Brindisi, 12/11/2012

Riordino Province: lettera aperta di Marco Rizzo

“La nostra città è ormai morta e nessuno se ne è accorto. E’ arrivato il momento che tutti i miei concittadini se ne rendano conto. Perché tutti quanti pensano soltanto all’ipotesi di annessione a Lecce o a Taranto, anziché a muoversi dal basso, per cercare di salvare quella che a mio parere, è una delle più importanti città italiane da un punto di vista industriale e che dell’Italia intera è stata anche capitale? Manca il rispetto per le nostre radici e le nostre origini. Non possiamo sentirci brindisini, solo quando andiamo a tifare la nostra squadra al PalaPentassuglia o quando c’è da festeggiare San Teodoro. L’essere brindisini è ben altra cosa. Di certo non quella di dire: Lecce è meglio di Taranto o viceversa. Mi sarei aspettato una reazione popolare per evitare questo scempio. Saremmo dovuti scendere in piazza per manifestare la nostra indignazione come avvenne per il rigassificatore o quando si decise la chiusura dei corsi. Ma siamo in grado realmente di capire ciò che significa la cancellazione della città capoluogo di Brindisi? Non consiste solo in una modifica sulla carta d’identità con Brindisi che da (BR) si trasforma in (LE). Il danno è molto più grosso. Perderemo la prefettura, la questura, LA camera di commercio e tutti gli enti, le associazioni e gli ordini professionali, il nostro ospedale non sarà più di primo livello ma di secondo, insomma in due parole: perdiamo tutto. Siamo francamente stanchi, e penso di parlare a nome di molti altri giovani come me, di tutte queste tarantelle politiche, con dei parlamentari che giocano a scarica barili, fingendosi le povere vittime di una legge voluta dal Governo. Loro che sono coloro che dovrebbero rappresentare ai vertici la nostra Provincia non hanno mosso un solo dito. Anzi, hanno votato la legge sulla spending review, magari senza neanche andare a leggerne il testo perché sarebbe stato troppo complicato visti gli innumerevoli (?) impegni, e oggi fanno finta di cadere dalle nuvole. Si lamentano poverini, per non essere stati chiamati in causa prima ma solo a Novembre. Ma perché il Parlamentare agisce su chiamata? Prende il gettone di presenza ogni qualvolta qualcuno lo richiami ai suoi doveri? Quella che dovrebbe essere la normalità, ossia l’impegno per la difesa del proprio territorio in Parlamento, per questi signori diventa l’eccezione. Perché anziché andarsene in vacanza ad Agosto, a scialacquarsi i 15.000 euro che prendono (si sono proprio 15.000 ed è giusto che la gente lo sappia) per star seduti a scaldare la poltrona a Roma, dopo aver votato la legge sulla spending review, non hanno abbassato il capo lavorando all’unisono e duramente per cercare di trovare una strategia migliore in grado di salvare almeno il salvabile? La proposta non deve venire da me che sono un semplice studente e cittadino brindisino, ma perchè nessuno ha mai pensato a un emendamento che proponga di salvare Brindisi in quanto già Capitale d’Italia. Se questa idea era troppo per i parlamentari brindisini, senza distinzione di partito, allora c’è un grosso problema: chi ci rappresenta in Parlamento, non sa minimamente svolgere il proprio mestiere. 
L’altro “schifo”, a cui ho assistito inerme e senza parole, è stato il 'fuggi fuggi' generale dei paesi della Provincia di Brindisi che sono scappati chi verso Taranto e chi verso Lecce, in virtù di non si è ancora ben capito quale legame affettivo. Nessuno di questi paesi ha a cuore le sorti della città Capoluogo e nessuno mai si è sentito realmente parte di Brindisi. Non me ne vogliano gli abitanti della Provincia, ma cosa hanno fatto in questi anni Lecce o Taranto per paesi come San Pietro Vernotico e Ostuni? Il nulla più totale. Ora invece pensano che annettendosi a loro, tutto cambierà. Peccato che quello che non capiscono è che per Lecce o per Taranto, saranno soltanto un numerino di cui non tenere minimamente conto. Quelli della nostra provincia, sono stati gli unici paesi in Italia, a comportarsi in questa maniera, ce ne vogliamo rendere conto? 
Come se non bastasse, l’ultima scena tragicomica a cui abbiamo dovuto assistere è stato l’incontro tra il Sindaco Consales e i rappresentanti dei paesi della Provincia. Se la sono ‘suonata e cantata’ da soli con la Provincia del Grande Salento. Peccato abbiano fatto i conti senza l’oste. Qualcuno di questi ‘geni politici’ si è mai posto il problema se Lecce o Taranto, che manterranno le loro province, sono interessati minimamente alla creazione di questa provincia del Grande Salento? Non ha senso incontarsi e decidere di optare per questo nuovo assetto provinciale, quando poi chi dovrebbe farne parte oltre a noi, non ne vuole sentire ragioni. 
C’è un’unica possibilità che Brindisi si salvi e che non vada ne con Lecce, ne con Taranto e cioè che i nostri parlamentari, almeno per una volta, operino realmente per il territorio, non votando la conversione del decreto in legge. Credo che la salvezza di Brindisi sia la cosa che più ci dovrebbe stare a cuore e per la quale i parlamentari, anche e soprattutto in virtù dei 15.000 euro al mese che percepiscono, dovrebbero lottare. Oppure hanno paura che cada il governo e quindi non maturi il loro vitalizio, per ricevere una bella pensione dorata, dopo aver scaldato la propria poltrona in Parlamento a Roma?”

C.S. MARCO RIZZO CITTADINO DI BRINDISI E MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE STUDENTESCA STUDICENTRO