Il salentino Raffaele Fitto prosegue la politica "Baricentrica" dei
suoi predecessori. Ne più ne meno del barese verace Distaso.
Ad essere penalizzato, ancora una volta lo scalo brindisino "Papola", principale
terminale aereo dell’area jonico-salentina. Tutto a vantaggio di Bari
Palese, da sempre privilegiato dalla SEAP, società controllata dalla
regione.
L’Italia, dunque, finisce a Bari. Ieri solo per le linee ferroviarie,
con la massiccia soppressione di convogli (oggi tutti o quasi con
capolinea nel capoluogo pugliese), oggi anche per il trasporto aereo.
La Seap, gestore degli aeroporti pugliesi ha obbligato metà del personale
dell'aereostazione di Brindisi a trasferirsi a Bari.
Questa è l'ulteriore conferma della politica della società di gestione, amministrata da Domenico
Di Paola, che pone il Papola in subordine a Bari Palese.
Eppure Brindisi serve un bacino di utenza non indifferente
sotto tutti i punti di vista (geografico: Brindisi, Lecce e gran parte della provincia di Taranto;
commerciale; demografico...).
L'intero territorio viene castrato, proprio nel momento in cui si rende necessario rafforzare
le infrastrutture a sostegno della forte crescita economica.
Chi, per la posizione istituzionale e per le sue origini anagrafiche,
aveva il sacrosanto dovere di intervenire, per difendere gli interessi
vitali e la dignità del Salento (relegato nuovamente ai margini dei
circuiti nazionali ed internazionali) ha preferito tacere, chissà per
quale recondita, o forse, sin troppo intuibile, ragione.
Tra le motivazioni addotte dalla SEAP, per giustificare il massiccio
trasferimento di personale dallo scalo aeroportuale brindisino a quello
barese, la "più razionale ed efficiente distribuzione delle risorse
umane".
Ma al Papola, intanto, continuano a verificarsi situazioni che più che
con "l’efficienza e la razionalità", hanno a che fare con il grottesco:
domenica 11 un aereo dell’Alitalia con destinazione Milano, non è
partito per la mancanza del personale di volo (!).
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