Basket » 20/02/2011
Serie A: Enel Brindisi-Armani Jeans Milano=74-76 dts
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Parziali: 20-18, 30-35, 48-58, 68-68
Enel Brindisi: Roberson 20, Vorzillo, Maresca, Infante 4, Gallea, Dixon 8, Taylor 4, , Diawara 18, Giovacchini, Tourè 12. Coach: Bechi
Armani Jeans Milano : Eze, Mancinelli 7, Pecherov 16, Maciulis 7, Mordente 2, Jaber 9, Rocca 7, Greer 19, Petravicius, Resca, Colnago, Hawkins 9 Coach: Peterson
Arbitri: Taurino, Mattioli, Martolini
Note: Tiri: Brindisi 14/31 (45%) da due, 10/33 (30%) da tre, 16/22 (73%) liberi; MIlano 22/45 (49%) da due, 5/23 (22%) da tre, 17/21 (81%) liberi; Rimbalzi: Brindisi 48, Milano 38. Palle Rec/Per: Brindisi 14/21, Milano 22/14
Brindisi perde una opportunità d'oro per aggiungere due punti alla classifica. Questo - a nostro avviso - è il dato più rilevante dell'incontro mattutino tra l'Enel e l'Armani Jeans, disputato al PalaPentassuglia davanti alle telecamere di Sky.
Senza Lang (ancora costretto al forfait da un infortunio molto più serio delle prime previsioni), senza Pugi e con un Taylor in evidente ritardo di forma e in difetto di confidenza cestistica, il gruppo di Luca Bechi rischia di incamerare due punti importantissimi contro una deludente Armani Jeans, il brutto anatroccolo della squadra che aveva dominato l'avvio di stagione.
Per due volte Brindisi ha la palla della possibile vittoria ma Dixon, in entrambe le occasioni, dimostra una imprecisione pari al coraggio ed alla fine è Peterson ad uscire dal parquet con la vittoria in tasca. Bechi, in conferenza stampa, ha detto che "questo è il bello del basket": così come si era vinto ad Avellino si è perso con l'Armani Jeans. Tutto vero, ma il bello del basket è anche quello di saper gestire i palloni più importanti, magari optando per soluzioni meno prevedibili e a maggiore coefficente di realizzazione (oggi Dixon - statistiche alla mano - ha realizzato la più bassa percentuale al tiro tra tutti gli atleti della New Basket).
In ogni caso è andata così, e fare drammi non può essere che deleterio. Il campionato non è finito e - ricordiamocelo sempre - ci si salva anche arrivando penultimi (e - circostanza non trascurabile vista la crisi di qualche società - si potrebbe anche risparmiare l'esborso della wild card...). Fa bene Bechi a non buttare la croce su nessuno dei suoi uomini e a non cercare pretesti in alcune discutibili decisioni arbitrali (oggi, tra l'altro, alcuni valutazioni sono apparse macroscopicamente errate). Brindisi è questa e bisogna tirare il meglio da ognuno e della squadra. E' fuori di dubbio che qualche risultato sia già evidente. Come i netti progressi di Diawara, l'apporto di Infante, il recupero di Tourè. Per non parlare di Roberson: quello che era un oggetto "inutile" per Perdichizzi si è trasformata in una delle stelle del massimo campionato italiano, tant'è che oggi Peterson ha dovuto "sprecare" la classe del nazionale azzurro Mordente per cercare di disennescare miccia del n. 7 in maglia bianca.
La gara:
Brindisi (che schiera Infante nello startin' five) parte fortissimo. Roberson, Infante, Dixon e due stoppate di Tourè portano i padroni di casa sul repentino 8-0.
Milano sembra la copia dell'abulica squadra vista nelle ultime occasioni. L'attacco a tratti è inguardabile mentre in difesa fisico e abnegazione cominciano a creare grattacapi a Brindisi. Quando Brindisi fa un po' di confusione in attacco (anche "per colpa" di Mordente che azzanna come un segugio Toni Roberson), i lombardi accorciano (8-5 al 5') salvo subire un break di 7-2 propoziato dai recuperi e dai canestri di un Diawara, apparso molto più tonico rispetto alla prima parte di campionato. Solo nell'ultima parte del quarto, l'ingresso di Rocca concede maggiore solidità ai rossi e Milano riesce a chiudere il primo parziale sotto di appena 2 punti (20-18), un divario che sta stretto a Brindisi.
