Basket » 24/03/2010
Ezugwu ringrazia i tifosi di Brindisi. Di Andrea Tundo
Un pezzo di tela, una bomboletta azzurra e quattro parole: “Peter is my brother”. Peter è mio fratello. Mittente, la curva brindisina. Destinatario, Peter Ezugwu, roccioso pivot dell’Aget Imola, protagonista suo malgrado di un episodio spiacevole al PalaTriccoli di Jesi quando alcuni spettatori hanno rivolto nei suoi confronti degli insulti a sfondo razziale. Giù critiche per tutta la scorsa settimana, con la presa di posizione anche del presidente di Legadue, Marco Bonamico. Poi l’accoglienza del PalaPentassuglia e l’emozione di Ezugwu che, rivoltosi verso la curva biancazzurra, ha applaudito il gesto di solidarietà espresso dalla tifoseria avversaria per poi confermare tutto nella notte tra domenica e lunedì, inviando un messaggio su Facebook ai brindisini.
“E’ stato emozionante, bellissimo. È per me un piacere enorme vedere gesti di solidarietà come quello dei supporters di Brindisi. Li ringrazio tutti”, dice Ezugwu al Nuovo Quotidiano di Puglia.
Un’occasione per fare piena luce su quanto successo nelle Marche e per allargare il discorso a tutto l’ambiente sportivo.
“Purtroppo viviamo in un mondo dove queste cose accadono. Spesso per colpa di quattro, cinque imbecilli – spiega il giocatore di Imola – si bolla un’intera città come razzista. Non c’è razzismo a Jesi ma alcune persone che erano a vedere la partita non hanno compreso che certe cose non si dicono o fanno”.
Prova a gettare acqua sul fuoco, “Peterone”, ex giocatore di Sassari e Pavia: “In questi frangenti, l’importante è reagire.
Ho apprezzato il sostegno di Legadue, del pubblico brindisino e di tante altre persone. È un monito affinché non si ripetano certe situazioni”. Specie nello sport, attività simbolo dell’integrazione e del rispetto dell’avversario, in qualunque situazione. “Lo sport è una sottocultura del mondo.
Quindi se un fenomeno c’è nella vita di tutti i giorni, si presenterà anche sui campi. Ma è bene capire che questi episodi avvengono ovunque, in Italia, come in Spagna così in America”, continua Ezugwu. “E soprattutto – aggiunge -, non dev’esserci discriminazione di alcun tipo: religiosa, politica, culturale o a causa del colore della pelle. Sia ben chiaro”.
Poi torna sul pubblico adriatico: “Ho sempre seguito l’ambiente brindisino, anche quando era in B d’Eccellenza. Tutti mi hanno sempre parlato di persone stupende ed affettuose, questa volta ho potuto toccare con mano. Non posso che commuovermi e dire che non dimenticherò”.
Andrea TUNDO
(Nuovo Quotidiano di Puglia)
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