Calcio » 18/10/2013
Carbonella getta acqua sul fuoco e spiega le sue ragioni
E' un Carbonella pacato nei toni quello che si presenta all'Hotel Barsotti per spiegare le proprie ragioni dopo il battibecco telefonico con il Presidente Flora.
Appare subito palese la volontà di abbassare la tensione in vista degli importanti impegni di campionato.
"Volevo giustificare quanto accaduto martedì, in modo che qualcuno non pensasse che sono impazzito".
Con la massima serenità, il direttore generale chiede scusa a tutti, ma resta fermo nella volontà di spiegare le proprie ragioni. Con tutta la tranquillità che deriva dalla grande determinazione che l'ha sempre contraddistinto.
"Devo premettere che era inevitabile che intervenissi. Ero a cena con Mr. Ciullo, Stefano Casale e Jerry Palomba, il nostro consulente di mercato, e guardavamo la trasmissione calcistica in cui era ospite il Presidente Flora. Ho dovuto fare quella telefonata quando il Presidente ha detto cose che non avrebbe dovuto dire. L'ho fatto per il bene del Brindisi perché si rischiava di rompere il giocattolo. In ogni caso, anche se i miei toni sono stati esagerati e qualcuno non ha compreso, credo che il presidente sapesse ciò che stavo dicendo.
Mi conoscete, quando c'è qualcosa che non va io non so stare zitto".
Carbonella ricorda la genesi del suo ritorno a Brindisi e del suo rapporto con Flora: "Abbiamo fatto una squadra in cinque uomini: io, il presidente, il direttore sportivo, l'allenatore e il consulente Palomba. Ed abbiamo operato benissimo tant'è che, pur con un budget ristretto rispetto alle altre squadre, adesso siamo in secondi in classifica. Per me è stata una grande soddisfazione perché io ho portato Flora a Brindisi, ho combattuto molto per farlo e sono convinto della scelta che ho fatto".
Poi passa a raccontare ciò che ha scatenato la reazione:
"Quando ho sentito che si toccava il mercato di dicembre, ed in particolar modo che il mister aveva avuto un colloquio col presidente e che erano d'accordo a far andar via alcuni giocatori per rimpiazzarli con altri, questo non faceva altro che mettere in crisi il mister, perché non è giusto dire queste cose in pubblico. Tant'è che ben presto, sia al mister che al consulente di mercato sono subito arrivati messaggi dei calciatori preoccupati".
Una reazione, quindi, che è scattata per difendere Ciullo, Palomba ed i calciatori:
"Se il presidente avesse continuato su quella linea, si sarebbe potuto creare una frattura enorme ed infatti ho sostenuto al telefono che i panni si lavano in famiglia e non in pubblico". E per fortuna, dopo la chiamata, si è cambiato discorso.
Carbonella racconta anche i suoi rapporti con Jerry Palomba e Totò Ciullo.
Sul consulente di mercato, il direttore generale sottolinea che è una persona che lavora ad alti livelli: "ha 120 giocatori tra serie A e serie C, collabora con squadre come Juve, Milan, Inter, Genoa, Parma. Tutti lo conoscono, la sua professionalità è risapute. L'abbiamo chiamato con Ciullo e lui si è innamorato della città. Così abbiamo cominciato a lavorare insieme e lui ha avuto un grande merito sulla formazione della squadra. La mia telefonata era anche per difendere lui e, quindi, per difendere il giocattolo Brindisi". "Palomba, come tutti noi, ha l'obiettivo di portare il Brindisi in serie C. Per lui, anche per tornaconto personale, avrebbe tutto da guadagnare dall'eventuale promozione del Brindisi perché avrebbe la procura di alcuni nuovi giocatori professionisti.
Per far comprendere il rapporto con Ciullo, Carbonella racconta qualche retroscena societario: "il Presidente sa bene che ho sempre mediato se nel passato Ciullo ed il Presidente hanno avuto qualche screzio. E se, in qualche occasione, Ciullo, pur desiderandolo, non ha rassegnato le dimissioni è per il lavoro svolto dal sottoscritto. Perché io e Ciullo andiamo a braccetto e sempre lo faremo".
Carbonella conferma di aver ricevuto il telegramma di Flora attraverso il quale la società lo sospende dall'incarico. Ma a lui sembra importare poco perché dice di restare a disposizione: "La maglia del Brindisi ce l'ho addosso. Tutto quello che faccio lo faccio con il cuore, per la maglia, per la città, per i tifosi e per tutti. Dovete darmi atto che da quando sono qui abbiamo raddrizzato una situazione allo sfascio, al limite del fallimento. Io e mio figlio ci siamo fatti in quattro per chiudere le vertenze degli ex giocatori ed abbiamo potuto farlo con l'intervento del Presidente e con la colletta di altri grandi amici. Siamo riusciti a superare gli ostacoli grazie alla volontà del Presidente, all'Amministrazione Comunale e a quella di tante persone che hanno dato il loro contributo in diversi campi.
Quando si costruisce un giocattolo e si crede in ciò che si fa, è assurdo rovinare tutto. Si resta sempre attaccati al quel giocattolo e si opera sempre affinché il progetto abbia successo".
Adesso che Carbonella ha gettato l'acqua sul fuoco delle polemiche, vedremo cosa succederà nelle prossime ore.
I calciatori hanno entrambe le "fazioni" dalla loro parte e domenica sono chiamati a dare il meglio per battere la capolista Marcianise.
Chissà se il successo non abbia l'effetto di appianare tutto e che - come già scritto - ognuno torni a rinunciare ad un pezzettino del proprio ego e dei propri interessi, in funzione del buon andamento della società e per il bene del calcio brindisino.
Carbonella ha fatto un passo avanti. Conoscendo il suo carattere sanguigno, non sarà stato facile chiedere scusa sapendo di aver agito per il bene del Brindisi. Siamo certi che anche il dott. Flora, altra persona sanguigna e determinata, farà di tutto per stemperare le polemiche e fare in modo che la Brindisi sportiva possa raggiungere un risultato sportivo che la riconcilierebbe con il calcio dopo tutti i dolori sportivi sofferti dal popolo biancazzurro.
Ore.Pi.
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