Il secondo quarto è quanto di brutto possa offrire il basket di un certo livello. Lo strano orario di gioco, l'importanza della posta in palio tra due squadre in serie negativa, l'assenza di tranquillità, la mancanza di lucidità. Rappresentano buoni pretesti per motivare i tanti errori visti sul rettangolo di gioco. Nei primi cinque minuti Brindisi e Milano vanno a canestro solo 3 volte. Complessivamente. Altri 2 punti a testa giungono dalla lunetta. Risultato? spettacolo indecoroso e 24-24 sul tabellone. Nella seconda parte del periodo si risveglia soltanto Milano mentre Brindisi risente oltremodo dei primi sintomi di stanchezza di Roberson e Dixon e dei falli di Tourè. Gli ospiti si portano sul 24-31 (parziale di 11-0) e solo allora Brindisi offre timidi segnali di reazione. A sollevare squadra e pubblico prima del rientro negli spogliatoi ci pensano le bombe di Roberson e Tourè che contribuiscono a chiudere il quarto sul 30-35.
Al rientro in campo, Brindisi vola sulle ali dei canestri di Roberson, Tourè e Diawara (38-37) e sempre grazie ad un ottimo Kouba torna in vantaggio (44-41). Ed è qui che Milano casa la prima carta vincente dell'incontro: Pecherov. Il n.7 di Peterson è immarcabile per Brindisi, considerato che Tourè siede in panchina per preservarsi dai falli e Taylor è troppo lento per i movimenti dell'ala/centro ucrainache infila canestri vitali per i suoi. In pochi minuti Milano raggiunge il +10 (58-48) mettendo una seria ipoteca sull'incontro.
In avvio di ultimo quarto le distanze diventano 12 (48-60) ma Brindisi non si da per vinta mentre Milano pensa di aver chiuso l'incontro. I biancazzurri stringono i denti in difesa e trovano ottime soluzioni offensive e, in pochi minuti, l'Enel rifiorisce. A 5' dal termine, Brindisi è sotto di due (58-60) e si capisce che la gara sarà decisa dagli episodi e dalla maggiore lucidità. Brindisi impatta sul 63, subisce la tripla di Pecherov, va a segno dalla lunetta con Tourè e prende canestro da Hawkins (65-68). Gli ultimi istanti si vivono con il batticuore. Roberson mette dentro una bomba delle sue (68 pari), poi Mattioli fischia un incredibile fallo a Diawara su Hawkins ma l'americano sbaglia entrambi i liberi. Ultimi 14 secondi con Brindisi che ha in mano la palla del successo. Dixon palleggia, decide di fare tutto da solo ma la sua conclusione si infrange sul canestro, decretando il supplementare.
Con Tourè e Taylor fuori gara per raggiunto limite di falli, per Brindisi il supplementare appare davvero proibitivo. Invece Roberson e compagni se la giocano alla pari anche grazie ad una ottima difesa che, assieme alle innegabili pecche biancorosse, operano in modo che i lunghi milanesi ricevano pochissimi palloni "dentro". L'overtime si gioca punto a punto e, cosa di non poco conto ai fini delle valutazioni sulle due squadre, a muovere il punteggio sono solo i canestri dei due rispettivi playmaker.
Milano sceglie di addossare tutte le responsabilità offensive alla classe di Greer. Brindisi va al tiro solo con Dixon anche perchè Roberson è troppo marcato ed altri atleti sono poco lucidi e imprecisi al momento dell'ultimo passaggio.
L'ultimo tiro spetta a Brindisi. Sotto di due punti 74-76 Dixon sbatte contro la difesa avversaria prima di cercare la conclusione da oltre la linea dei tre punti. La palla è fuori per la delusioni di un PalaSport gremitissimo. |