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Bari, 13/04/2012
Friolo: “Concorrenza sleale nel mercato pugliese, occorrono attenti controlli”
“I settori tessile, abbigliamento e calzaturiero soffrono in Puglia più che altrove. La crisi si sente forte in particolare nel Nord Barese, nel Sud Leccese, nelle zone di Francavilla Fontana ed altri comuni per il Brindisino. La colpa è della contrazione dei mercati certamente ma anche della concorrenza sleale che i cinesi compiono quotidianamente sul nostro territorio come anche in altre aree dell’Italia: si pensi ad esempio ciò che accade a Prato. Il premier Monti è andato in Cina per invitare ad investire di più in Italia. E’ ovvio che l’invito era rivolto alla grande imprenditoria ma è pure un segnale che rafforza, in qualche modo, la preoccupazione in molte aziende italiane considerato che lo shopping è già in atto e andare oltre può dare l’impressione che l’Italia sia tanto allo sbando da essere ormai in vendita al migliore acquirente. Nel 2011 sono finite in mano straniera 108 aziende italiane, per un valore di circa 18 miliardi di euro. Tra queste Fendi, Parmalat, Bulgari, Brioni e il gruppo Ferretti, massimo produttore mondiale di yacht di lusso, come pure Edison. Gli imprenditori stranieri in Italia sono oltre 400mila, quasi uno su dieci, e lo scorso anno sono cresciuti del 5,7%.
E’ evidente che il libero mercato è una condizione da garantire sempre e comunque e di questo ne siamo tutti convinti, tranne qualche fans residuale del comunismo cubano ma la domanda da porsi è se la concorrenza in atto è davvero compiuta con regole corrette oppure è molto sleale. Inoltre c’è da chiedersi se si faccia il necessario per combattere i fenomeni della contraffazione e per contrastare i fenomeni della illegalità nella nostra Puglia.
C’è da capire se i controlli effettuati interessino un’azienda straniera ogni dieci imprese italiane su suolo pugliese, cioè esattamente in rapporto alle presenze imprenditoriali straniere ufficialmente dichiarate. Già questo sarebbe un segnale importante per artigiani, commercianti e imprenditori pugliesi che ogni giorno compiono sforzi enormi per mantenere in vita le proprie aziende e le famiglie dei loro lavoratori. Ancora meglio sarebbe se fosse ancora più impegnativa e dettagliata la lotta alle imprese fantasma, a quei tanti negozietti o laboratori tessili gestiti da cinesi che evadono le tasse e sfruttano i lavoratori.
C’è da auspicare poi maggiori e più efficaci ispezioni e controlli alle dogane, anche sanitari, contro le importazioni illegali. La Coldiretti, ad esempio, negli anni passati ha promosso una campagna di sensibilizzazione dei consumatori a preferire il cibo italiano e quello a km zero denunciando la contraffazione di alimenti provenienti proprio dalla Cina che minano la nostra salute. Più controlli significa più garanzia di riequilibrare i mercati verso la giusta concorrenza, leale e corretta. Infine quasi uno slogan: più Pit per il Tac. Dove Pit è l’acronimo di Programmi Intergrati territoriali e Tac quello di Tessile, Abbigliamento e Calzaturiero. La crisi si combatte anche così”.
COMUNICATO STAMPA MAURIZIO FRIOLO - CONSIGLIERE REGIONALE PDL |