Basket » 02/02/2011
Obiettivo: almeno il 14° posto. Ecco perché. Di GianPiero Lofoco
Fa bene coach Luca Bechi a porre, quale obiettivo stagionale per l’Enel Basket Brindisi, il raggiungimento almeno del 14° posto in classifica; quello, cioè, che permetterebbe la permanenza in Lega A.
Ovviamente, alla base del suo progetto vi è il valore sportivo di un piazzamento del genere e, più in generale, ciò non creerebbe qualche (anche grosso) problema. Ci si riferisce non certo all’ultimo posto (16°) che condannerebbe alla discesa in Legadue ma al penultimo (15°): con il pagamento di 500.000 euro si eviterebbe la retrocessione a scapito della seconda promozione dalla serie inferiore. Insomma, la penultima di A, decidendo di pagare, permetterebbe ad una sola squadra di Legadue di essere promossa. Alla seconda pretendente al salto in A vi sarebbe, comunque, una compensazione con il versamento di tale cospicua somma.
A chiamarla «wild card » si sbaglia, molto meglio « premio di risultato»: una decisione già presa da tempo, unanimemente condivisa e in vigore nel campionato in corso. Semmai, il problema è sorto settimane addietro nel momento in cui, in seno alle società di Lega A, si è cominciato a discutere la possibilità di creare una sorta di «fondo di solidarietà» o, con un pizzico di ironia, «banco di mutuo soccorso». Un aiuto economico alla penultima da parte delle altre società, per dirla semplice!
Nella trattazione occorre procedere per gradi. 500.000 mila euro valgono, eccome, la permanenza in A ma possono gravare (e non poco) sulle casse societarie di chi deve pagarli, soprattutto per le scelte societarie successive. Sia chiaro che per la penultima non vi è l’obbligo a metter mano al….borsellino.
Domanda: “chi mai potrebbe rinunciare alla possibilità di restare in A, costi quel che costi?”. Nessuno? Meglio dire quasi nessuno? Prima si penserà a pagare e poi a rimpinguare le finanze societarie con risparmi per la stagione seguente o con iniziative di marketing o, ancora, con nuove sponsorizzazioni? Insomma, potrebbe valere la regola “i problemi si risolvono uno alla volta”?
E’ oramai opinione diffusa (anche se non è assolutamente scritto e salvo possibili smentite dall’evolversi della situazione) considerare che la retrocessione da Lega A a Legadue sia solo una; quindi, si è indotti a ritenere che il penultimo posto comporti soltanto (si fa per dire) il pagamento di una ….. penale.
Troppo semplicistica una valutazione del genere, occorre ammetterlo con onestà, e lontana dal principio ispiratore. Il quesito di fondo rimane: pagare senza pensarci troppo? La discussione tra i pro e i contro è ampia, articolata, fondata per un verso e l’altro. Risposta affermativa se solo le casse di tutte le società fossero floride; ma non è così! Difficile schierarsi, allora, se non si è direttamente parte in causa, cioè senza essere un dirigente societario che conosce le difficoltà di bilancio per affrontare campionati di alto livello come la Lega A.
Ora, è opportuno ritornare sull’argomento «fondo di solidarietà» perché (per quanto illustrato sinora) potrebbe intendersi come un indubbio vantaggio, tale da rendere meno difficoltosa la decisione di pagare e restare in A. Ma, forse proprio per questo, la possibilità di istituirlo ha riscaldato da subito gli animi perché avrebbe permesso alla penultima in classifica di evitare la retrocessione versando (appunto) una somma decisamente inferiore. Dalle società di Legadue (supportate da Dino Meneghin, presidente FIP) sono giunte vibranti proteste per non svilire il senso della “clausola”, da quelle di Lega A parere opposto poiché nella gestione di tale opportunità non veniva minimamente a essere intaccato (ma solo ridistribuito) il totale da versare.
Lunedì scorso, a Bologna, si è tenuta un’attesissima riunione di Lega A con tanti argomenti all’ordine del giorno. Primo fra tutti proprio quello sinora riassunto. In poche parole, si è deciso di ritirare la delibera relativa all’istituzione del «fondo di solidarietà» pur ritenendola legittima e, così, l’onere economico tornerà completamente a carico della penultima classificata in A, ovviamente se vorrà conservare il posto nella categoria. Almeno per questa stagione perche si intravedono nuovi scenari! Ad ogni modo, pace fatta dopo tanto argomentare tra le società professionistiche italiane. Una parte del problema, comunque marginale, rimane. Si può preventivamente essere certi che la penultima riterrà comunque conveniente restare in A nonostante tale esborso? Finita la riunione bolognese, qualche dirigente non ha esitato ad affermare (in privato) che mai e poi mai alla sua società potrebbe convenire farlo: con tale somma si verrebbero a coprire gli stipendi di almeno 4 buoni giocatori sia pur essendo costretti a giocare in Legadue. Come dargli torto? Allora, per non pensarci più, ha proprio ragione coach Bechi: obiettivo almeno il 14° posto.
GianPiero Lofoco
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