La Pro Brindisi sul fallimento del calcio brindisino
L’annunciato trapasso del brindisi 1912 e l’ennesimo fallimento per l’intera comunità brindisina. Esso trova mille responsabilità nella tribolata estate dello scorso anno. L’incapacità di sostenere l’allora dirigenza Barretta favorì di questi la dissennata vendita al duo Galigani Pupino. Questa dirigenza inadempiente e nei fatti venuta per fare fuori il Calcio Brindisi 1912 e non per fare calcio. Oggi il comitato di emergenza nel consiglio comunale garantisce solo una ripartenza da una categoria inferiore. L’iniziativa della amministrazione comunale sconta la sua gestione durata erroneamente oltre ogni limite della pazienza nei tifosi… Essa era certamente anticipabile come suggerito correttamente, dalla presidenza della lega con la lettura sin da dicembre dei registri del contabile De Vita, senza evocare la trasferta dei registri. La trappola della cordata australiana è stata favorita dal pressapochismo della città ad ogni livello amministrativo di tifo e di stampa.
Un’emittente locale ben fece a sostenere sin dall’inizio l’irreversibilità del fallimento del calcio professionistico brindisino. Anche se questa posizione scontava la comune cronica incapacità di sostenere o individuare una proposta di una nuova dirigenza ancoraggio sicuro per il calcio professionistico.
Il parlare chiaro non giustifica il non dover cercare di proporre una vita di salvezza specie per chi opera comunicando con successo sulla vita economica ed amministrativa di un capoluogo.
Questa città dopo 7 anni con la stessa amministrazione non trova la capacità di programmare con garbo il suo intervento oltre che a sostegno, della cultura e dello spettacolo, anche dello sport professionistico. Non ha senso la sua ultima solitaria richiesta di contribuire senza una programmazione che garantisce la serietà dell’operare amministrativo per non rischiare di far finire in note canore un possibile mancato sostegno del calcio professionistico. Non una sola iniziativa quale, un torneo internazionale o un evento per sfruttare a qualsiasi livello anche per il solo sfruttare l’uso a pieno regime dell’impianto sportivo del “Fanuzzi”.
Questo con i suoi costi rischia ora di avere un bistrattato costo di migliaia di euro senza il ritorno di immagine frutto di una buona amministrazione. La stessa piega della crisi del calcio professionistico la vive l’intera provincia. Sarebbe ora che la presidenza della provincia dia il via ad un razionale dinamico intervento delle amministrazioni provinciale e comunali perché sperimentasse nuove vie più concrete del sostegno delle attività sportive e degli stessi impianti.
L’associazione Pro Brindisi pertanto solo dopo la presentazione dei programmi e delle credenziali della futura dirigenza indicherà la libertà ai propri soci di aderire al tifo della squadra locale o di sostenere la contestazione più netta e totale contro l’ennesimo buco Politico-Economico-Amministrativo che porterebbe alla definitiva fine della leggenda Bianco Azzurra.
