Basket » 01/05/2011
Serie A: Enel Brindisi-Treviso=74-75
Parziali: 16-18, 38-39, 53-56
Enel Brindisi Lang 12, Roberson 10, Vorzillo n.e., Maresca, Infante, Gallea, Pugi, Dixon 21, Diawara 15, Giovacchini 5, Toure 11, Danese. Coach: Bechi.
Treviso: Repesa n.e., Cazzolato n.e, Smith 16, Markovic 4, Skinner 8, Bulleri 10, Nicevic, Motiejunas 10, Gentile 15, Peric 2, Woiciechovsky n.e, Brunner 10. Coach: Repesa.
Arbitri: Sabetta, Begnis, Biggi
Note: Tiri: Brindisi 9/29 (31%) da due, 11/31 (35%) da tre, 23/30 (77%) liberi; Treviso 24/43 (56%) da due, 6/19 (32%) da tre, 9/15 (60%) liberi; Rimbalzi: Brindisi 36, Treviso 42. Palle Rec/Per: Brindisi 13/10, Treviso 10/12.
Ancora una sconfitta per l'Enel Brindisi. Davanti al pubblico amico Dixon e compagni cedono al cospetto della Benetton Treviso, una delle squadre più in forma di questo ultimo scorcio di campionato. Una battuta d'arresto che arriva nel momento peggiore e che inguiaia i pugliesi ma le contestuali sconfitti di Biella e Teramo, lasciano ancora la grande speranza di riuscire ad ottenere la salvezza sul campo. Adeso tutto diventa più difficile e la permanenza in Serie A passa per la gara di Biella: vincere in Piemonte, infatti, vorrà dire avere un piede in mezzo nel prossimo massimo campionato di basket, perdere - al contrario - significherà dover abbandonare ogni residua speranza.
La Benetton di oggi si è dimostrata un osso troppo duro per la truppa di Bechi. Treviso è stata migliore sotto diversi punti di vista: fisicità, difesa, classe, profondità delle rotazioni e facilità di riuscita dei giochi offensivi. Brindisi è rimasta in partita solo grazie al supporto del pubblico, alle individualità - a corrente alternata - di Diawara, Tourè e Dixon, ed alla determinazione mostrata nel corso di tutta la gara. Purtroppo, nelle fasi topiche, Treviso è stata più lucida e fortunata ed è riusciuta a mettere in saccoccia due punti che la tengono attaccata ad un quarto posto finale che - senza dubbio - ha dimostrato di meritare.
Bechi ha fatto quello che ha potuto. Nella convinzione (poi rivelatasi esatta) che la gara si sarebbe risolta solo nel finale, ha buttato in campo nove uomini, preservando sia gli uomini in precarie condizioni fisiche che gli atleti (come Tourè) che si caricavano di falli. E, per poco, il piano gara scelto dal coach toscano non ha dato i suoi frutti. Non fosse per il coraggio e la precisione di Gentile e Smith (precisissimi ancorchè con risibile opposizione) staremmo a parlare di un altro risultato e, probabilmente, di un altro responso per la prima stagione in A della società di Ferrarese. Ma così non è stato e la delusione ha potuto prendere il sopravvento.
Adesso, però, piangere sul latte versato non serve a nulla. Finchè ci sarà da sperare, la squadra, la società, il pubblico e gli addetti ai lavori hanno il dovere di stringersi al fianco dei giocatori. Il tutto nella considerazione che il risultato di Biella è vitale - sportivamente parlando - per una realtà come Brindisi.
La gara:
Bechi sceglie di partire con Infante al posto dell'acciaccato Lang. Gli altri del quintetto sono i "soliti" Dixon, Roberson, Diawara e Tourè. Repesa inserisce nello startin' five Markovic, Gentile, Skinner, Peric e Motiejunas.
L'avvio di Brindisi è molto contratto. Atleti e pubblico sentono molto l'importanza della posta. I giocatori appaiono intimoriti mentre il pubblico sembra spazientirsi ad ogni singolo errore. Dopo la tripla iniziale di Tourè, Treviso, grazie all'ottimo Gentile, opera un break di 8-0 prima che Roberson e Tourè rimettano il risultato in sesto (8-8). La gara prosegue in estremo equilibrio con le due squadre che prediligono il gioco sui lunghi ed il primo quarto termina con gli ospiti in vantaggio per 16-18.
Nel secondo quarto, Bechi da spazio alla panchina e Giovacchini lo premia facendo ordine in campo e realizzando cinque punti che tengono Brindisi a ruota degli avversari (24-24 a 7'50'' dal riposo lungo). Treviso stringe le maglie della difesa e fa sentire tutta la prorompente fisicità dei suoi giovani e Brindisi non riesce a trovare il canestro su azione per oltre cinque minuti. In questo lasso di tempo gli uomini di Repesa prendono il largo (26-34). Soltanto negli ultimi due minuti prima dell'ingresso negli spogliatoi, Brindisi ritrova il bandolo della matassa e con ottimi canestri di Robersone e Diawara si porta a ridosso dei forti avversari (35-36). Prima del riposo Gentile e Dixon trovano le triple che fissano il tabellone sul 38-39
Al rientro in campo, Brindisi è ancora più contratta. I padroni di casa sono abulici e mostrano grosse difficoltà ad imbastire una manovra ben congegnata. Il primo canestro su azione è una individualità di Dixon dopo più di 4 minuti di gioco. E' il canestro che riduce da 7 a 4 le lunghezze di distanza (43-47). Treviso continua a giocare sul velluto con grande varietà di scelte offensive ed una intensità difensiva di primordine: Roberson e Tourè sono tenuti fuori dai giochi, a Lang e Dixon è inibito il gioco sull'asse play-pivot ed il solo Diawara - l'unico che può competere in atletismo con i marcantoni di Repesa - ha la possibilità di andare a canestro, ma le polveri del francese risultano bagnate oltre il lecito... Nell'area, poi, Brunner è un brutto cliente per tutti e i verdi si tengono a debita distanza. Nel finale del terzo tempo, Treviso deve rifiatare e Dixon e Roberson hanno la possibilità di limare il divario fino ad impattare sul 52.
In avvio di ultimo quarto Treviso vola a +7 (53-60). Nel PalaPentassuglia scende un silenzio assordante. Ci pensa Dixon a far tornare l'entusiasmo dando il là al parziale di 10-0 che, in soli due minuti di gioco, porta i padroni di casa a +1 (63-60).
Contrada Masseriola diventa una bolgia ma Treviso ha i cacciamine per disinnescare la bomba brindisina. Rispondono al nome di Alessandro Gentile e Devin Smith. Il primo mette dentro la bomba che spezza il break dei padroni di casa e rompe il digiuno trevisano durato oltre 4 minuti. Il secondo azzecca due triple consecutive dopo che Brindisi si era portata sul 68-65. Mancano 37''' e Treviso è avanti 68-71. Il resto della gara vive di falli, di realizzazioni e di sbagli dalla lunetta. Insomma la classica roulette che - solitamente - premia il più lucido e fortunato. Brindisi non è nè l'uno, nè l'altro e deve rientrare negli spogliatoi a testa bassa.
Ma disperare non conviene a nessuno. La salvezza è sempre dietro l'angolo. E - per come è andata questa avventura dopo 30 anni di esilio dal basket che conta- è un grande successo riuscire a cogliere. Un successo che deve essere firmato da tutti i brindisini veri, quelli che - al di là di ogni recriminazione personalistica - comprendono quanto sia importante un risultato del genere.
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