Brindisi, 07/05/2012
IMU, Uil: "il danno oltre la beffa"
Non vi è dubbio che l'IMU sia diventata, da quando il Governo Monti ha deciso di farla
pagare ai cittadini, uno degli argomenti più discussi. Una imposta su cui si poggia gran
parte della manovra finanziaria 2012 per risanare il disavanzopubblico e permettere
all'Italia di pareggiare il bilancio dello Stato entro quest'anno.
La UIL fin dal primo momento ha espresso parere contrario perché è iniqua e come al
solito colpisce indistintamente solo le fasce a reddito basso: disoccupati, precari e anziani
che con grande sacrificio hanno realizzato il sogno di una vita acquistando un
appartamento. La reintroduzione della tassazione sulla prima casa avrà ricadute molto
negative su milioni di persone. Per questo, continuiamo a chiedere detrazioni ad hoc che
tengano conto delle particolari condizioni della popolazione. Per tantissimi infatti la casa di
proprietà è l’unica ancora di salvezza che impedisce loro di precipitare nella povertà più
assoluta.
La presa di posizione da parte dei sindaci in un primo momento sembrava fosse
nettamente contraria alla istituzione di tale tassazione. Quando invece il governo ha
chiarito che i sindaci potevano anche assumere la decisione di non applicare l'imposta, ma
comunque dovevano riconoscere allo Stato la quota prevista per legge, è emersa la vera
posizione degli amministratori locali: quella che le risorse previste dell'IMU rimanessero
nelle casse comunali.
Perciò oltre al danno la beffa per i cittadini in quanto nessun Sindaco ha provveduto, così
come previsto dalla legge, a compensare le maggiori entrate dell'IMU con la diminuzione
delle imposte comunali che già paghiamo dal 1 gennaio 2012. Una grave mancanza che la
dice lunga sulle reali intenzioni delle amministrazioni locali: incassare quanto più possibile
senza preoccuparsi di alleggerire il peso tributario verso i propri cittadini. Come al solito si
applica la politica dei due pesi: chi ha poco paga tanto, chi ha tanto paga poco. È ora di
dire basta a questo modo di pensare e fare politica sopratutto nella nostra città.
Come faranno i disoccupati, gli anziani, le fasce più deboli della nostra città a sostenere
questa ulteriore imposta?
Il clima pesante che Brindisi vive da molto tempo per la mancanza di lavoro, con una
economia ultra recessiva causata da una politica refrattaria a qualsiasi investimento
produttivo, che si è baloccata sulle facili promesse di nuovi modelli di sviluppo neanche
sviluppati sulla carta, ma frutto di anni di annunci senza mai realizzare niente, non mette
nelle condizioni i meno abbienti di rispondere a tali nuove imposte.
La UIL provinciale ritiene importante che gli amministratori che saranno eletti dovranno
impegnarsi a ricostruire un tessuto economico e produttivo che risponda alle necessità di
coloro che, da anni, aspettano decisioni concrete per riavviare un processo di sviluppo che
permetta a tutti di partecipare con uguale dignità e diritti alla nuova fase di rinascita della
città.
Se così non sarà la UIL di Brindisi nelle prossime settimane metterà in atto tutte le
iniziative necessarie per sostenere il cambiamento.
COMUNICATO STAMPA UIL BRINDISI |