavoro, al Presidente della Regione Puglia ed agli Assessorati regionali competenti, di dichiarare lo stato di crisi delle attività commerciali del porto di Brindisi, per consentire di attuare sul territorio le misure urgenti di rafforzamento degli ammortizzatori sociali per le tante figure professionali che operano nel settore.
Per quanto riguarda la locale Autorità Portuale, si ritiene inoltre sottostimato e quindi insufficiente ad evitare lo stato di crisi del porto, il programma di 27 approdi crocieristici di piccole e medie navi previste per il 2012, reso noto dalla stessa Autorità portuale. Iniziativa utile a diversificarne l’offerta degli approdi portuali, ma inadeguati dal punto di vista economico per gli operatori locali, in quanto marginale dal punto di vista economico, a causa del minimo valore aggiunto che uno scalo “tecnico” crocieristico porta non solo agli operatori del settore, ma a tutto un indotto costituito dalle altre attività commerciali cittadine.
Di conseguenza per conservare il tessuto economico e i relativi livelli occupazionali generati dalle attività portuali, è necessario preservare i traffici marittimi di collegamento con i porti greci ed albanesi ed avviare da subito politiche di diversificazione di linee commerciali con altre destinazioni.
Già la programmazione prevista nel 2012 dei collegamenti con la Grecia, prevedeva un abbattimento del traffico passeggeri nel porto di Brindisi stimato per difetto di circa il 40%.
Un segnale, questo, di forte crisi, con numeri impressionanti di riduzione dei traffici devastanti non solo per l’economia del settore, ma di una parte rilevante della città ed in mancanza di iniziative concrete, le prospettive non potranno essere che funeree e con la fermata della nave la situazione oggi precipita e si configurano oscure aspettative per le aziende e i lavoratori operanti per il porto di Brindisi.
Proprio mentre Le scriviamo, oltre a ciò che è illustrato nel corso di questa segnalazione, è fresca di minuti è la notizia che la paventata dismissione delle tratte navali con destinazione Albania è stata resa operativa a tempo di record e pertanto anche quel filone commerciale è di fatto interrotto.
Per cui chiediamo un forte intervento dalle autorità preposte, analogamente a quanto avviene a Taranto dove la Regione Puglia e lo Stato stanno operando al fine di risolvere la crisi del Terminal Container e richiediamo la stessa attenzione per salvaguardare il settore dei traffici merci e passeggeri del porto di Brindisi per i collegamenti con la Grecia e da oggi, purtroppo, anche per l’Albania, a tutela delle imprese e dei lavoratori brindisini, per non trasformare definitivamente il porto di Brindisi in una struttura destinata soltanto a traffici energetici ed industriali.
COMUNICATO STAMPA GIOVANNI BRIGANTE - CONSIGLIERE REGIONALE DE LA PUGLIA PER VENDOLA |