La recente notizia che l'ONU ha scelto Brindisi, il suo aereoporto militare, come sede di comando
e controllo delle operazioni dei caschi blu, con la prospettiva, non tanto remota, di un futuro
stanziamento definitivo di una forza in città, apre un'altra possible via di sviluppo per Brindisi.
Fermorestando i dubbi che una simile operazione può far nutrire (soprattutto in chi è convinto pacifista)
è innegabile che tutto ciò non può non recare un beneficio, anche economico, a tutta la provincia.
Senza ombra di dubbio stiamo vivendo un momento cruciale per la nostra città. Sono in essere
diversi movimenti che si ripercuoteranno sul futuro di Brindisi.
L'Amministrazione comunale, è inutile negarlo, con i numerosi interventi che hanno cambiato il volto della città,
ha riaperto la strada a quella che è la vocazione naturale del territorio: il turismo. In questo senso
le future apertura del teatro Verdi ed il rimontaggio della Colonna Romana, insieme ad altre opere,
prima fra tutte il porticciolo turistico, rendono la città più bella e, certamente, più appetibile
non solo per chi ha voglia di investire.
Non si trascura nemmeno un altro versante di sviluppo: quello energetico-industriale.
La produzione della centrale di Brindisi Nord dovrebbe essere convertita nell'utilizzo del meno inquinante metano;
è in atto una vivace discussione sull'insediamento del mega-impianto di rigassificazione della British Gas,
per non parlare della Centrale di Cerano e della miriade di aziende che occupano lo spazio che un
tempo apparteneva alla Montedison. Questa è la direzione di sviluppo ad oggi maggiormante privilegiata:
consente di ottenere notevoli risultati occupazionali, ma pone inquietanti problematiche di ordine ambientale.
A metà strada tra turismo e industria sono da ricomprendere gli interventi tesi a migliorare l'efficenza del settore portuale,
importanti per rendere Brindisi più competitivo come snodo di transito (e magari non solo transito) di turisti e merci.
Tanto bolle in pentola. Forse troppo, dopo anni di esagerato immobilismo.
Ma le logiche di sviluppo non solo non sono univoche ma alcune di esse risultano inconciliabili tra di loro.
Sembra scontato l'appello, soprattutto alle coalizioni che si affronteranno in primavera per il governo
della città, ad individuare, senza indugi, la via che, finalmente, doni alla città una progettualità seria ed univoca.
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