Brindisi, 25/07/2012
Associazioni: "urgono interventi per fronteggiare la crisi"
Non è priva di significativa rilevanza la decisione dell’Assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di rifiutare, in considerazione degli insuperabili elementi ostativi di natura giuridica, il parere richiesto dall’Autorità Portuale di Brindisi in merito alle determinazioni di sua competenza sul progetto del rigassificatore.
Si tratta invero di una presa d’atto che dovrebbero fare anche le competenti Autorità ministeriali per giungere, in tempi rapidi, alla rimozione (nella forma dell’annullamento o della revoca) del provvedimento autorizzativo a suo tempo concesso perché indotte in errore da operazioni scorrette rivolte a condizionare la volontà della Pubblica Amministrazione. Abbiamo ripetutamente chiesto l’apertura in sede ministeriale di una procedura di autotutela rivolta a chiudere una vicenda che sta procurando enormi danni a Brindisi e allo sviluppo del territorio.
La recente sentenza penale del Tribunale di Brindisi non ha solo confiscato la “colmata a mare” destinata ad ospitare l’impianto ma ha anche fornito elementi di valutazione che per la loro oggettività dovrebbero essere presi in considerazione dal competente Ministero. E ciò anche se si tratta di pronuncia non definitiva dal momento che la immodificabilità della sentenza (col suo passaggio in giudicato) è indispensabile ai fini dell’accertamento definitivo delle responsabilità penali degli imputati ma non impedisce la autonoma valutazione degli elementi emersi dal processo che la Pubblica Amministrazione ha la facoltà, se non il dovere, di prendere in considerazione ai fini del giudizio sulla legittimità o meno dell’atto autorizzativo contestato.
Attendere la sentenza definitiva significa consentire che Brindisi continui a restare sotto la minaccia di un’opera devastante e pericolosa.
Una situazione insostenibile che ha indotto il Presidente della Amministrazione provinciale e il Sindaco di Brindisi a ribadire ancora una volta la loro radicale opposizione al rigassificatore nel corso della citata assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
La questione del rigassificatore aggrava enormemente a Brindisi una crisi economica già pesantemente segnata dalla presenza di annosi problemi irrisolti: imprese che chiudono, disoccupazione galoppante, urgente necessità di rilanciare il porto, degrado della costa, esigenza di risanamento di alcune zone periferiche, difficoltà dell’agricoltura e del commercio. E ciò senza dimenticare l’altro gravissimo attacco alla vivibilità del territorio costituito dall’intollerabile inquinamento da carbone provocato dal polo energetico.
Su questi problemi, che non vanno in vacanza e non tollerano divagazioni di sorta, si misura la capacità di analisi e di intervento delle Amministrazioni locali e la capacità di critica, di stimolo e di proposta delle forze politiche e delle espressioni più avvertite della società civile. Sappiamo bene che la crisi economica e la conseguente disoccupazione sono problemi di portata nazionale ma sappiamo anche che essi possono essere, in qualche misura, fronteggiati dalle Amministrazioni locali (d’intesa con la Regione) con l’esercizio dei non trascurabili poteri attribuiti dalla legge alla loro competenza.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:
Italia Nostra, Legambiente Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, PeaceLink.
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